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I progetti di geotermia possono assicurare l’indipendenza energetica della Svizzera?

Trivelle a Lavey-les-Bains.
I lavori di trivellazione a Lavey-les-Bains, nella Svizzera sud-occidentale, sono iniziati nel gennaio 2022. L'obiettivo del progetto geotermico è quello di sfruttare l'acqua calda del sottosuolo per generare elettricità e calore per 1'000 abitazioni e altre infrastrutture. © Keystone / Laurent Gillieron

La guerra in Ucraina e la crisi climatica hanno spinto i governi a cercare fonti di energia locali. I fautori della geotermia profonda sostengono che simili progetti possono aiutare a garantire l'approvvigionamento della Svizzera. C'è bisogno però di una "storia di successo".

Nel complesso termale di Lavey-les-BainsCollegamento esterno, gli ospiti e le ospiti possono godersi lo splendido panorama delle montagne mentre sguazzano beatamente nelle piscine all’aperto. A una temperatura di 33-36 °C, l’acqua terapeutica e gorgogliante è probabilmente la più calda della Svizzera. Quando esce in superficie nella valle del Rodano, non lontano dal lago di Ginevra, l’acqua ha già percorso un lungo viaggio. Dalle montagne che si trovano dall’altra parte, scorre nel sottosuolo a 3’000 metri di profondità, si riscalda in una rete di fratture prima di risalire all’aria aperta nel villaggio di Lavey-Morcles.

A un tiro di schioppo dai bagni, il rumore metallico delle trivelle rompe l’incanto e il silenzio. Da gennaio, un gruppo di ingegneri perforano le viscere della Terra alla ricerca di acqua calda. A quasi 200 anni dalla scoperta della sorgente, gli esperti si augurano di riuscire a sfruttare questa “anomalia geologica” per produrre energia e calore sostenibili, contribuendo così alla transizione energetica della Svizzera.

illustrazione del sito geotermico di Lavey-les-Bains
Dalla regione della diga di Emosson, l’acqua scorre in profondità nel sottosuolo, riscaldandosi prima di risalire in superficie nella Valle del Rodano attraverso una rete di fessure. AGEPP

“Stiamo procedendo bene”, dice Jean-François Pilet, direttore della società Alpine Geothermal Power Production,Collegamento esterno che gestisce l’area dove avviene la trivellazione. “All’inizio procedevamo molto lentamente, ora invece la perforazione va avanti un po’ più in fretta”. L’obiettivo del progetto è di sfruttare l’acqua con una temperatura di almeno 110 °C, con una portata ideale di 40 litri al secondo per generare elettricità. In profondità, il punto di ebollizione dell’acqua è più alto rispetto a quello a livello del suolo siccome le pressioni sono maggiori.

Nella prima fase si prevede di raggiungere una profondità di 1’800 metri. L’impianto di trivellazione è predisposto a perforare a una determinata angolazione fino a 2’500 metri. Se la portata e la temperatura dell’acqua non saranno sufficienti, si prevede di continuare fino a 3’000 metri di profondità.

Grazie all’impiego di strumenti speciali, gli ingegneri sono in grado di conoscere con precisione le formazioni rocciose e di indentificare le fratture nella roccia dove l’acqua calda può circolare con facilità. “È un po’ come costruire un puzzle in 3D”, dice Pilet.

Quando la trivellazione sarà completata nel 2024 e l’area sarà dotata di una centrale elettrica, il progetto dovrebbe generare energia sufficiente per circa mille economie domestiche e per riscaldare altre strutture.

La posta in gioco di questo progetto pilota è grande. Le stime parlano di un costo di 40 milioni di franchi, investimento cofinanziato dall’Ufficio federale dell’energia (UFE). Se raggiungerà gli obiettivi prefissati, sarà la prima iniziativa volta a sfruttare la geotermia profonda nelle Alpi svizzere ad essere portata a termine con successo e potrebbe fare da apripista ad altre idee analoghe.

Progetto pilota

La geotermia è poco sfruttata in Svizzera. Inoltre non viene usata per produrre elettricità. L’energia geotermica a bassa profondità (fino a 400 metri) è usata principalmente tramite le pompe di calore, installate in case o edifici, e nel 2020 copriva circa l’1,3% del fabbisogno di riscaldamento della Confederazione. Secondo l’associazione Geotermia SvizzeraCollegamento esterno, entro il 2050 sarebbe possibile aumentare questa quota fino al 25% con impianti a bassa e media profondità.

Lavey-les-Bains, sito geotermico
La piattaforma di trivellazione si trova vicino al fiume Rodano, nei pressi delle terme di Lavey-les-Bains, nella Svizzera sud-occidentale. © Keystone / Laurent Gillieron

Anche l’Ufficio federale dell’energia è fiducioso: secondo la strategia energetica 2050, il 7% del consumo di elettricità a livello nazionale potrebbe essere coperto dalle fonti geotermicheCollegamento esterno. Stando a Benoit Valley, professore presso il Centro di idrogeologia e geotermia dell’Università di Neuchâtel, l’energia geotermica ha un grande potenziale in Svizzera. “La difficoltà risiede nell’attuazione dei progetti perché ci sono alcuni rischi”, sostiene Valley. “Dobbiamo essere disposti a investire enormi somme di denaro ed essere magari pronti a incassare un fallimento”.

