Nidi vuoti in Svizzera
Presentato recentemente, l'Atlante storico svizzero degli uccelli nidificanti quantifica per la prima volta il numero di specie scomparse dal 1950 ai giorni nostri. Il quadro che ne risulta è preoccupante. La volontà politica per invertire questa tendenza tuttavia manca, sostiene l'ornitologo Peter Knaus.
Cucù, cucù, l’aprile non c’è più, è ritornato maggio al canto del cucù, si cantava da bambini nelle aule. E il suono inconfondibile di questo uccello, allora, si udiva davvero all’uscita dalla scuola in primavera. Oggi, invece, sentirlo è diventato sempre più difficile.
«Negli anni Cinquanta, il cucù era molto diffuso su tutto il territorio. Dagli inizi degli anni Ottanta la sua presenza si è fatta via via più rara a causa dello sfruttamento sempre più massiccio del paesaggio da parte dell’uomo», spiega Peter Knaus, ricercatore presso la Stazione svizzera di ornitologia di Sempach.
Infatti, nel XX secolo la Svizzera si è trasformata da paese agricolo a nazione industriale, da terra di emigranti a terra d’immigranti, da Stato povero a paese tra i più ricchi. Questo rapido cambiamento ha però lasciato profonde tracce sul territorio, ciò che ha prodotto una costante riduzione degli habitat naturali di parecchi uccelli.
Così, oltre al cuculo, tante altre specie di uccelli nidificanti sono scomparse o rischiano di sparire completamente dal nostro territorio. «Negli ultimi sessanta anni, per esempio, si sono estinte circa un quinto delle specie di uccelli nell’Altopiano», illustra Knaus.
Un atlante per non dimenticare
Per evitare che la falce dell’oblio cancellasse per sempre il ricordo di questi uccelli, la Stazione svizzera di ornitologia di Sempach ha lanciato alla fine del 2007 il progetto “Avifauna 1950”, con il quale intendeva documentare la distribuzione degli uccelli negli anni 1950-59 in Svizzera e nel Principato del Lichtenstein.
Nel mese di luglio 2011, l’Istituto ha presentato il risultato di questa iniziativa: l’Atlante storico degli uccelli nidificanti. I dati raccolti durante i quattro anni di ricerca – interviste a ornitologi, letture di libretti di appunti, pubblicazioni o documenti d’archivio – sono stati rappresentati in un centinaio di cartine di distribuzione distinte per i periodi 1950-59, 1972-76 e 1993-96 e condensati infine in un’unica cartina comparativa colorata.
«Questo atlante storico ci permette ora di paragonare la distribuzione degli uccelli nidificanti negli anni Cinquanta con quella negli anni Settanta e Novanta. Possiamo fare per la prima volta dei confronti su un periodo di sessant’anni», spiega Knaus.
L’atlante non fornisce però informazioni in merito alla densità delle specie di uccelli nidificanti sul nostro territorio. «Le cartine indicano soltanto se in un dato periodo si è osservato un determinato uccello o si è udito il suo canto e non la sua concentrazione», evidenzia l’ornitologo. Senza questo appunto, infatti, si potrebbe essere tentati di credere che il mondo dell’avifauna in Svizzera goda di ottima salute.
La cicogna, un’eccezione
Il numero di specie di uccelli nidificanti dal 1950 al 1996 è rimasto difatti praticamente invariato. Nel periodo 1950-59 sono state registrate 184 specie, nel periodo 1993-96, le specie erano 185, alcune delle quali sono fuggite tuttavia dalle voliere e hanno colonizzato alcune aree.
«Ma se guardiamo alle specie che sono diventate rare o che sono completamente scomparse, ci si rende conto della grande perdita, specialmente di uccelli tipici delle zone agricole. L’averla maggiore, per esempio, piuttosto diffusa negli anni Cinquanta, è scomparsa negli anni Ottanta a causa dei grandi cambiamenti del paesaggio», dice Knaus.
Per fortuna, non tutte le specie hanno subito questo triste destino. La cicogna bianca, scomparsa intorno alla metà del XX secolo, ora può contare su un numero di coppie quasi doppio in confronto all’inizio del Novecento. Sono 231, rispetto alle 140 censite nel 1900.
«Grazie a un programma di reintroduzione, una prima coppia aveva nidificato fuori dalle voliere già nel 1960. Il loro ritorno nei nidi in Svizzera è stato favorito da specifiche misure di protezione e dal fatto che le cicogne scelgono la Spagna piuttosto che i paesi dell’Africa del nord per svernare, ciò che ne riduce le perdite».
«Manca la volontà politica»
L’Atlante storico degli uccelli nidificanti oltre a permettere di quantificare la perdita di specie dal 1950, presenta per la prima volta il potenziale del paesaggio svizzero per gli uccelli nidificanti. Knaus, pur riconoscendo gli importanti sforzi in favore dell’ambiente degli scorsi anni, ritiene che sia giunto il momento di rimboccarsi le maniche affinché l’attuale diversità non subisca ulteriori perdite.
«Manca tuttavia la volontà politica per invertire questa tendenza negativa. È un comportamento che non possiamo più permetterci», sostiene Knaus, «Il programma Politica agricola 2014-17 non prende sufficientemente in considerazione l’agricoltura naturale. Inoltre le zone palustri non dovrebbero essere protette solo sulla carta, ma anche in realtà».
Il rischio qual è? «Anche se sono ottimista, temo che i miei figli riceveranno in eredità un territorio che ha perso del tutto gli habitat naturali, senza più uccelli da osservare e da ascoltare», conclude Peter Knaus.
Nel 2007, la Stazione svizzera di ornitologia di Sempach lancia il progetto “Avifauna 1950“, con il quale intende documentare la distribuzione degli uccelli negli anni 1950-59 in Svizzera e nel Principato del Lichtenstein.
Come per gli atlanti 1972-76 e 1993-96, il perimetro del monitoraggio comprende la Svizzera e il Principato del Lichtenstein. Questo territorio è stato suddiviso in 467 quadrati di 10 x 10 chilometri, lo stesso numero del periodo 1993-96.
I dati risalenti agli anni Cinquanta sono stati raccolti mediante interviste, libretti di appunti, osservazioni non pubblicate provenienti da archivi e pubblicazioni. Le osservazioni di uccelli sono confluite in una banca dati della Stazione svizzera di ornitologia; a fine progetto ne conteneva 70’610.
L’atlante indica la presenza degli uccelli nidificanti su quattro cartine a reticolo. Tre mostrando i dati dei periodi 1950-59, 1972-76 e 1993-96, la quarta è una cartina comparativa che integra tutte le informazioni.
Per il periodo 1950-59 sono state registrate 189 specie di uccelli nidificanti, cinque delle quali fuori dai confini della Svizzera e del Principato del Lichtenstein.
Il numero di specie sul territorio svizzero era praticamente uguale ai periodi 1972-76 e 1993-96, in cui si contavano 185 specie.
In questo lasso di tempo si sono registrate la diminuzione o la scomparsa di varie specie. 14 delle 33 specie che hanno segnato un calo sono uccelli delle zone agricole.
Tra le specie delle zone agricole che mostrano un incremento troviamo il corvo comune, la cicogna bianca, il nibbio reale, la cutrettola e pispola.
45 specie di uccelli nidificanti vivono nelle zone rurali, 55 nelle zone umide, nei corsi d’acqua o nei laghi, 59 nelle foreste.
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