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Cassis

Oggi in Svizzera

Cari lettori e care lettrici,

Alla vigilia di San Silvestro, il ministro degli esteri svizzero Ignazio Cassis è uscito dal suo silenzio. Dopo aver rifiutato di essere intervistato dalla stampa scritta per quasi un anno, ha rilasciato un'importante intervista ai giornali del gruppo Tamedia, pubblicata oggi.

Tra guerre in Ucraina, nel vicino Medio Oriente e "flussi migratori che causano instabilità", Ignazio Cassis dipinge un quadro desolante della geopolitica internazionale. Tuttavia, ritiene che un cessate il fuoco in Ucraina potrebbe essere possibile nel 2025.

In questo bollettino analizziamo anche il legame tra il comportamento di voto delle svizzere e degli svizzeri e la mortalità durante la pandemia, così come l'incredibile sfida lanciata da quattro canottieri svizzeri.

Buona lettura.

Ignazio Cassis
Ignazio Cassis Keystone/Anthony Anex

La Svizzera non tiene sufficientemente conto delle minacce poste dalla geopolitica globale, teme il ministro degli esteri Ignazio Cassis. Nell’intervista pubblicata dai giornali del gruppo Tamedia, afferma di ritenere che la stabilità del Paese dipenda da una relazione stabile con l’Unione Europea (UE).

“Nel corso dei decenni ci siamo abituati alla nostra prosperità e sicurezza; come fossero un diritto divino”, afferma Ignazio Cassis. Agli occhi del ministro degli esteri, tuttavia, il mondo non sta andando bene. Il consigliere federale sottolinea che la salute economica dell’Unione Europea si sta deteriorando, il commercio mondiale è in calo e le grandi potenze affermano senza mezzi termini le loro pretese di potere, “se necessario con la forza”.

Pur ritenendo che la Svizzera se la stia cavando “relativamente bene”, Cassis vede “sintomi anche qui da noi”. Il politico ticinese cita in particolare il dibattito sul bilancio in Parlamento, ma anche la polarizzazione delle opinioni. “Le persone sono più aggressive sia per quanto concerne la forma che per il metodo. Per non parlare dei social network, che sono diventati uno sfogo e un amplificatore delle frustrazioni di gran parte della popolazione”, sottolinea.

In questo contesto, prosegue il ministro del Partito liberale radicale (PLR/destra), la Svizzera ha bisogno di avere “un rapporto stabile, prevedibile e sereno con i suoi vicini”. In quest’ottica, ritiene che il nuovo pacchetto di accordi con l’UE, approvato dal Consiglio federale il 20 dicembre, fornirà stabilità.

mascherina
Keystone/Valentin Flauraud

Uno studio stabilisce un legame in Svizzera tra il comportamento di voto durante la pandemia di Covid-19 e la mortalità, riportano oggi i quotidiani di CH Media.

Per una ricerca pubblicata sull’European Journal of Public Health, l’epidemiologo Matthias Egger e il suo team hanno analizzato i dati della prima votazione sulla cosiddetta legge-Covid del giugno 2021. Ciò ha permesso di stabilire che i comuni con un’alta percentuale di “no” hanno registrato un numero di decessi superiore alla media durante la pandemia.

Matthias Egger spiega questo legame con lo scetticismo nei confronti delle misure di protezione in questi comuni. “È chiaro che le persone che hanno votato no erano fondamentalmente scettiche verso le misure di protezione e quindi le rispettavano meno”, spiega l’epidemiologo.

Studi precedenti hanno già dimostrato che fattori socio-economici come il livello di istruzione, le condizioni abitative e l’occupazione possono influenzare la probabilità di contrarre il virus. L’Osservatorio svizzero della salute (Obsan) ha recentemente pubblicato un rapporto su questo tema.

Atlantic Challenge
DR

Alla fine dell’anno, alcune persone fanno buoni propositi. Altre si pongono sfide folli. È il caso di quattro svizzeri che hanno intenzione di attraversare a remi più di 4’000 chilometri di oceano per la seconda volta.

“Dopo la prima gara ci siamo detti ‘mai più'”, racconta Samuel Widmer. Nel 2022, il suo team di quattro persone ha vinto l’Atlantic Challenge, una gara di canottaggio attraverso l’Oceano Atlantico tra la Spagna e i Caraibi. I quattro vogatori hanno infine deciso di ripetere l’impresa nel 2025. “Con il tempo si dimenticano le esperienze negative e si conservano quelle positive”, spiega Samuel Widmer all’emittente svizzera di lingua tedesca SRF.

Da metà del mese di giugno prossimo, la squadra “Swiss Raw” parteciperà quindi a un’altra gara, questa volta attraverso l’Oceano Pacifico tra la California e le Hawaii. Gli atleti resteranno in mare per oltre 60 giorni. “Remiamo per due ore, poi ci riposiamo per due ore. Durante questo periodo, mangiamo, beviamo, dormiamo, andiamo in bagno, puliamo e ripariamo la barca. Mettiamo bende sulle ferite. Lo facciamo 24 ore su 24, 7 giorni su 7, finché non torniamo a terra”, spiega Samuel Widmer.

La gara impone ai vogatori un elevato impegno fisico. Ingeriscono 6’000 calorie al giorno. Nonostante ciò, l’ultima volta Samuel Widmer ha perso 17 chili. Il 30enne poliziotto argoviese ha dovuto anche superare il mal di mare. “Mi sono reso conto che si poteva vomitare e remare allo stesso tempo. Non è stato il massimo, ma mi ha dato una grande sicurezza mentale. Dopo ho capito che potevo farcela”, confida.

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Keystone-ATS

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