«Dobbiamo vivere con gli standard tecnologici del nostro tempo»
Le autorità svizzere hanno recentemente confermato che le radio FM cesseranno definitivamente la diffusione alla fine del 2024. Gli apparecchi radiofonici tradizionali saranno sostituiti con quelli digitali DAB+. Secondo Xavier Studer – esperto in nuove tecnologie – questa evoluzione è inevitabile, anche se lo standard DAB+ non è necessariamente la panacea.
Preannunciata già diversi anni fa, la fine della radio a modulazione di frequenza (FM) sta diventando sempre più tangibile. Il punto di svolta è avvenuto nella primavera del 2016, quando per la prima volta la radio è stata utilizzata più in modalità digitale (DAB+ e Internet) che in modalità analogica. Secondo l’Ufficio federale delle comunicazioni (UFCOM), la scorsa primavera la quota del consumo digitale ha raggiunto il 57%.
Vi sono segnali che indicano che il cambiamento ormai è in corso. Ad esempio, le auto nuove vendute attualmente sono dotate di un dispositivo DAB+ piuttosto che di una radio FM. Anche nei nuclei famigliari è il caso di iniziare a rimpiazzare gli apparecchi FM, che diventeranno obsoleti entro sei anni. Circa un terzo delle economie domestiche ha già provveduto alla sostituzione.
Per incoraggiare questo cambiamento, lo scorso 17 febbraio, l’UFCOM ha lanciato una campagna biennale dal titolo «La radio si trasferisceCollegamento esterno». Importanti personalità della scena musicale svizzera promuovono DAB+ in alcuni video.
Autore di un blogCollegamento esterno in francese dedicato alle nuove tecnologie e telecomunicazioni, Xavier Studer ha seguito da vicino questa evoluzione. Intervista.
swissinfo.ch: Come spiegare in parole semplici in cosa consiste il passaggio al DAB+?
Xavier Studer: si tratta semplicemente del passaggio dalla tecnologia analogica a quella digitale. Proprio come è successo in passato, quando abbiamo sperimentato la transizione dal vinile al compact disc. Per quanto riguarda la radio siamo già al DAB+, che è un’evoluzione del DAB e offre una migliore qualità audio.
swissinfo.ch: Interessante come paragone, perché la tendenza attuale per gli amanti della musica è quella di tornare… al buon vecchio vinile. Assisteremo allo stesso fenomeno per quanto riguarda la radio?
X. S.: Non credo, perché dobbiamo vivere con gli standard tecnologici del nostro tempo. In questo caso si parla del «capriccio» di alcune persone appassionate di musica, convinte che il suono sia migliore sul vinile. 20 o 30 anni fa queste stesse persone erano generalmente convinte che il suono fosse migliore su CD!
Ma la tecnologia non è influenzata (solo) dalle mode. Ci sono buone ragioni per passare al DAB+. Questa tecnologia permette ad esempio di trasmettere più canali radiofonici sulla stessa onda di frequenze utilizzata per la FM.
swissinfo.ch: In pratica, qual è il vantaggio per l’ascoltatore rispetto alla radio tradizionale?
X. S.: Sarei tentato di dire che la differenza non è poi così grande, perché se lo fosse, questo standard avrebbe avuto successo molto più rapidamente a livello internazionale. In termini pratici, il DAB+ offre una migliore qualità del suono e più informazioni sui programmi trasmessi, ad esempio l’indicazione dei titoli, dell’interprete o persino un’illustrazione della copertina dell’album.
swissinfo.ch: Quindi la differenza per quanto riguarda l’ascolto non sembra essere evidente.
X. S.: Il suono della FM è già abbastanza buono e alcuni sono convinti che il DAB+ non porti una grande evoluzione. Ma – oggettivamente – abbiamo a che fare con un segnale digitale, che permette di eliminare tutta una serie di interferenze, in particolare durante gli spostamenti. Dunque, in teoria, abbiamo un segnale più pulito.
swissinfo.ch: Ascoltandola si potrebbe pensare che il vero vantaggio del DAB+ sia la possibilità di trasmettere un maggior numero di canali.
X. S.: Lo sviluppo più sorprendente è probabilmente quello di permettere a più canali di passare attraverso la stessa gamma di frequenze. Ma questo può risultare vantaggioso per l’utente solo nel momento in cui la banda FM è satura e non c’è più spazio a sufficienza per far passare abbastanza canali radio…
swissinfo.ch: in Svizzera è necessaria una campagna pubblicitaria per incoraggiare il passaggio al DAB+. Non è un po’ strano dover promuovere una tecnologia presumibilmente migliore di quella attuale?
X. S.: Il passaggio al DAB+ è effettivamente un po’ lento, perché l’FM funziona bene, e l’utente nel suo utilizzo non vede necessariamente molti vantaggi in più rispetto alla radio tradizionale. Esistono anche diverse motivazioni tecniche. Ad esempio, le automobili sono state consegnate con ricevitori FM per molto tempo, e forse è mancata la volontà di uniformarsi a livello continentale.
swissinfo.ch: Al giorno d’oggi praticamente tutti posseggono uno smartphone con connessione internet illimitata, che permette di ascoltare la radio. In questo contesto si ha l’impressione che il DAB+ arrivi quando non se ne ha più veramente bisogno.
X. S.: L’esempio dello smartphone è davvero molto eloquente. In passato questi apparecchi erano dotati di un ricevitore FM integrato, che però ora non hanno più. E non sono stati sostituiti da un ricevitore DAB+. Che io sappia, ci sono solo pochi telefoni sul mercato che integrano un ricevitore del genere. Il telefono cellulare dimostra quindi che internet può essere sufficiente per la ricezione di programmi radiofonici digitali.
swissinfo.ch: Ma allora qual è il senso di tutti questi sforzi per mantenere una radio DAB+?
X. S.: Un apparecchio radiofonico, che sia analogico o digitale, presenta comunque dei vantaggi. Il dispositivo non è molto costoso; può ricevere programmi gratuitamente, ovunque e indipendentemente dalla connessione internet. E ha un’autonomia molto lunga grazie all’uso delle batterie. Questi sono tutti elementi che rendono la radio un mezzo d’informazione ideale in caso di catastrofi o crisi. Si tratta di un aspetto strategico che non va trascurato.
Un media ancora molto popolare
La radio – sia essa digitale o analogica – rimane un mezzo particolarmente diffuso.
Secondo i sondaggi di MediapulseCollegamento esterno, nella prima metà del 2017 la radio ha raggiunto 9 persone su 10 tra i maggiori di 15 anni in Svizzera.
Nella Svizzera italiana l’88% degli adulti entra in contatto giornalmente con una o più stazioni radio. Questo tasso è dell’86% nella Svizzera tedesca e dell’83% nella Svizzera francese.
In media, ogni utente ascolta la radio ogni giorno per 115 minuti nella Svizzera tedesca, 112 minuti nella Svizzera italiana e 97 minuti nella Svizzera francese.
Mediapulse è una fondazione indipendente, incaricata dalla Confederazione di misurare gli indici di ascolto ufficiali delle emittenti radiofoniche e televisive svizzere.
(Traduzione dal francese: Barbara Buracchio)
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