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Tredicesima AVS, ampio sostegno da parte della diaspora svizzera

Materiale di voto
Il 65% degli svizzeri e delle svizzere all'estero ha approvato l'introduzione di una tredicesima rendita AVS. Il 66% ha respinto la proposta di aumentare l'età pensionabile. KEYSTONE/© KEYSTONE / SALVATORE DI NOLFI

L'Iniziativa che chiede di migliorare il potere d'acquisto delle persone anziane è stata approvata dalla Quinta Svizzera in modo più netto rispetto al resto del Paese. L'aumento dell'età di pensionamento, invece, è stata respinta dai due terzi delle persone espatriate che hanno votato domenica.

Non è sempre il caso, ma il 3 marzo svizzeri e svizzere all’estero e l’elettorato residente in patria hanno votato all’unisono. La differenza è meno significativa di quella che era emersa nei sondaggi o che era stata registrata nel corso delle votazioni passate. In  ogni caso, non è stata di certo sufficiente per cambiare il destino delle due proposte alle urne.

La Svizzera, nel suo insieme, ha accettato senza ambiguità il testo che chiedeva di concedere alle persone in pensione una tredicesima rendita AVS e così ha fatto anche la diaspora, con sette punti percentuali di “sì” in più (secondo le statistiche parziali del voto di chi risiede all’estero, disponibili per 12 Cantoni).

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Esponenti della sinistra e dei sindacati, tra cui la deputata socialista Mattea Meyer, la presidente di UNIA Vania Alleva e il presidente dell'Unione sindacale svizzera Pierre-Yves Maillard, esultano dopo l'esito della votazione di domenica.

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Più soldi per le persone che prendono una pensione svizzera

Questo contenuto è stato pubblicato al L’introduzione di una 13esima mensilità dell’Assicurazione per la vecchiaia e per i superstiti è stata accolta dal 58% dell’elettorato. Un risultato storico che solleva però alcuni interrogativi.

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Per Martina Mousson, politologa dell’istituto gfs.bern, questo risultato deve essere letto come un sostegno “enorme” da parte della Quinta Svizzera. “Bisogna tenere a mente che si parla di un’iniziativa popolare e non di un progetto delle autorità – ricorda l’esperta – di regola generale, le iniziative non vengono accettate, se non con uno stretto margine”.

Il fatto che le persone in pensione o vicine alla fine dell’età lavorativa costituiscono una parte importante della diaspora elvetica ha sicuramente svolto un ruolo decisivo, secondo la ricercatrice. Nel 2022, circa 183’000 svizzere e svizzeri di più di 65 anni vivevano all’estero, ovvero quasi il 30% della popolazione con diritto di voto residente oltreconfine.

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Per Ariane Rustichelli, direttrice dell’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE), il forte sostegno della Quinta Svizzera al testo si spiega in primo luogo con l’impoverimento che subisce una parte di questa popolazione. Sottolinea che sempre più svizzere e svizzeri che hanno lavorato per tutta la vita nel proprio Paese scelgono di emigrare proprio al momento della pensione per “vivere dignitosamente” e sono lungi dal condurre “una vita di lusso all’estero”.

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gente che esulta dopo la votazione sulla tredicesima rendita avs.

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“Il sì alla 13esima rendita AVS è un voto di protesta” 

Questo contenuto è stato pubblicato al La Svizzera ha deciso di aumentare le rendite di vecchiaia e di lasciare l’età di pensionamento a 65 anni. “È molto strano che non ci sia stata una discussione sui costi”, afferma il politologo Urs Bieri.

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A ciò si aggiunge il profilo  politico di questa comunità, che vota tradizionalmente più a sinistra rispetto a chi risiede in patria.

Rifiuto netto, ma più mitigato per la pensione a 66 anni

L’iniziativa popolare che chiedeva l’aumento dell’età pensionabile di riferimento da 65 a 66 anni per poi indicizzarla all’aspettativa di vita, dal canto suo, ha subito una batosta sia all’interno che all’esterno delle frontiere svizzere, anche se la diaspora ha accolto un po’ più favorevolmente la proposta.

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La differenza è dovuta con tutta probabilità al fatto che la maggior parte degli svizzeri e delle svizzere all’estero non sarebbe stata toccata dalla riforma, perché sono già in pensione o perché, semplicemente, non lavorano nella Confederazione.  

“Oltretutto, l’aumento dell’età di pensionamento è già una realtà o è in discussione  in numerosi Paesi – sottolinea Mousson – il che può portare a una maggiore accettazione”.

“Si può supporre che sostenere il lavoro fino a 66 anni era per alcune persone la soluzione al finanziamento della tredicesima AVS”, dice Rustichelli.

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Una partecipazione elevata

Nei 12 distretti degli svizzeri e delle svizzere all’estero considerati, quasi 44’400 schede di voto sono state rispedite compilate nella Confederazione, su poco più di 155’000 persone registrate, ovvero un tasso di partecipazione del 28,6%. Si tratta del terzo dato più alto nelle votazioni federali degli ultimi cinque anni.

Come a livello nazionale, la partecipazione della Quinta Svizzera è stata quindi più elevata della media (che si situa a 26,1% su cinque anni), ma in proporzioni che lasciano pensare che il tema non abbia saputo mobilitare molte persone al di là dell’elettorato che vota regolarmente.

Traduzione: Zeno Zoccatelli

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