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bandiere svizzera e UE

Oggi in Svizzera

Care svizzere e cari svizzeri all'estero,

L'epopea dei negoziati tra Berna e Bruxelles è sicuramente il grande tema d'attualità di questi giorni, con il risultato finale che si prevede sarà presentato venerdì. Secondo quanto rivelato dalla SRF, al Parlamento non verrà sottoposto un unico grande accordo, ma quattro pacchetti separati.

Un punto del dossier che fa discutere è la libera circolazione delle persone, su cui oggi si è espresso il presidente di economiesuisse in una lunga intervista alla NZZ.

Nel nostro bollettino parleremo poi della richiesta di indennizzo presentata alla Confederazione dalla famiglia di un uomo ucciso nel 2020 in un attacco islamista e termineremo con le più recenti statistiche sulle famiglie e sulle relazioni in Svizzera.

Buona lettura!

bandiera svizzera e UE
Keystone / Michael Buholzer

Il Consiglio federale vuole dividere il nuovo accordo negoziato con l’Unione Europea per sottoporlo al Parlamento, e poi al popolo, in quattro parti.

I negoziati con l’UE sono in dirittura d’arrivo e si prevede che il Governo sveli il risultato finale delle discussioni sugli accordi bilaterali con l’UE questo venerdì. La decisione di separare in quattro pacchetti gli accordi è stata presa la settimana scorsa, hanno confermato delle fonti vicine al dossier a diverse testate che hanno ripreso le informazioni rivelate dalla SRF.

Le quattro parti saranno sottoposte separatamente a referendum, e il popolo potrebbe pronunciarsi altrettante volte: sulla libera circolazione delle persone e i trasporti, sul mercato dell’elettricità, sulla sicurezza alimentare e sulla sanità. Lo scopo di questa separazione sembra essere di evitare di mettere a rischio l’insieme dei negoziati in Parlamento, condannando anche gli accordi che non sono contestati dal legislativo.

La tattica del Consiglio federale crea però già delle divisioni a Palazzo federale. Per la consigliera nazionale Elisabeth Schneider-Schneiter (Il Centro), si tratta di una buona idea. “Il Parlamento e il popolo devono avere la possibilità di votare su queste diverse decisioni”, afferma, aggiungendo che secondo lei è importante che i punti controversi vengano trattati separatamente.

L’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) non la pensa così. “Il Consiglio federale sta cercando di dividere tutto in bocconi più digesti. Non è onesto“, ha criticato il consigliere nazionale Franz Grüter, secondo cui il Governo sa che ci saranno resistenze sul dossier dell’elettricità, ed è per questo che vuole dividere gli accordi.

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Christoph Mäder
Keystone / Anthony Anex

Sugli accordi con l’UE, e in particolare sulla parte dedicata alla libera circolazione delle persone, si è oggi espresso il presidente di economiesuisse, l’organizzazione mantello dell’economia svizzera. La Confederazione dovrebbe poter gestire autonomamente l’immigrazione se questa “supera i limiti tollerabili”, ha detto Christoph Mäder alla Neue Zürcher Zeitung.

“La Svizzera trae grandi vantaggi dalla libera circolazione delle persone e vogliamo mantenerla”, ha detto Mäder, secondo cui l’economia elvetica continuerà anche in futuro a dipendere dalla manodopera qualificata proveniente dall’estero. “Ma l’immigrazione, come abbiamo visto negli ultimi anni, è troppo alta”, sottolinea.

A suo avviso, la migrazione legata all’asilo è una delle ragioni principali delle paure della popolazione. “E l’attuale migrazione economica ha poco a che fare con le esigenze del mercato del lavoro o con lo scopo originario dell’asilo”, osserva. “Sta aumentando la pressione sulle risorse e sta influenzando il dibattito sull’immigrazione”.

Per il presidente della Federazione delle imprese svizzere è necessario che i rappresentanti dell’economia prendano sul serio le preoccupazioni della popolazione. “Ma questo è uno sforzo che l’economia non può fare da sola. Le infrastrutture non sono progettate per accogliere così tante persone”.

esterno negozio di kebab
RTS

I genitori e il fratello di un 29enne che nel 2020 era stato ucciso a coltellate durante un attacco islamista a Morges hanno chiesto un indennizzo di 200’000 franchi alla Confederazione, ha rivelato ieri sera la RTS. Se l’allora procuratrice federale avesse fatto bene il proprio lavoro, sostengono, Joao sarebbe ancora vivo.

Poco prima dell’omicidio, il futuro assassino era sotto la sorveglianza dalla Procura federale svizzera. Era appena uscito di prigione e doveva rispettare determinate regole. L’allora procuratrice Juliette Noto gli ha detto che la “minima infrazione” lo avrebbe riportato in prigione.

Le regole non sono state però del tutto rispettate. Ad esempio, era tenuto a presentarsi alla stazione di polizia di Morges una volta alla settimana, ma non lo faceva. Il pubblico ministero era consapevole di queste mancanze, ma non ha preso alcun provvedimento nei suoi confronti. Il 12 settembre 2020, l’uomo è entrato in un negozio di kebab e ha accoltellato a morte Joao, gridando “Allah è grande”.

“Con la sua inazione del tutto incomprensibile, […] la procuratrice federale Juliette Noto ha commesso un grave errore nell’esercizio delle sue funzioni”, scrive l’avvocato Dario Barbosa nella lettera inviata al Dipartimento federale delle finanze a nome della famiglia, che chiede un risarcimento di 80’000 franchi per la madre, altrettanti per il padre e di 40’000 franchi per il fratello.

famiglia
Keystone / Gaetan Bally

Tre quarti delle persone adulte in Svizzera sono in coppia e gli uomini tendono a essere più soddisfatti delle donne della propria relazione. Queste e altre informazioni sono contenute nell’indagine quinquennale dell’Ufficio federale di statistica (UST) sulle famiglie e le generazioni.

Solo l’11% di tutte le persone dai 25 anni in su che hanno una relazione non vive con il partner, scrive l’UST, citando dati che si riferiscono al 2023. Per la metà, ci vogliono poco meno di due anni prima di avviare una convivenza.

Inoltre, più di una coppia su due ha una differenza di età non superiore a tre anni (57%). Quasi due terzi hanno lo stesso livello di istruzione (64%) e la maggioranza ha la stessa nazionalità (81%), aggiunge l’UST.

Tre quarti delle persone di 25 anni e più che hanno una relazione si dichiarano molto soddisfatti di essa. Gli uomini sono leggermente più soddisfatti delle donne. Secondo l’UST, non c’è differenza tra coppie dello stesso sesso e coppie di sesso diverso. Se una coppia vive sotto lo stesso tetto, la soddisfazione è maggiore. È più alta nel caso di un nucleo familiare senza figli.

alta montagna
Keystone / Jean-Christophe Bott

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