Il più grande edificio di legno del mondo è nato a Zurigo
Il gruppo editoriale Tamedia ha fatto costruire nel cuore di Zurigo un edificio di legno di sette piani, il più grande mai realizzato con questo materiale. Il suo ideatore, l'architetto giapponese Shigeru Ban – conosciuto anche per le sue opere di cartone – è ricorso anche al savoir-faire svizzero. Intervista.
Appena entrati nel nuovo palazzo di Tamedia, in riva al fiume Sihl, a darci il benvenuto ci sono delle colonne di legno, massicce, eleganti e signorili. Poco più in là, se ne intravvedono altre strette l’una accanto all’altra, che evocano il ricordo di un tempio giapponese.
Scelto senza concorso, l’architetto Shigeru Ban ha dovuto rispettare tre condizioni fissate da Pietro Supino, presidente del Consiglio di amministrazione di Tamedia: ambiente di lavoro gradevole, sostenibilità e costi contenuti.
«Ho pensato che il legno fosse perfetto per questo progetto», afferma Shigeru Ban, che ha sempre messo la lotta agli sprechi al centro del suo lavoro. L’artista giapponese, 56 anni, sottolinea inoltre il ruolo fondamentale svolto nel progetto zurighese dall’ingegnere svizzero Hermann Blumer, esperto nel campo delle costruzioni di legno.
Nato a Tokyo nel 1957, Shigeru Ban si è laureato nel 1984 alla Cooper Union School of Architecture di New York.
Nel 1982 ha lavorato per lo studio di architetti Arata Isozaki, a Tokyo, e nel 1985 ha fondato il suo studio.
Dal 1995 al 2000, è stato consulente per l’Alto commissariato ONU per i rifugiati (UNHCR).
Nel 1995 ha creato l’ONG Voluntary Architects Network (VAN), rete internazionale di architetti impegnati in progetti umanitari.
Dal 2000 al 2006 è stato membro della giuria del prestigioso premio di architettura Pritzker.
Attualmente insegna alla Kyoto University of Art and Design.
Tra le sue opere principali figurano: Curtain Wall House (1995), Paper House (1995), Furniture House (1995), Japan Pavillion Hannover Expo 2000, Nicolas G. Hayek Center – Tokyo (2007), Centre Pompidou Metz (2010).
swissinfo.ch: Quali sono gli aspetti innovatori di questo edificio?
Shigeru Ban: È un fatto del tutto nuovo che un edificio così imponente, con sette piani di uffici, venga realizzato con il legno. È la prima volta non solo in Svizzera, ma nel mondo intero. Di fatto, sono rimasto stupito che una costruzione di questo tipo non si sia scontrata con ostacoli normativi in Svizzera. In Giappone sarebbe stato impossibile.
L’uso di colonne strutturali di legno, al posto del cemento, era uno degli obiettivi principali del progetto. Volevo anche realizzare le travi e i tasselli senza ricorrere al metallo. Le travi, dalle forme particolari, non potevano che essere di legno, vista la flessibilità caratteristica di questo materiale.
Il presidente di Tamedia mi ha chiesto di creare «un ambiente di lavoro gradevole». È anche per questo che ho scelto il legno. In un edificio come questo, ci si sente tranquilli, in pace, come nel salotto di casa o in uno chalet di montagna.
swissinfo.ch: L’edificio ha un grande «spazio intermedio» aperto sull’esterno, che dovrebbe servire da zona di riposo. È esatto?
S.B.: Sì, ho creato uno spazio intermedio dove ci sono scale e luoghi di incontro. In queste zone, si possono aprire le finestre e respirare aria fresca, ascoltare il fiume, come se fossimo davvero all’esterno.
I giornalisti possono uscire dagli spazi chiusi e climatizzati per rilassarsi. Questo spazio è importante non solo da un punto di vista psicologico, ma anche del risparmio energetico.
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Piacevole, sostenibile e a basso costo?
swissinfo.ch: È solito dire che questo stabile è molto svizzero. Perché?
S.B.: È concepito grazie alla tecnologia svizzera del legno, la più moderna al mondo. In questo paese si trovano ingegneri di alto livello, così come produttori di legno di grande qualità. Inoltre, ci sono macchine per tagliare il legno in tre dimensioni, comandate via computer.
swissinfo.ch: Fa spesso riferimento al fortunato incontro con Hermann Blumer. Che ruolo ha avuto questo ingegnere svizzero?
S.B.: Fin dal primo incontro ci siamo capiti e abbiamo iniziato a lavorare assieme. Se non l’avessi conosciuto, né il centro Pompidou a Metz, in Francia, né lo stabile di Tamedia a Zurigo avrebbero visto la luce.
Io mi occupo di tutti i disegni, ma è lui che analizza la forma e riflette sul processo di fabbricazione. Nel caso del Centro Pompidou a Metz, ho dapprima collaborato con un ingegnere inglese. Non riusciva però a riprodurre le forme che avevo disegnato. Quando ho mostrato gli stessi schizzi a Hermann, mi ha detto: «Posso farlo così com’è». E mi ha fatto felice.
Siamo riusciti ad esplorare in modo reciproco le nostre potenzialità. E abbiamo intenzione di collaborare nuovamente per un progetto di Swatch Group a Bienne.
swissinfo.ch: Da un punto di vista ecologico, quali sono i vantaggi del legno?
S.B.: Prima di tutto, costruire un edificio di legno causa molto meno rumore rispetto a uno di cemento o metallo.
Se si confrontano i processi di fabbricazione, le emissioni di CO2 per il legno sono nettamente inferiori a quelle del metallo (un terzo) o del cemento (la metà). Il legno, inoltre, è l’unico materiale rinnovabile. Gli altri due sono limitati e un giorno spariranno.
Gli alberi crescono a una velocità superiore rispetto al consumo del legno, soprattutto in Europa. Dunque, fintanto che pianteremo alberi e li sfrutteremo rispettando la pianificazione, il legno resterà un materiale assolutamente fantastico.
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Il legno diventa trendy
swissinfo.ch: Quando si pensa al legno, però, viene subito in mente l’incendio…
S.B.: In realtà, il legno è un materiale difficile da ardere. È chiaro che il legno fine prende fuoco rapidamente, ma quello spesso non brucia così facilmente. La superficie del legno, una volta carbonizzata, protegge l’interno dell’elemento. D’altronde il carbone è spesso utilizzato come protezione contro il fuoco.
Per l’edificio di Tamedia, abbiamo calcolato prima di tutto lo spessore del legno necessario per la struttura, e vi abbiamo aggiunto quattro centimetri che potrebbero essere consumati in caso di incendio, ma che allo stesso tempo proteggerebbero la parte interiore.
swissinfo.ch: Lei cerca di creare un’opera che sia amata dalla gente. Cosa significa?
S.B.: Se un edificio non è apprezzato, non sarà mai «sostenibile e permanente». Al contrario, anche se si costruisce uno stabile temporaneo, come accade ad esempio dopo un terremoto, se piace potrà trasformarsi in qualcosa di duraturo.
Ad esempio, un edificio in cemento costruito unicamente a scopi commerciali resterà provvisorio. Perché un altro agente immobiliare lo comprerà e lo demolirà per farne uno nuovo.
Nel 1995 ho costruito una chiesa con tubi di cartone dopo il terremoto di Kobe. Questo luogo di culto provvisorio, che il prete aveva inizialmente rigettato, ha immediatamente raccolto i favori della popolazione. Questa «chiesa di carta» ora è apprezzata da tutti e si è trasformata in un edificio permanente.
Lo stabile di Tamedia, se sarà amato, resterà anch’esso per lungo tempo.
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