Rapporto bacchetta gli esperti climatici dell’ONU
Al fine di evitare gli errori del passato, il Comitato intergovernativo dell'ONU sui cambiamenti climatici (IPCC) deve essere radicalmente riformato, indica un rapporto voluto dalle Nazioni Unite. Le sue conclusioni sulle origini umane del riscaldamento non sono ad ogni modo rimesse in discussione.
«Per far fronte a valutazioni climatiche sempre più complesse, l’IPCC deve riformare profondamente la sua struttura direttiva e rafforzare le sue procedure», indica il rapporto del Comitato interaccademico IAC, formato da 15 accademici di tutto il mondo.
Dall’analisi voluta dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon per far luce sull’operato dell’IPCC, emerge in particolare la necessità di creare un comitato esecutivo in cui siederebbero delle personalità esterne all’IPCC.
Vanno inoltre rafforzate le procedure di verifica e rivista la durata del mandato del presidente del gruppo.
300 anni in anticipo
La pubblicazione del rapporto è stata accolta positivamente dal presidente dell’IPCC, l’indiano Rajendra Pachauri, che dalla sede di Ginevra ha parlato di un documento «indipendente, esaustivo e imparziale».
L’IPCC può migliorarsi e lo farà, ha aggiunto Pachauri. Le raccomandazioni, ha però puntualizzato, dovranno essere discusse da tutti i governi durante un incontro nel mese di ottobre.
Nel mese di gennaio, l’IPCC aveva riconosciuto di aver commesso uno «spiacevole errore» affermando, nel suo ultimo rapporto nel 2007, che i ghiacciai dell’Himalaya si stavano riducendo più rapidamente degli altri e che rischiavano di svanire entro il 2035. In realtà, la scomparsa dei ghiacciai non avverrebbe prima del 2350.
Gli esperti climatici avevano inoltre affermato che il 55% dei Paesi bassi si sarebbe ritrovato sott’acqua. Secondo il governo olandese, che ha chiesto uno studio all’Agenzia nazionale per la valutazione dell’ambiente, tale proporzione è invece del 26%.
Conclusioni esatte
Questi errori di valutazione avevano gettato alcune ombre sulle conclusioni alle quali era giunto l’IPCC, secondo cui il riscaldamento climatico è dovuto all’attività umana.
Gli errori, puntualizza comunque il rapporto presentato lunedì, non rimettono in questione le conclusioni del gruppo d’esperti. «Il metodo utilizzato dall’IPCC per produrre le sue valutazioni periodiche [sull’evoluzione del clima, ndr] è stato nel suo insieme coronato da successo», scrivono gli autori dello studio.
Una posizioni ribadita anche dal presidente dell’IPCC: «Il riscaldamento climatico – ha detto Rajendra Pachauri – è un fatto che gode di un ampio consenso».
Il ricercatore elvetico Thomas Stocker, copresidente dell’IPCC, ha dal canto suo auspicato che il rapporto possa rafforzare in futuro la fiducia e la credibilità del gruppo di esperti.
I prossimi rapporti dell’IPCC saranno pubblicati nel 2013 e nel 2014.
swissinfo.ch e agenzie
Il Comitato intergovernativo dell’ONU sui cambiamenti climatici (IPCC), che ha sede a Ginevra, è stato creato nel 1988 per raccogliere informazioni e allestire degli studi sull’evoluzione del clima.
È organizzato in tre gruppi di lavoro che si occupano di aspetti specifici: basi scientifiche dei cambiamenti climatici; impatto dei cambiamenti sui sistemi naturali e sull’uomo; riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra.
I risultati dei primi lavori dell’IPCC hanno spinto la comunità internazionale ad adottare la Convenzione dell’ONU sul clima nel 1992 e il Protocollo di Kyoto nel 1997.
Dal 2002 è presieduto dall’indiano Rajendra Pachauri.
Nel 2007, il gruppo di esperti climatici dell’ONU e l’ex vicepresidente statunitense Al Gore hanno ricevuto il Nobel per la pace per il loro impegno contro il riscaldamento climatico.
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