Opportunità e rischi

Grazie anche alle sovvenzioni e alle iniziative di alcuni cantoni, l’energia geotermica sta suscitando di nuovo un certo interesse. In discussione ci sono progetti nei cantoni Vaud, Ginevra, Giura, Friburgo, Basilea, Turgovia e nella Svizzera centrale.

[La cartina sotto presenta una panoramica dei progetti geotermici in Svizzera: verde (progetto attuato); blu (progetto in fase di realizzazione); giallo (progetto in fase di pianificazione); rosso (progetto abbandonato).]

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“Dopo qualche esitazione iniziale, la Svizzera si è finalmente lanciata nell’esplorazione del sottosuolo e nello sviluppo del potenziale geotermico”, ha scritto l’esperto Nicole Lupi in un articoloCollegamento esterno pubblicato di recente sul sito online La Vie Economique.

In Europa, le nazioni leader nella promozione e nella realizzazione di progetti volti a sfruttare questa energia sono Islanda, Francia e Germania. Secondo Lupi, visto che in passato non ha mai esplorato il sottosuolo alla ricerca di petrolio e gas, la Svizzera non dispone di un’esperienza in questo campo e deve partire “quasi da zero”.

Ci sono molti possibili ostacoli da superare. I progetti di geotermia profonda possono essere rallentati da questioni ambientali. Anche la trivellazione non è priva di rischi. Ad esempio, piccole scosse sismiche hanno obbligato ad abbandonare i progetti a San Gallo (2013) e a Basilea (2006). Ultimamente, la decisione del governo del Giura di promuovere un’iniziativa di geotermia profonda a Haute-Sorne ha suscitato non poche preoccupazioni nella popolazione del comune. Stando a Jack Aubry, presidente di un’associazione di cittadini nella regione del Giura, l’idea di iniettare acqua a 5000 metri di profondità è un “pericoloso esperimento scientifico “.

Jean-François Pilet sostiene che il progetto è sicuro. Il presidente della Alpine Geothermal Power Production spiega che non è paragonabile a quelli falliti a San Gallo e Basilea e assicura che la trivellazione è costantemente monitorata.

“Non stiamo perforando una faglia geologica simile a quella di San Gallo. Inoltre, non stiamo facendo del fracking idraulico come a Basilea”, spiega Pilet. “Con il nostro progetto realizziamo un unico pozzo per estrarre acqua. Non vogliamo iniettarla in profondità”.

Punta di trivella
La punta di una trivella utilizzata per il progetto geotermico di Lavey. swissinfo.ch

Stando a Lupi, l’energia geotermica profonda presenta vari vantaggi rispetto ad altre fonti rinnovabili. Può essere sfruttata sempre e incrementata durante i picchi di richiesta giornalieri o stagionali. Una caratteristica che può aiutare a superare le difficoltà di approvvigionamento in inverno e ridurre la dipendenza della Svizzera dal gas. Inoltre, il prezzo dell’energia geotermica è stabile, a differenza dei prezzi volatili del petrolio e non è soggetto alle variazioni climatiche.

“Ciò che ci serve ora è una storia di successo che metta le ali a questa energia sostenibile”, scrive Lupi sulla pagina web di La Vie Economique. “La soluzione ce l’abbiamo letteralmente sotto i nostri piedi”.

Altri sviluppi

Sostituire il gas russo

La crisi climatica e la guerra in Ucraina hanno aguzzato l’ingegno ed evidenziato la necessità di puntare sulle fonti sostenibili come quella geotermica per accelerare la transizione energetica e garantire l’approvvigionamento.

In Svizzera, il gas rappresenta il 15% del consumo di energia a livello nazionale. Viene usato soprattutto per il riscaldamento delle abitazioni e per cucinare. Circa il 50% del gas importato proviene dalla Russia: è l’equivalente di 16 terawattora (Twh).

Per ridurre la dipendenza da Mosca, il governo elvetico ha intensificato gli sforzi per procurarsi gas da altre nazioni, aumentare la capacità di stoccaggio e importare gas naturale liquefatto.

In questo momento, l’industria geotermica sta esercitando una forte pressione per ottenere la sua fetta di torta. Il mese scorso, 150 aziende e industrie hanno scritto una letteraCollegamento esterno alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen in cui le chiedono di sviluppare, il prima possibile, una strategia per sfruttare l’energia geotermica e per liberarsi dalla dipendenza del gas russo.

Geotermia Svizzera indica che l’energia geotermica potrebbe sopperire al blocco delle importazioni di gas dalla Russia. Ci vorrebbe solo la volontà politica. L’Ufficio federale dell’energia è più prudente e sostiene che il gas russo non può essere sostituito da una sola fonte e da un’unica tecnologia. “Nella situazione attuale”, sostiene Fabian Lüthi, portavoce dell’UFE, “il fattore tempo è fondamentale e dobbiamo cercare soluzioni a breve e a lungo termine”.

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