Alpi più pericolose con il ritiro dei ghiacciai?
Lo scioglimento dei ghiacciai destabilizza i versanti delle montagne e accresce il rischio di frane e di inondazioni. Apre però anche nuovi scenari per il turismo alpino.
È una calda giornata d’estate, senza una goccia di pioggia. La gente del luogo si appresta a cenare, mentre i turisti si godono l’aria di montagna passeggiando tra i tipici chalet svizzeri. A ZermattCollegamento esterno, ai piedi del Cervino, nulla lascia presagire che il placido torrente che attraversa il villaggio si sta per trasformare in un’impetuosa massa d’acqua e fango.
La piena del Triftbach non ha provocato vittime, ma ha causato danni alle abitazioni e alle infrastrutture. All’origine c’è stato lo svuotamento improvviso di un lago sotterraneo che si era formato sotto un ghiacciaio a monte della località turistica vallesana, in quello che la sindaca di Zermatt Romy Biner-Hauser ha definito “un capriccio imprevedibile della natura”.
Individuare con anticipo fenomeni del genere è “estremamente difficile”, concorda Christophe LambielCollegamento esterno, esperto di geomorfologia e professore all’Università di Losanna. Prevedibile è invece il fatto che il riscaldamento climatico aumenterà la probabilità di assistere a questi eventi estremi. “Alcuni villaggi alpini sono minacciati”, rileva Lambiel.
Dalla cima delle Alpi fino in pianura, la serie di articoli di swissinfo.ch illustra le conseguenze dello scioglimento dei ghiacciai a un determinato intervallo di altitudine, presentando le strategie di adattamento e di mitigazione adottate in Svizzera.
3’000 – 4’500 metri: ghiacciai alpini e paesaggio
2’000 – 3’000 m: pericoli naturali e turismo
Un pericolo nascosto nel ghiacciaio
Le alte temperature e soprattutto il perdurare delle ondate di caldo accelerano lo scioglimento di neve e ghiaccio in montagna. Sopra, a lato o sotto al ghiacciaio possono formarsi dei laghi più o meno voluminosi.
Facilmente monitorabili tramite webcam o immagini satellitari, i laghi che si formano sulla superficie di un ghiacciaio sono i meno problematici. Il lago di Les Faverges sul ghiacciaio della Plaine Morte, fra i cantoni di Berna e Vallese a 2’700 metri di altitudine, si svuota in modo naturale ogni anno. Un sistema di allerta avverte la popolazione quando il livello del lago inizia ad abbassarsi.
L’animazione seguente illustra lo svuotamento naturale del lago di Les Faverges:
Per evitare inondazioni nel villaggio sottostante di Lenk e nella valle della Simmen – il lago di Les Faverges è di anno in anno più grande – è stato di recente scavato un canale di drenaggio artificiale. Lo stesso dispositivo è stato adottato già una decina di anni fa nel ghiacciaio inferiore di GrindelwaldCollegamento esterno, nell’Oberland bernese.
Altri sviluppi
Nascita e scomparsa di un lago glaciale
Per Christophe Lambiel, più preoccupanti sono le sacche d’acqua che si formano all’interno del ghiacciaio. I laghi subglaciali possono contenere decine di migliaia di metri cubi d’acqua, che rischiano di riversarsi a valle senza preavviso appena l’acqua trova un cammino attraverso il ghiaccio. “Come nel caso di Zermatt, ci si accorge della loro presenza quando oramai è troppo tardi”, osserva Christophe Lambiel.
Tentare di individuarli tramite delle sonde risulterebbe “troppo complicato e costoso”, afferma il geologo cantonale vallesano Raphaël Mayoraz al quotidiano Le Nouvelliste. Esistono comunque soluzioni alternative. Ad esempio, l’impiego di geofoni per rilevare onde sismiche e movimenti nel sottosuolo, oppure di sensori che misurano la portata d’acqua nei torrenti.
