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Ragni alieni trovano una casa in Svizzera. Dobbiamo preoccuparci?

A spider sits in a web, which is covered with waterdrops from a sprinkler, 01 September 2015.
Un ragno al centro della sua ragnatela, ricoperta dalle gocce d'acqua di un irrigatore. L'autunno è la stagione di accoppiamento per i ragni, ed è per questo che è più facile avvistarli nelle case. Keystone / Ralf Hirschberger

Quest'autunno, la rapida diffusione dei cosiddetti ragni Nosferatu ha suscitato inquietudine in tutta la Svizzera. Ma gli scienziati e le scienziate sostengono che le minacce poste da questi aracnidi non autoctoni – e da altre specie invasive – sono in gran parte fraintese.   

Ogni autunno accade la stessa cosa: quando le temperature esterne si abbassano, i ragni sono sempre più attratti dalle abitazioni, dove cercano riparo e calore. Notandoli sulle pareti, le persone spaventate scattano foto di questi animali a sangue freddo e le condividono sui social media. È per questo che il telefono di Wolfgang Nentwig non smette di squillare.

“Questa è circa la ventesima richiesta che ricevo dai media da settembre e ciò dimostra il grande interesse, ma non sono sicuro che questo interesse sia giustificato”, mi ha detto l’ecologista, un po’ frustrato, quando l’ho contattato a novembre.

La mia domanda di intervista è scattata dopo l’avvistamento di uno strano ragno marrone sulla porta del mio frigorifero, con zampe lunghe fino a otto centimetri. I suoi segni neri sull’addome ricordavano il volto del vampiro del film muto tedesco del 1922 Nosferatu, da cui il ragno prende il nome comune.   

Originario della regione mediterranea, il ragno Nosferatu è ora diffuso in Svizzera e quest’autunno la stampa locale ha pubblicato titoli come “Un ragno non identificato provoca congetture”, “I ragni Nosferatu si annidano sul soffitto” o “Cinque centimetri con artigli velenosi – il ragno Nosferatu si diffonde in Svizzera”.  

Questo video, originariamente postato su TikTok dal giornale svizzero 20Minuten, mostra i ragni avvistati nelle case delle persone: 

Diffusione in Svizzera  

“Sembra una montatura mediatica con molte informazioni a metà e molte esagerazioni”, dice Nentwig. Come professore emerito di ecologia comunitaria all’Università di Berna e presidente dell’Associazione per la promozione della ricerca sui ragniCollegamento esterno, Nentwig ha osservato la presenza del Nosferatu, o Zoropsis spinimana, per oltre 30 anni.   

L’ecologista sottolinea che il ragno è presente in Europa centrale da tempo: è stato avvistato per la prima volta nella città svizzera di Basilea nel 1994, poi in Austria nel 1997 e in Germania nel 2005. La specie continua a diffondersi verso nord con avvistamenti confermati a Colonia, Amburgo e Berlino, oltre che in Belgio, Olanda e Inghilterra meridionale, aggiunge Nentwig.  

In Svizzera il ragno si trova principalmente ad altitudini inferiori, soprattutto nelle città e nei siti lungo le rotte del traffico sud-nord, secondo un rapporto del 2013Collegamento esterno. La diffusione di queste specie non autoctone è spesso attribuita dai media ai cambiamenti climatici, che consentono ai ragni di insediarsi in regioni in cui prima non erano in grado di sopravvivere e riprodursi. Ma Nentwig sottolinea che è necessario fare una chiara distinzione tra la diffusione naturale e quella non intenzionale causata dall’uomo.  

“La diffusione naturale, che è solo leggermente accelerata dai cambiamenti climatici, è un processo normale”, afferma Nentwig. Poiché i ragni si spostano al massimo di un chilometro all’anno, l’areale naturale di una specie di ragno di solito ha un incremento lento, aggiunge Nentwig. Ma nascondendosi nelle merci imballate o inscatolate sui camion, ad esempio, una specie di ragno può raddoppiare o addirittura triplicare la propria area di diffusione nel giro di pochi anni.   

“Ci aspettiamo che l’insediamento di nuove specie di ragni in Svizzera acceleri enormemente con l’aumento del commercio globale”, afferma Nentwig.  

Ragni: elusivi e difficili da tracciare  

Secondo l’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM), si sa molto poco della diffusione degli aracnidi alieni in Svizzera rispetto ad altre classi di animali. Gli acari, i ragni della polvere e gli pseudoscorpioni non sono nemmeno registrati dalla banca dati nazionale InfospeciesCollegamento esterno. Ciò è dovuto principalmente al fatto che l’habitat dei ragni e di altri aracnidi è molto ampio e difficile da tracciare, a differenza di quanto avviene, ad esempio, con le cozze quaggaCollegamento esterno o le vongole asiatiche, che sono più facili da monitorare nelle acque chiuse che colonizzano.   

