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Gli autobus autonomi si fanno strada pian piano in Svizzera

Autobus autonomo.
Quando il progetto Belle-Idée sarà completamente operativo, tre bus navetta offriranno un servizio porta a porta su richiesta presso il sito dell'ospedale ginevrino. swissinfo.ch

Vari tipi di veicoli autonomi, compresi autobus, sono comparsi sulle strade svizzere negli ultimi cinque anni. Ma sebbene i test continuino, un futuro senza conducenti appare ancora piuttosto distante.

In una frizzante mattina d’autunno, un autobus elettrico di uno scintillante colore arancione e bianco avanza attraverso i 36 ettari di terreno verdeggiante del sito dell’ospedale di Belle-Idée, nella campagna ginevrina.

L’autobus sta percorrendo un sentiero di ghiaia quando improvvisamente un paziente e un’infermiera escono da dietro un albero. Il veicolo frena bruscamente, un campanello suona, un segnale “mantenete la distanza” lampeggia davanti e dietro. Le due persone fanno un passo indietro e l’autobus continua lentamente per la sua strada.

La navetta simile a un giocattolo – vuota, a parte un operatore di sicurezza, e guidata da sensori, GPS e radar – è il fulcro di un esperimento unico di trasporto pubblico senza conducente.

“È una prima mondiale per un servizio di trasporto pubblico”, afferma Dimitri Konstantas, direttore dell’Istituto di scienze informatiche dell’università di Ginevra, che coordina il progetto. “La maggior parte dei siti e delle linee hanno un percorso fisso… ma qui la differenza è che non esiste alcun percorso. Si può andare ovunque”.

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Test, test, test

Un piccolo team quest’estate ha iniziato a testare i veicoli a dieci posti, mappando l’enorme parco Belle-Idée e i suoi ostacoli. Parallelamente, una start-up con sede a Ginevra, MobileThinking, sta dando gli ultimi ritocchi a un’applicazione che verrà provata dai primi passeggeri entro la fine dell’anno.

Quindi, entro due anni, quando il progetto sarà attivo e funzionante, pazienti, visitatori e personale potranno girare per il vasto complesso utilizzando il proprio smartphone per ordinare uno dei tre autobus, che offriranno un servizio porta a porta su richiesta.

Gli utenti potranno individuare un autobus tramite l’app, quindi inviare una richiesta. Il software dell’azienda di Losanna Bestmile indicherà quando sarà disponibile e il tempo di percorrenza. Un sistema di gestione della flotta adatterà quindi il percorso del veicolo, in base alle altre richieste di passeggeri.

L’idea è di avere un sistema completamente automatizzato, con un operatore di sicurezza in un deposito centrale che monitora i veicoli, afferma Jeroen Beukers, un esperto di veicoli a guida autonoma che gestisce il progetto per i Trasporti pubblici di Ginevra (TPG).

“La settimana prossima installeremo delle porte elettriche nel deposito degli autobus. In futuro, si effettuerà una prenotazione sul proprio telefono, le porte del deposito si apriranno automaticamente, un autobus andrà a prendere la persona in questione ad A e la porterà a B, poi tornerà al deposito o andrà a prendere qualcun altro”, afferma.

autobus autonomo a dieci posti in movimento.
Uno degli autobus autonomi a dieci posti attraversa il sito dell’ospedale Belle-Idée, di 36 ettari, nella campagna ginevrina. swissinfo.ch

Progetto europeo

Questo progetto non costituisce la prima prova di autobus senza conducente a Ginevra: i TPG dal 2018 gestiscono con successo una navetta automatizzata su un percorso circolare fisso a Meyrin.

Il progetto di Belle-Idée è stato selezionato nel quadro di un’iniziativa quadriennale europea su veicoli senza conducente, denominata AVENUECollegamento esterno (Autonomous Vehicles to Evolve to a New Urban Experience). Il consorzio europeo, finanziato dal programma Horizon 2020 dell’UE, comprende progetti pilota a Lione (Francia), Lussemburgo e Copenaghen (Danimarca).

La Svizzera ha testatoCollegamento esterno diversi tipi di veicoli senza conducente sulle strade negli ultimi cinque anni. Una vettura autonoma è stata testata a Zurigo nel 2015. Il primo robot per consegne è stato testato a Berna un anno dopo. Questi test sono stati ora completati.

A Sion, nel canton Vallese, nell’estate del 2016 è iniziata una prova, successivamente adattata e ampliata, con un autobus autonomo della Posta Svizzera nel centro della città. Ma il progetto è stato sospeso a causa della pandemia Covid-19. La Posta Svizzera ha in programma un progetto di follow-up tra Sion e il villaggio di Uvrier.