I nuovi laghi di montagna che si formano con lo scioglimento dei ghiacciai non comportano soltanto un accresciuto rischio di disastri naturali. L’apparizione di bacini d’acqua sulla roccia liberata dal ghiaccio può anche offrire dei paesaggi d’interesse turistico.
Secondo uno studioCollegamento esterno pubblicato nel 2014, sulle Alpi svizzere potrebbero formarsi centinaia di nuovi laghi, per una superficie totale di oltre 50 km2. Questi laghi glaciali “valorizzano il paesaggio”, sottolinea lo studio. Ponti sospesi (come quello del Trift nell’Oberland bernese), vie ferrate e sentieri didattici possono rappresentare nuove attrazioni per gli appassionati di montagna.
+ Quando i laghi rimpiazzeranno i ghiacciai: rischi e vantaggi
Montagne più instabili
I laghi instabili in montagna non sono l’unica minaccia per villaggi, vie di comunicazione e infrastrutture nella regione alpina.
“Con l’aumento delle temperature, i cosiddetti ghiacciai ‘sospesi’, su pendii molto ripidi, perdono aderenza rischiando di provocare delle valanghe di ghiaccio. Lo abbiamo visto nel 2017 a Saas-GrundCollegamento esterno, in Vallese”, spiega Christophe Lambiel.
Il ritiro dei ghiacciai e in particolare il disgelo del permafrostCollegamento esterno – il terreno perennemente ghiacciato presente nelle Alpi a oltre i 2’500 metri di quota – destabilizzano poi i versanti delle montagne. Grandi masse di materiali mobili potrebbero mettersi in movimento sotto l’azione dell’acqua in buona parte delle Alpi, avverteCollegamento esterno l’Organo consultivo sui cambiamenti climatici (OcCC).
Massi sui sentieri alpini
Il mutamento del paesaggio alpino rappresenta una sfida quotidiana per chi gestisce le capanne alpine. Circa un terzo dei 153 rifugi del Club alpino svizzero (CASCollegamento esterno) si trova in prossimità di un ghiacciaio.
Per recarsi al rifugio del TriftCollegamento esterno, un tempo raggiungibile a piedi attraverso la lingua del ghiacciaio, è stato costruito un ponte sospeso che ogni anno attira centinaia di turisti. A causa del cambiamento climatico, anche l’accesso alla capanna del Monte Rosa è stato completamente rivisto. Il nuovo itinerario è più sicuro, più corto e necessita di meno manutenzione, scriveCollegamento esterno il CAS.
Laddove non è possibile trovare vie alternative, i collaboratori del CAS sono chiamati a ristabilire i sentieri. Per René Wyss, responsabile della manutenzione dei sentieri alpini, ciò significa un duro e pericoloso lavoro sul fianco della montagna.
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Rocce sui sentieri alpini
Montagna più pericolosa?
Christophe Lambiel dell’Università di Losanna, spesso sul terreno, afferma di non sentirsi maggiormente in pericolo rispetto al passato. Secondo lui, il pericolo rappresentato oggi dai ghiacciai è “verosimilmente minore” rispetto a 150 anni fa.
Il motivo è semplice, spiega l’esperto di geomorfologia: “I ghiacciai sono più piccoli e c’è quindi meno ghiaccio”, afferma, ricordando alcune grandi catastrofi del secolo scorso. Tra queste quella del 1965 alla diga di Mattmark, in Vallese, in cui morirono 88 persone.
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Non dimenticare Mattmark
Prudenza quando fa caldo
“Sappiamo quali sono i ghiacciai più problematici in Svizzera”, sottolinea Christophe Lambiel. In Vallese, quelli che rappresentano un rischio sono due.
Ma malgrado la Svizzera possieda una rete di misurazioni tra le più dense al mondo, sistemi di sorveglianza e di allerta, il ricercatore invita alla prudenza. “Non possiamo controllare tutto. Agli amanti della montagna e agli alpinisti consiglio di essere vigili e di prendere tutte le precauzioni, soprattutto durante i periodi di canicola”.
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Neve artificiale per salvare i ghiacciai delle Alpi
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