Il Centro svizzero di cartografia della fauna (CSCF) monitora la diffusione di alcune specie di ragni non autoctoni in Svizzera per conto dell’UFAM. Sulla base delle segnalazioni di avvistamenti da parte di ricercatori/ricercatrici e cittadini/e, il centro di Neuchâtel ha elaborato una mappa di distribuzione della Zoropsis spinimana che documenta chi l’ha vista dove e quando.  

distribution map of Zoropsis in Switzerland
Mappa di distribuzione del ragno Zoropsis spinimana, anche detto “Nosferatu”, in Svizzera CSCF

Nel suo ultimo rapporto sulle specie esotiche, l’UFAM afferma che 11 tipi di ragni sono considerati ben radicati in Svizzera, ma nessuno di essi è attualmente definito “invasivo” o dannoso per l’ambiente locale. “Sono necessarie molte più informazioni e dati per avere un quadro più completo degli aracnidi alieni”, ha scritto in un’e-mail il portavoce dell’UFAM Nicolas Gurtner.  

Un “clandestino” buono o cattivo? 

La presenza di una specie aliena in un’area non significa necessariamente che provochi danni. Se allontana le specie autoctone, si incrocia con esse o causa danni economici considerevoli all’agricoltura o alla silvicoltura, viene considerata “invasiva”. Esempi tipici sono la cimice marmorizzataCollegamento esterno e la mosca dell’aceto di ciliegie, originarie dell’Asia, che hanno infestato molte specie vegetali in Svizzera e altrove.  

Le specie invasive sono all’ordine del giorno del vertice COP15 di Montreal di questo mese, dove i delegati e le delegate di quasi 200 Paesi stanno negoziando misure globali per prevenire e ridurre del 50% il tasso di introduzione e di insediamento delle specie invasive e per controllarle o eradicarle al fine di ridurne l’impatto sugli ecosistemi autoctoni.  

Per la Svizzera sono disponibili solo informazioni parziali sui danni causati dalle specie esotiche invasive. Un rapporto del 2019Collegamento esterno dell’UFAM, basato su costi stimati per l’intera regione dell’UE, indica che i danni annuali in Svizzera ammontano a circa 170 milioni di franchi (182,9 milioni di dollari). 

Le specie esotiche invasive, in grado di provocare l’estinzione di piante e animali autoctoni, rappresentano una seria minaccia per la biodiversità. Ma di recente, un gruppo di ricerca guidato dall’Università di Ginevra e dalla Brown University negli Stati Uniti ha sostenuto in un articolo di opinioneCollegamento esterno che, per una discussione più equilibrata, si dovrebbero considerare anche i potenziali benefici delle specie alloctone.   

“Pregiudizi di lunga data nei confronti delle specie non autoctone all’interno della letteratura scientifica hanno offuscato il processo scientifico e ostacolato i progressi delle politiche e la comprensione del pubblico”, afferma Martin Schlaepfer, docente senior di scienze ambientali presso l’Università di Ginevra.  

Schlaepfer fa l’esempio di una pianta non autoctona, la verga d’oro (Solidago gigantea), che si è diffusa vicino alla città di Ginevra. Ha soppiantato le piante autoctone su scala locale ed è quindi considerata invasiva in Svizzera. Ma è anche apprezzata per le sue proprietà ornamentali e medicinali ed è utile come risorsa alimentare per gli insetti locali.  

Per quanto riguarda i ragni alieni che allarmano la popolazione svizzera, “finora non abbiamo riscontrato danni agli animali autoctoni, all’ecosistema o alla biodiversità locale abbastanza gravi da richiedere misure per impedirne la diffusione”, afferma Gurtner dell’UFAM.  

In agosto, un gruppo internazionale di ricercatrici e ricercatori ha pubblicato uno studioCollegamento esterno sulla rappresentazione dei ragni nei media. Per farlo, hanno analizzato articoli di giornale del 2010 e del 2020 in 15 Paesi, esclusa la Svizzera. Il gruppo di ricerca ha verificato la presenza di errori fattuali e ha contato l’uso di parole cariche di emotività, tra cui “diavolo”, “assassino”, “cattivo”, “incubo” e “terrore” in ogni articolo.   

È emerso che il 47% degli articoli conteneva errori e il 43% era sensazionalistico, cioè intrinsecamente più propenso a suscitare reazioni emotive.   

“Uno degli aspetti più notevoli delle moderne relazioni essere umano-ragno è la prevalenza dell’aracnofobia in luoghi con poche o nessuna specie di ragno altamente pericolosa”, scrivono gli autori e le autrici nel documento.  

Secondo l’ecologista Nentwig, potrebbe persino essere vantaggioso offrire involontariamente a Zoropsis spinimana un rifugio temporaneo nelle nostre case durante i mesi freddi. Il ragno mangia tutto ciò che riesce a catturare, tra cui zanzare, mosche domestiche, altri ragni, moscerini della frutta, scarafaggi e i coleotteri dei tappeti.   

“Abbiamo una scelta: imparare a convivere con loro e accettare il servizio gratuito fornito dai ragni, oppure eliminarli e lottare con i parassiti”, dice Nentwig.  

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