Radio: Romandia e Ticino più colpiti dall’addio all’FM

La Romandia e la Svizzera italiana sono state più colpite dal forte calo di ascolti delle stazioni radiofoniche della SRG SSR dopo la fine delle trasmissioni FM all'inizio dell'anno, per passare al sistema detto DAB+.
(Keystone-ATS) Sono regioni che non sono protette dalla barriera linguistica del dialetto svizzero tedesco, ha spiegato ieri mattina il portavoce dell’ente radiotelevisivo Nik Leuenberger in una trasmissione della RTS.
Molte stazioni francesi e italiane trasmettono tuttora in FM. “Abbiamo registrato un aumento di 50’000 persone nella Svizzera romanda e di 8000 in Ticino che ora ascoltano tali emittenti”, ha indicato Philippe Zahno, presidente dell’associazione Radios Régionales Romandes. Il fenomeno interessa anche la Svizzera tedesca – 80’000 ascoltatori si sono rivolti alla Germania o all’Austria – ma in proporzione il fenomeno è meno diffuso.
L’evoluzione in atto “non è una vera sorpresa”, ha sostenuto l’addetto stampa SRG SSR. A suo avviso ci vorrà del tempo per recuperare la situazione. Resta il fatto che “la digitalizzazione è una realtà”, un processo destinato ad accelerare ulteriormente, ha argomentato.
In termini di penetrazione netta – ovvero del numero di persone che hanno ascoltato almeno una volta la radio nell’arco di un determinato lasso di tempo – emerge che fra gennaio e marzo le reti della SSR hanno perso complessivamente il 15%. Nelle rispettive regioni linguistiche, la SRF ha ceduto il 18%, la RTS il 25% e la RSI il 29%.
Per le radio private, la fine dell’FM è prevista per la fine del 2026. “Se perdiamo un quarto dei nostri ascoltatori, la pubblicità crollerà e alcune stazioni chiuderanno”, mette in guardia Zahno.