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Evitare i venti contrari nell’eolica

L'impianto del Mont-Crosin, nel Giura bernese, è il più grande della Svizzera suisse-eole.ch

La Svizzera sta accelerando la sua corsa verso l'energia eolica. Per ridurre i conflitti d'interesse tra lo sfruttamento delle risorse e la protezione dell'ambiente, Berna invita i cantoni ad agire in modo unitario.

Alinghi lo ha dimostrato: col vento si può andare lontano. Basta saperlo sfruttare nella maniera più efficace. A differenza dell’imbarcazione di Bertarelli, la Svizzera non naviga però con il vento in poppa e in materia di sfruttamento eolico ha ancora parecchia strada da percorrere.

Le cifre sulla capacità di produzione di energia eolica parlano chiaro: in Europa, la Svizzera figura tra gli ultimi della classe. «Non ci possiamo definire un “paese eolico”», riconosce Michael Kaufmann, vicedirettore dell’Ufficio federale dell’energia (UFE). «Disponiamo però di siti attrattivi e di un discreto potenziale».

Grazie soprattutto agli incentivi statali, nell’ultimo anno c’è stata un’esplosione delle domande di costruzione di impianti eolici. In una corsa in cui l’utilizzo delle risorse si scontra con molteplici interessi (ambientali, economici, turistici,…), i conflitti sono inevitabili. Da qui la necessità, da parte della Confederazione, di intervenire fornendo delle linee direttive.

Boom di richieste

Oggi in Svizzera, gli impianti eolici hanno una potenza installata complessiva di 17,6 Mega Watt (MW), per una produzione annua di circa 27 milioni di kWh (l’equivalente del consumo energetico di circa 7’000 economie domestiche).

A titolo di paragone, l’Austria dispone di una capacità totale di 995 MW, mentre l’Italia, tra i più attivi in Europa, ha una potenza installata di 4’850 MW. In Danimarca (3’500 MW), il 20% dell’elettricità è prodotta col vento. Una quota che in Svizzera non sfiora nemmeno lo 0,1%.

Nonostante gli svantaggi legati all’alta densità demografica e ai venti poco costanti, la Svizzera si è fissata un ambizioso obiettivo: entro il 2030 l’energia eolica dovrà garantire una produzione di elettricità di 600 milioni di kWh all’anno, pari al fabbisogno di 150’000 famiglie.

Per raggiungere tale obiettivo è stato introdotto il principio della rimunerazione a copertura dei costi (RIC) per l’immissione in rete di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili.

In pratica, chi produce elettricità “verde” ha la garanzia di poterla vendere ad un prezzo che assicura il ritorno dell’investimento. La misura si è rivelata efficace: dall’introduzione della RIC nel gennaio 2009, le nuove richieste per impianti eolici sono state centinaia.

Eolica vs natura

Nei prossimi cinque anni, prevede l’UFE, verranno verosimilmente messi in rete più di 100 impianti (oggi sono una trentina). I luoghi di ubicazione dal potenziale maggiore si trovano sulle alture del Giura, nelle Alpi (in particolare sui passi alpini) e nelle Prealpi.

«Le zone in cui l’energia eolica sarebbe redditizia [velocità del vento di almeno 5,5 metri al secondo] coincidono spesso con le aree protette», rileva Kaufmann.

Per prevenire gli scontri tra chi vuole energia pulita e chi difende ambiente e paesaggio, gli Uffici federali dell’energia, dello sviluppo territoriale e dell’ambiente hanno presentato a fine marzo una serie di raccomandazioni per la realizzazione di installazioni eoliche.

Il documento, che va a completare la “Concezione energia eolica Svizzera” del 2004, «presenta le procedure di pianificazione ideali ed espone i principali criteri da considerare in campo ecologico, paesaggistico ed economico», spiega il vicedirettore dell’UFE.

Niente turbine nei parchi

Le raccomandazioni sono destinate in primo luogo a cantoni e comuni, responsabili del rilascio delle autorizzazioni di costruzione.

La Confederazione suggerisce di incoraggiare soltanto i progetti che permettono uno sfruttamento efficace dell’energia eolica e un allacciamento semplice alla rete di distribuzione. Idealmente, le turbine eoliche non dovrebbero spuntare in modo sparso, ma andrebbero concentrate in alcuni siti.

Determinate regioni – quali le torbiere d’importanza nazionale, il Parco nazionale dei Grigioni e i nuovi parchi nazionali – vanno escluse a priori. Per altri luoghi sfruttabili per l’energia eolica, come le aree di rifugio di uccelli o i corridoi di migrazione dei pipistrelli, si dovranno soppesare accuratamente gli interessi in gioco.

Tra gli altri criteri da considerare vi è poi l’accettazione del progetto da parte di popolazione e proprietari fondiari, così come l’impatto fonico.

Superare gli obiettivi

La volontà della Confederazione di armonizzare le procedure di pianificazione e di autorizzazione è stata accolta positivamente dall’Associazione per la promozione dell’energia eolica in Svizzera.

Se le nuove raccomandazioni saranno applicate rapidamente, «gli obiettivi per il 2030 potrebbero essere ampiamente superati», ritiene Suisse Eole. Secondo l’associazione, entro vent’anni l’energia eolica potrebbe coprire il 2,5% del fabbisogno del paese (7% nel 2050).

Luigi Jorio, swissinfo.ch

Il primo generatore eolico in Svizzera è entrato in funzione nel 1986 a Soolhof (Basilea Campagna).

Al momento sul territorio elvetico si contano oltre 30 impianti eolici; il più grande si trova sul Mont Crosin, nel Giura bernese.

Negli ultimi anni sono stati presentati diversi nuovi progetti. Tra i più importanti vi sono i parchi eolici del San Gottardo (Ticino), del Grimsel (Vallese) e del Gütsch (Uri).

Sulle alture di Delémont, nel Giura, è poi prevista la realizzazione di uno dei parchi eolici più grandi della Svizzera, mentre tra Neuchâtel e il canton Vaud dovrebbe entrare in funzione la più grande centrale eolica del paese.

Con queste iniziative, la Confederazione intende colmare il ritardo accumulato rispetto ad altri paesi. Nella classifica stilata a fine 2009 dall’Associazione mondiale per l’energia eolica, che prende in considerazione la capacità totale di produzione, la Svizzera si situa al 53. posto con 17,6 Mega Watt.

In Europa, i paesi più avanzati sono Germania (25’780 MW), Spagna (19’150), Italia (4’850), Francia (4’520) e Gran Bretagna (4’100).

A livello mondiale, la potenza installata degli impianti a energia eolica è passata dai 59’000 MW di fine 2006 ai 159’000 di fine 2009.

Questi impianti producono 340 Tera Wattora di elettricità all’anno, ovvero l’equivalente della domanda in elettricità dell’Italia.

L’eolica copre il 2% del consumo elettrico mondiale (4,8% nell’Unione europea) e nel 2009 ha permesso di ridurre di 100 milioni di tonnellate le emissioni di CO2 in Europa.

I principali paesi produttori sono Stati Uniti, Cina e Germania.

Nel 2009, il settore eolico ha generato una cifra d’affari di 50 miliardi di euro (circa 75 miliardi di franchi). Impiega oltre mezzo milione di persone in tutto il pianeta.

(fonte: Rapporto 2009 dell’Associazione mondiale per l’energia eolica)

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