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Nuovo vertice internazionale contro l’Aids

Bambini sieropositivi in un ospedale di Kampala, Uganda Keystone

Dal 3 all'8 agosto 2008, a Città del Messico avrà luogo la 17esima Conferenza internazionale sull'Aids. All'evento parteciperanno studiosi di fama mondiale, leader politici e rappresentati di organizzazioni non governative.

In occasione dell’incontro saranno in particolare presentati i risultati delle nuove ricerche scientifiche e discusse le diverse strategie di lotta alla malattia. Tra gli Obiettivi del Millennio sanciti dalle Nazioni Unite figura quello di arrestare la diffusione del virus HIV e di estendere a tutti i malati l’accesso alle cure e ai servizi sanitari entro il 2010.

Durante la manifestazione – a cui dovrebbero prendere parte oltre 20’000 persone – sarà inoltre posto l’accento sulla necessità, per i governi, di destinare maggiori risorse alla lotta contro l’Aids e di prevenire la discriminazione spesso associata alla malattia.

Anche la Svizzera parteciperà all’evento: oltre ad alcuni collaboratori dell’Ufficio federale della sanità pubblica, la Confederazione sarà rappresentata da una sessantina di medici e professionisti attivi nella lotta all’Aids.

Flagello mondiale

Secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità, oggigiorno le persone sieropostive sono oltre 33 milioni in tutto il globo, tra cui due milioni di bambini d’età inferiore ai 15 anni.

Dal rapporto annuale dell’Onusida, l’organismo dell’Onu che si occupa della malattia, risultano alcuni miglioramenti nelle zone più colpite dall’epidemia, ma ancora troppi nuovi casi e uno sforzo economico insufficiente per arginare le infezioni.

Il documento – presentato martedì – mette segnatamente in luce i progressi ottenuti in molti paesi africani grazie ai programmi di assistenza, dove il numero di donne in gravidanza trattate con medicamenti antiretrovirali – prodotti che permettono di ridurre la carica virale e migliorare la situazione immunitaria – è raddoppiato in un anno, passando dal 14 al 33%. Le nuove infezioni fra i bambini sono scese da 410’000 a 370’000.

Anche il maggiore utilizzo del preservativo, grazie ai programmi di sensibilizzazione, è all’origine della diminuzione del numero di contagi.

In tutto il mondo ci sono state comunque 2,7 milioni di nuove infezioni nel 2007 (erano 3 milioni nel 2001), di cui 1,9 milioni nella sola Africa subsahariana.

Nuovi focolai

Anche se in molti paesi africani le infezioni sono in calo, nuovi paesi si affacciano sulla scena dell’epidemia: «Le infezioni aumentano in paesi come Cina, Indonesia, Russia – si legge nel rapporto annuale dell’Unaids – ma anche in occidente, così come in Germania, Regno Unito e Australia».

Il dottor Peter Piotr, direttore di Onusida, ha espresso preoccupazione per la situazione in Russia ed Europa orientale: 1,5 milioni di persone – il 90% in Ucraina e nella Federazione russa – risultavano colpite dal virus nel 2007 (650’000 nel 2001).

Secondo Piotr, il problema si situa a livello politico: in Russia il metadone è considerato illegale, ciò che non consente di contenere l’epidemia dal momento che la causa principale di contagi nel paese è l’utilizzo di siringhe infette.

Necessari più fondi

Sul fronte dei finanziamenti, le Nazioni Unite rilevano che nel 2007 sono stati raggiunti i dieci miliardi di dollari per la lotta all’Aids, una cifra record che però necessiterebbe di essere rimpolpata con altri 8,1 miliardi.

Parte di questi finanziamenti ha garantito un trattamento antiretrovirale a tre milioni di persone, il 45% in più del 2006 ma solo il 31% di quanti ne hanno necessità.

Progressi importanti

Dal canto loro, gli Stati Uniti hanno deciso mercoledì di investire 39 miliardi di dollari sull’arco di cinque anni per prevenire e combattere l’Aids. Tali finanziamenti serviranno in particolare a migliorare la diffusione dei nuovi medicamenti nelle regioni più colpite, soprattutto in Africa.

A questo proposito, Peter Piotr ha lodato gli sforzi del governo statunitense, affermando che gli aiuti in questione contribuiscono a trasformare profondamente i meccanismi di risposta internazionali all’evoluzione dell’epidemia.

Commentando il rapporto annuale dell’organizzazione, Piotr ha sottolineato i progressi effettuati: «Abbiamo ottenuto risultati migliori nella lotta contro l’Aids durante gli ultimi due anni che nel ventennio precedente».

swissinfo

Aids («Acquired Immune Deficiency Sindrome») significa «Sindrome da Immunodeficienza Acquisita». Nelle persone malate di Aids, le difese immunitarie normalmente presenti nell’organismo sono state fortemente indebolite a causa di un virus denominato HIV (Human Immunodeficiency Virus) e non sono più in grado di contrastare l’insorgenza di infezioni e malattie causate da altri virus.

L’organismo di una persona contagiata subisce malattie e infezioni che, in condizioni normali, potrebbero essere curate più facilmente.

Il virus dell’HIV si trasmette attraverso il sangue infetto, i rapporti sessuali non protetti con persone sieropositive e da madre con HIV a figlio durante la gravidanza, il parto oppure l’allattamento al seno.

In un’intervista rilasciata recentemente a swissinfo, il direttore dell’Ufficio federale della sanità Thomas Zeltner aveva indicato il ruolo della Confederazione nella lotta alla malattia.

«Il nostro contributo non è prevalentemente finanziario, bensì a livello di presenza attiva nei comitati direttivi di Onusida e del Fondo globale per la lotta contro l’Aids, la tubercolosi e la malaria. La Svizzera è inoltre molto attiva nell’ambito della proprietà intellettuale e dell’accesso alle medicine».

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