Quando è legale sparare al lupo sbagliato
Le autorità elvetiche stanno facilitando l'uccisione dei lupi, la cui popolazione in Svizzera è destinata a raggiungere i 350 esemplari in Svizzera entro il 2025. Ma l'organizzazione Gruppo lupo svizzero non ci sta ed è ricorsa alle vie legali dopo l'abbattimento ingiustificato di tre lupi lo scorso anno.
Mentre andava a caccia di un lupo ufficialmente designato come problematico, un guardiacaccia della Svizzera occidentale ha sparato e ucciso l’animale sbagliato la notte del 27 novembre 2022. Le autorità avevano inserito un giovane lupo nella lista dei bersagli, ma come ha rivelato un’analisi del DNA all’inizio del 2023, è stato M95, un maschio da riproduzione, a finire nel mirino nel Canton Vaud.
Sempre l’anno scorso, due scambi di identità altrettanto fatali si sono verificati nel cantone dei Grigioni e nel Vallese. Il Gruppo lupo svizzero (GLS) ritiene che questi errori siano inaccettabili perché l’uccisione di un capobranco piuttosto che di un animale giovane può causare la disgregazione del branco. Se privati della forza del branco, i lupi potrebbero rivolgere maggiormente le loro attenzioni verso prede facili come pecore e capre.
“Sparare a un capobranco non è una questione banale”, afferma David Gerke, direttore generale del GLS. “È un intervento serio che influisce sulla popolazione dei lupi”. Ora la sua organizzazione, che si descrive come “la voce dei grandi carnivori in Svizzera”, potrebbe presentare una denuncia penale.
“Gli ordini di abbattimento in quanto tali erano legittimi, ma gli abbattimenti non corrispondevano agli ordini. Si tratta di una violazione della legge sulla caccia, punibile con una multa o una sanzione”, spiega Gerke. Sono necessari ulteriori chiarimenti per determinare chi debba essere accusato. Sebbene gli errori siano stati commessi dai guardiacaccia che hanno sparato, Gerke sottolinea che il GLS “non è affatto interessato a punire i guardiacaccia, perché stanno solo eseguendo gli ordini”.
Nonostante questi episodi, le autorità elvetiche stanno allentando le regole per l’uccisione dei lupi. Proprio questa settimana, il Gran Consiglio del Cantone dei Grigioni ha approvato una mozione a favore della soppressione di un branco, che in quattro anni ha predato 236 animali nel Beverin, e ha snellito le procedure per abbattere i lupi problematici.
La fondazione KORA, che monitora l’ecologia dei carnivori svizzeri e la gestione della fauna selvatica, registra dati dettagliati sui nuovi nati e sulle perditeCollegamento esterno all’interno della popolazione svizzera di lupi. La morte di M95 è stata la 105esima registrata dal 1998; la causa è indicata come “abbattimento legale”.
Cacciato fino all’estinzione
Alla fine del XIX secolo, i lupi svizzeri sono stati cacciati fino all’estinzione. Poi, nel 1995, un lupo solitario ha attraversato il confine dall’Italia. Oggi, circa 20 branchi con circa 180 lupi vivono in Svizzera e lungo i confini italiani e francesi. Secondo le stime di KORA, nel 2025 la Svizzera avrà 50 branchi e un totale di 350 lupi.
Il ritorno del lupo in Svizzera suscita reazioni controverse. Da un lato, è celebrato da ecologisti ed ecologiste, che sottolineano il ruolo dei carnivori nel favorire e mantenere la biodiversità. Dall’altro, è fonte di preoccupazione per agricoltrici e agricoltori. I lupi si nutrono tipicamente di cervi, camosci e cinghiali, ma pecore e capre sono un’aggiunta gradita alla loro dieta.
Negli ultimi decenni le perdite di bestiame sono aumentate in modo esponenziale. Dal 1998 al 2008 sono state registrate circa 1’000 uccisioni in totale; dal 2020, il bilancio annuale è quasi altrettanto elevato.
Gli allevatori e le allevatrici che perdono il bestiame a causa degli attacchi dei lupi vengono risarciti dalle casse pubbliche. Ricevono inoltre aiuti finanziari per l’acquisto di recinzioni di sicurezza e cani da protezione delle greggi.
Iniziative per ridurre la protezione
Secondo la Convenzione internazionale di BernaCollegamento esterno, il lupo è una specie faunistica “assolutamente protetta”. Tuttavia, la Svizzera ha proposto per due volte di declassare questo status a “protetto”, l’ultima volta in occasione della riunione del comitato permanente della Convenzione a novembre 2022. Questa classificazione della Convenzione consente “un certo margine di manovra… se il livello della popolazione lo consente”. Andorra, Islanda, Regno Unito e i 27 Paesi dell’UE si sono opposti all’emendamento, sostenuto invece da Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Liechtenstein e Turchia. Monaco, Norvegia e Serbia si sono astenuti.
