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Ha portato la televisione su Internet

Bea Knecht
Bea Knecht ha cominciato ad occuparsi della televisione del futuro già una trentina di anni fa e nel 2005 ha fondato Zattoo a San Francisco. zVg

Già nel 1990 Bea Knecht ne era convinta: grazie a computer veloci un giorno saremo in grado di guardare la televisione via Internet. Nel 2005, l’informatica argoviese ha fondato la società Zattoo a San Francisco, nel 2006 in Svizzera e nel 2007 in Germania. 

Bea Knecht appare rilassata, quando la connessione Skype finalmente funziona. La fondatrice di Zattoo, il più grande fornitore di live web TV in Svizzera e in Germania, si trova a San Francisco e ha trascorso il mattino di giovedì a fare delle telefonate. In Svizzera è già sera. 

La pioniera della televisione digitale, che oggi vive a Zurigo, San Francisco e Berlino, è cresciuta a Windisch, nel Canton Argovia. A scuola le piacevano tutte le materie, dalla storia alla fisica, in particolare la geometria. “Era così facile per me che non pensavo nemmeno che la geometria fosse una vera materia”. 

Nella serie SWISS DIGITAL PIONEERS, swissinfo.ch traccia il ritratto di personalità svizzere, residenti all’estero o note a livello internazionale, che hanno riconosciuto fin dall’inizio il potenziale di internet e lo hanno sfruttato per le loro attività.

L’autrice Sarah Genner è massmediologa ed esperta di digitalizzazione. Nel 2017 ha pubblicato il suo libro ON | OFF.

Il supercomputer come TV 

Problemi con il sistema contabile dell’azienda di famiglia le hanno fatto capire già da giovane che l’informatica diventerà importante. Così, nel 1986, la diciannovenne argoviese si è trasferita negli Stati Uniti per studiare informatica. 

All’Università di Berkeley, vicino a San Francisco, è spuntata nella sua mente l’idea che l’ha portata a creare la sua futura azienda. Nel 1990, insieme a un collega, si è messa a testare i requisiti tecnici del nuovo standard televisivo HD di Sarnoff Labs (il laboraotorio in cui è stata inventata la televisione a colori). E si è convinta del fatto che ci vuole un supercomputer per far funzionare la televisione HD. 

Per coincidenza, all’epoca, vi era un supercomputer da 25 milioni di dollari nel seminterrato dello stesso edificio di Berkeley. Partendo dalla “Legge di Moore” (la capacità dei chip raddoppia circa ogni 18 mesi), Bea Knecht ha calcolato che supercomputer corrispondente dovrebbe essere alla portata delle famiglie medie entro il 2005. 

In effetti, nel 2005 i chip erano abbastanza veloci per poter realizzare i piani di Bea Knecht, ossia portare la televisione su un computer o un laptop. Ma Internet non lo era ancora e lo streaming era troppo costoso. “Lo streaming di 1 gigabyte costava 5 euro nel 2006, tre anni dopo cinque o dieci centesimi. Oggi si paga da 0,5 a due centesimi”. 

L’informatica argoviese ha individuato il grande calo dei prezzi sulla scia della crisi economica globale intorno al 2008: “Avendo perso molti clienti, le grandi aziende di Internet hanno offerto prezzi di dumping per rilanciare l’attività. Nel 2019, Zattoo ha trasmesso in streaming circa 30 petabyte al mese, equivalenti a 30 milioni di ore di TV HD.

“Ci siamo trasferiti in Svizzera perché è lì che abbiamo ottenuto più rapidamente i diritti di streaming”
Bea Knecht

Da San Francisco a Zurigo 

Dopo gli studi di informatica a Berkeley e un master in business administration a Losanna, Bea Knecht ha accumulato diverse esperienze professionali in California: è stata tra l’altro partner associata presso McKinsey a Palo Alto e vicepresidente del marketing presso l’azienda IT Linuxcare di San Francisco. 

Nel 2005 i tempi erano maturi per la fondazione di Zattoo a San Francisco. Insieme al suo partner commerciale Sugih Jamin, professore di informatica negli Stati uniti, ha definito il prodotto Zattoo e ha costruito l’azienda. Nel 2006 ha fondato la filiale di Zattoo in Svizzera: “Ci siamo trasferiti in Svizzera perché è lì che abbiamo ottenuto più rapidamente i diritti di streaming”. 

