La Svizzera dice addio alla televisione digitale terrestre
Da oggi non è più possibile captare con un'antenna i canali della televisione pubblica svizzera: la Società svizzera di radiotelevisione (SSR) spegne il digitale terrestre per ragioni di costi. Una decisione che genera malcontento tra gli utenti, sia in Svizzera che nelle zone di frontiera. Per gli svizzeri all'estero c'è però un'alternativa.
Il digitale terrestre (DVB-TCollegamento esterno) è una sorta di televisione all’antica. Il segnale proviene da grandi antenne di diffusione ed è captato da antenne a rastrello o da quelle integrate direttamente nei televisori. Il DVB-T è comunque più moderno della televisione dei nostri genitori e dei nostri nonni poiché è sinonimo di un segnale digitale e non analogico.
Confrontata con un calo del canone radiotelevisivo che la finanzia, la SSRCollegamento esterno giustifica l’abbandono del digitale terrestre con motivi finanziari. La fine della diffusione del DVB-T permetterà di risparmiare 10 milioni di franchi all’anno. Agli occhi della SSR, si tratta di una grossa spesa per un pubblico ristretto. “In Svizzera, soltanto il 2% delle economie domestiche utilizza ancora il digitale terrestre. La diminuzione del numero di utenti di questa rete e le misure di risparmio decise dalla SSR sono tra le ragioni che giustificano l’abbandono del DVB-T”, spiega l’ente di servizio pubblico sul suo sito dedicato al cambiamentoCollegamento esterno.
Malcontento
Sebbene concerni un numero limitato di famiglie, questo abbandono suscita malcontento, come conferma Xavier Studer, che gestisce un blogCollegamento esterno dedicato alle nuove tecnologie. “Quello che riguarda lo spegnimento del DVB-T è tra gli articoli più letti e commentati del mio blog. Ho constatato tra i lettori una forma di frustrazione e di delusione accompagnata da molti interrogativi”, afferma.
Alcuni utenti sono particolarmente irritati poiché con la fine del digitale terrestre gratuito hanno l’impressione di dover pagare due volte. Non è infatti possibile sottrarsi al canone radiotelevisivo e in seguito bisogna sottoscrivere un abbonamento presso un operatore privato per poter beneficiare di questo canone.
Il malcontento tocca anche le zone di confine nei paesi vicini, dove tradizionalmente si poteva captare la televisione svizzera. Sui forum, la delusione è grande. “Per gli alsaziani, il fatto di essere privati dei programmi svizzeri di buona qualità rappresenta un avvenimento storico”, scriveCollegamento esterno ad esempio un utente di Mulhouse. Nel sud della Germania, ci sono persino dei politici che tentano di intervenire affinché la SSR torni sulla sua decisione, si legge sul quotidiano svizzero tedesco BlickCollegamento esterno.
“Mi mancherà tantissimo. Non c’è proprio modo di inventare qualcosa a pagamento per permettere la visione anche in Italia? Se penso alle lotte fatte con amministratori e antennisti per riuscire a vedervi!”, scrive invece una lettrice di tvsvizzera.it. È solo uno degli innumerevoli commenti di disappunto postati sulla pagina Facebook del portale web, gestito da swissinfo.ch e dedicato al pubblico italiano.
Eccezione per gli svizzeri all’estero
In Svizzera esistono molteplici soluzioni per continuare a captare i programmi televisivi, ma la maggior parte è a pagamento: cavo, fibra ottica o Internet. Il satellite rappresenta l’unica soluzione per chi non vuole sottoscrivere un abbonamento. Basta acquistare una carta satellitare di un valore di 60 franchi per captare i programmi svizzeri gratuitamente. L’antenna parabolica è però relativamente costosa e non la si può installare ovunque.
All’estero, invece, non ci sono soluzioni – nemmeno a pagamento – per far fronte alla scomparsa del segnale DVB-T svizzero. In effetti, per ragioni legate ai diritti di diffusione, la SSR non può proporre i suoi canali televisivi al di fuori del territorio nazionale. Al massimo può mettere a disposizione su Internet alcune trasmissioni autoprodotte.
Gli svizzeri all’estero beneficiano tuttavia di un’eccezione. Anche loro possono ottenere la carta satellitare. Ma questa non costerà 60 franchi, come in Svizzera, bensì 120 franchi all’anno. Una differenza di trattamento che si spiega col fatto che gli espatriati, contrariamente agli svizzeri rimasti in patria, non sono soggetti al canone radiotelevisivo.
Svizzera lungimirante?
La Svizzera spegne il digitale terrestre mentre altri paesi stanno ancora sviluppando questa tecnologia. La Francia, ad esempio, vuole passare al DVB-T in 4K per le Olimpiadi di Parigi del 2024.
Al contempo, il comportamento dei consumatori cambia. “Presso Salt, mi hanno detto che la televisione in diretta rappresenta ormai una lunghezza di banda minore rispetto all’insieme dell’offerta replay”, indica Xavier Studer. “La gente vuole vedere il contenuto di sua scelta al momento che preferisce. Oggigiorno, la diffusione simultanea di trasmissioni televisive non è quindi forse la migliore delle idee”.
Con l’arrivo del 5G, il futuro vedrà probabilmente una diffusione esclusivamente via Internet. Abbandonando il digitale terrestre, la Svizzera ha forse agito con lungimiranza.
Traduzione dal francese di Luigi Jorio
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