Le aziende di trasporto pubblico regionale stanno anche testando navette autonome a Marly (canton Friburgo), a Berna, a Meyrin e Thônex (canton Ginevra). Prove analoghe sono state condotte a Neuhausen am Rheinfall (cantone di Sciaffusa, (2018-2019) e a Zugo (2018-2019).

Negli ultimi cinque anni un numero crescente di altre città e aziende di trasporto svizzere ha sperimentatoCollegamento esterno veicoli senza conducente su percorsi fissi (vedi finestrella). Tra di esse c’è Sion, capoluogo del Vallese, che nel 2016 è diventata la prima città svizzera a lanciare un servizio di autobus autonomo in collaborazione con la Posta.

A parte un incidente minore, i risultati di queste prove sono stati generalmente positivi. Migliaia di passeggeri ora prendono regolarmente navette senza conducente.

Svizzera “pioniera”

Secondo Marina Kaempf, portavoce dell’Ufficio federale delle strade (USTRACollegamento esterno), gli esperimenti hanno consentito alla Svizzera di “posizionarsi come pioniera in questo campo”.

Nella maggior parte dei casi i test sono stati ben accettati dal pubblico, anche grazie al fatto che comuni e cantoni hanno sviluppato progetti “realistici” per mostrare cosa possono fare tali veicoli, dichiara la portavoce a swissinfo.ch.

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Ma le tecnologie attuali non consentono ancora l’uso commerciale di veicoli al 100% autonomi, vale a dire senza un operatore di sicurezza, precisa l’USTRA. Anche lo scambio di dati tra i veicoli senza conducente e l’ambiente esterno deve essere migliorato.

“A lungo termine, si possono immaginare autobus senza conducente che circolano in modo più permanente su determinate linee, quando le loro tecnologie saranno state perfezionate”, afferma Marina Kaempf. Ma a breve termine, i progetti pilota continueranno nella loro forma attuale: l’USTRA non prevede di aumentarli o trasformarli in imprese commerciali.

Nel frattempo, parallelamente a queste prove, il governo si sta preparando per una più ampia utilizzazione di veicoli autonomi sulle strade svizzere nei prossimi anni. In agosto ha avviato una procedura di consultazioneCollegamento esterno sulla revisione della legge federale sulla circolazione stradale. Parte del disegno di revisione mira a migliorare la base giuridica per la guida automatizzata, per i test futuri e per garantire che la Svizzera possa adattarsi a qualsiasi sviluppo internazionale in questo campo.

Enormi sfide da affrontare

Nonostante che la Svizzera vada avanti in questo campo, gli autobus autonomi non convincono tutti gli esperti di mobilità. “Forse tra 20 anni avranno fatto grandi progressi, ma al momento gli autobus autonomi sono un po’ un gadget”, afferma Vincent Kaufmann, professore al Politecnico federale di Losanna (EPFL) e direttore scientifico del Mobile Lives Forum di Parigi.

“Ciò che è interessante non sono tanto gli autobus senza conducente, ma i veicoli autonomi condivisi, come i taxi. Continueremo ad avere bisogno di tram, treni e autobus, che trasportano 100-200 passeggeri alla volta. Ma se il veicolo autonomo condiviso potrà sostituire l’auto individuale in città, sarà un vero guadagno”.

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Le sfide poste dai veicoli senza conducente, sia normative che tecniche, rimangono enormi e sollevano molti interrogativi. Autobus, taxi e veicoli di proprietà privata senza conducente intaseranno le strade se non saranno regolamentati correttamente? Quanto saranno sicuri tali veicoli? Gli autobus autonomi saranno utilizzati in centro o solo nelle aree suburbane? Come verranno protetti i dati privati utilizzati dai veicoli autonomi e dai passeggeri? Quale responsabilità legale avranno le aziende di trasporto pubblico e i conducenti per i loro veicoli autonomi?

A livello tecnico, Dimitri Konstantas ritiene che i veicoli senza conducente debbano ancora fare molta strada prima di poter identificare correttamente gli oggetti e anticipare il comportamento delle persone nelle strade. “Tesla ci sta lavorando, ma dubito che riescano farlo prima di 15-20 anni”, osserva.

A suo avviso, anche la protezione dei dati è un grosso problema. “Non siamo autorizzati a utilizzare i dati delle persone che camminano per strada per trarre insegnamenti”, afferma. “Il nostro sistema è programmato. Non si tratta di apprendimento dinamico o intelligenza artificiale: questo non lo abbiamo ancora”.

“Quello che stiamo facendo qui è sperimentale. È possibile costruire il futuro? Non lo sappiamo. Sarà utile o no? Non lo sappiamo. Ma ci proveremo”.

Traduzione dall’inglese: Sonia Fenazzi

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