Nel dicembre 2022, il Parlamento svizzero ha approvato delle modifiche alla legge sulla caccia per rendere più facile l’abbattimento dei lupi. Con il consenso del Governo federale, i Cantoni saranno autorizzati a regolare i lupi dal 1° settembre al 31 gennaio. Gli abbattimenti dovrebbero prevenire le perdite di bestiame senza mettere in pericolo la popolazione di lupi. Un prerequisito per l’abbattimento è che la protezione delle greggi non sia stata possibile attraverso misure ragionevoli.
In un referendum del 2020, l’elettorato svizzero ha respinto la precedente revisione della legge da parte del Parlamento, che avrebbe permesso ai singoli Cantoni di sparare agli animali selvatici senza ottenere l’autorizzazione federale. A meno che non ci sia un altro referendum, le ultime revisioni dovrebbero entrare in vigore nel 2024.
Abbattimento massiccio in Svezia
Altri Paesi hanno approcci diversi e talvolta più severi nei confronti dei lupi. Nelle ultime settimane, un massiccio abbattimento di lupi in Svezia ha suscitato un nuovo dibattito dopo che il Governo ha dato a chi caccia il permesso di uccidere 75 animali su una popolazione di 460. In una lettera pubblicata lo scorso anno sulla rivista ScienceCollegamento esterno, un gruppo internazionale di specialisti e specialiste aveva già criticato questi abbattimenti, che secondo loro mettono in pericolo la popolazione svedese di lupi.
“La caccia, condotta sia legalmente che illegalmente, ha impedito l’espansione della popolazione e l’afflusso di variazioni genetiche”, hanno scritto, sottolineando che la base genetica era già estremamente ristretta. “L’immigrazione limitata seguita dalla consanguineità potrebbe portare all’estinzione”. Questa popolazione di lupi scandinavi, piuttosto isolata, si aggira tra la Svezia e la vicina Norvegia, e circa il 90% dei suoi membri risiede nel primo Paese.
“L’idea di uccidere i lupi o di gestire le popolazioni di grandi carnivori è attualmente una delle questioni che più dividono l’Europa”, afferma John Linnell, scienziato dell’Istituto norvegese per la ricerca sulla natura. “Ma si tratta più di diritti degli animali che di conservazione: purtroppo molte persone non riescono a separare le due cose”, afferma. In uno studio del 2017, Linnell e i suoi colleghi e colleghe hanno analizzato le argomentazioni spesso utilizzate per giustificare l’uccisione dei lupi in Norvegia e le hanno messe in relazione con i criteri di eccezione previsti dalla Convenzione di Berna.
Linnell ha l’impressione che la Svizzera stia facendo bene in termini di gestione del superpredatore. “Ricordo una Svizzera senza lupi, dove l’idea del lupo era impensabile. Oggi la popolazione è in aumento, si lavora attivamente per proteggere le pecore e si reagisce ai lupi che si comportano male con la rimozione selettiva”.
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Mai assolutamente certi
Quanto è difficile identificare e abbattere l’animale giusto? Dipende in parte dal momento, dice il direttore dello GLS Gerke.
“Quando i giovani animali sono ancora chiaramente distinguibili dai lupi adulti, ci si aspetta che le autorità siano in grado di distinguerli”, afferma Gerke, sottolineando che in autunno i cuccioli hanno proporzioni notevolmente diverse, con zampe più corte e teste e orecchie dall’aspetto più grande.
Man mano che crescono diventa più difficile distinguerli dagli adulti. Molti degli abbattimenti avvengono di notte e, come sottolinea Gerke, “logicamente far la distinzione è più difficile di notte che di giorno”.
Lo scorso gennaio, le autorità venatorie del Canton Berna hanno abbattuto un lupo sospettato di aver ucciso 22 pecore tra l’ottobre e il dicembre 2022, tra cui dieci che vivevano in aziende agricole che le autorità hanno descritto come dotate di “sufficienti misure di protezione del gregge”. In breve, si trattava di un “lupo problematico” per gli standard svizzeri, anche se è questo stesso termine a essere piuttosto problematico, secondo Niklaus Blatter, ispettore della caccia del Canton Berna.
“Spesso un’attività naturale diventa un problema dal punto di vista umano o di un gruppo di esseri umani”, afferma. Tuttavia, Blatter e il suo team sono convinti che condannare questo particolare animale fosse la cosa giusta da fare. Il lupo a cui hanno sparato stava tentando di attaccare un gregge che aveva già subito perdite – in altre parole, era in atto un attacco ripetuto.
“Siamo quindi sicurissimi di aver sparato al lupo ‘giusto'”, dice Blatter, “ma nella gestione dei lupi la certezza assoluta esiste raramente”.
Il cadavere del lupo è sotto esame presso l’Istituto per la salute dei pesci e della fauna selvatica dell’Università di Berna.
A cura di Sabrina Weiss e Balz Rigendinger
Traduzione e adattamento dall’inglese: Sara Ibrahim
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