Ho guardato la televisione via Zattoo per la prima volta Intorno al 2006. All’epoca vivevo con altri studenti in un appartamento condiviso senza televisore. È una rivelazione poter accedere gratuitamente a numerosi canali televisivi con un solo clic tramite il mio MacBook. 

La società viene chiamata da tutti “zattuu”, ma bisognerebbe dire, più correttamente, “zattoo”: si tratta di un nome giapponese, che significa una grande folla di persone. Il nome è programmatico in quanto Bea Knecht non ha mai voluto creare un’offerta di nicchia. 

In Europa vi erano sostanzialmente migliori condizioni per permettere a Zattoo di avere successo: nella maggior parte delle economie domestiche vi è un solo televisore, mentre negli Stati uniti se ne trovano diverse. Bea Knecht è sempre stata convinta che in una famiglia molte persone vogliono guardare la televisione allo stesso tempo, ma non la stessa cosa.

Bea Knecht
Bea Knecht fa parte della Commissione federale dei media zVg

“Costruiamo quasi tutto da soli” 

Qual è il ruolo degli Stati uniti nello sviluppo di Zattoo: “Le basi tecnologiche sono state gettate dal nostro team negli USA. L’ulteriore sviluppo viene effettuato principalmente dai nostri uffici di Zurigo e Berlino. Costruiamo quasi tutto da soli. Questo ci dà un buon controllo dei costi e della qualità”. 

Oggi Zattoo raggiunge 2 a 3 milioni di utenti al mese. L’azienda impiega circa 160 persone. Fino a un anno fa, Bea Knecht era presidente del consiglio di amministrazione. Poi, nel 2019 Tamedia (ora TX Group) ha assunto la maggioranza delle azioni e la presidenza del consiglio di amministrazione. 

Ma l’informatica argoviese è rimasta vicina al mondo dei media, in Svizzera come negli Stati uniti. Per lei la “Silicon Valley sta diventando la nuova Wall Street”: San Francisco è sempre più orientata al denaro e regna un’atmosfera febbrile da borsa. Le start-up del settore tecnologico hanno una finestra ristretta di opportunità per avere successo e operano in modo speculativo con il denaro dei capitali a rischio”.

“Costruiamo quasi tutto da soli. Questo ci dà un buon controllo dei costi e della qualità”
Bea Knecht

Pressione sulle donne 

Per quanto riguarda la situazione delle donne in questo ambiente, l’imprenditrice rileva che il “congedo di maternità è soggetto a grandi pressioni economiche”. Le donne sono spesso costrette a rinviare a più tardi il loro sogno di avere un figlio. 

Nelle start-up tecnologiche lo spirito che regna per le donne può essere paragonato all’alpinismo estremo, afferma Bea Knecht: “Anche sulla parete nord dell’Eiger è impossibile avere un figlio”. A suo avviso, le donne sono forti nella comunicazione e spesso ottengono risultati migliori a scuola e all’università, mentre gli uomini tendono ad essere più disposti a correre rischi e a passare più velocemente dal pensare al fare. 

Secondo Bea Knecht, nella Silicon Valley si è sviluppata una “cultura brogrammer” (dalle parole “programmer” e “brother”, ossia programmatore e fratello, quindi maschio). “È difficile per le donne entrare in questa cultura”, osserva. 

Prudenza e successo 

In Svizzera, Bea Knecht fa parte della Commissione federale dei media (COFEM). Secondo lei, oggi Internet offre grandi vantaggi per sviluppare la democrazia digitale e il dialogo politico, come pure per ricreare il tradizionale sistema associativo svizzero. 

L’imprenditrice Knecht è riuscita a guidare con prudenza e successo la sua azienda Internet attraverso varie fasi, mentre molte altre aziende del settore informatico non sono riuscite a sopravvivere ai rapidi cambiamenti. 

Negli ultimi anni ha vinto diversi premi, tra cui lo Swiss Digital Lifetime Award e il Best of Swiss Web Prize. Nell’aprile 2020 riceverà un altro grande riconoscimento: a lei e Zattoo verrà attribuito l’Emmy Award tecnico, il premio televisivo più importante degli Stati Uniti.

Traduzione di Armando Mombelli

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