Un centesimo ben speso per il clima
Il Centesimo per il clima, introdotto nel 2005, ha favorito negli ultimi anni lo sviluppo di numerosi progetti di risparmio energetico e di promozione delle energie rinnovabili. Tra questi anche un nuovo impianto di produzione di biogas a Inwil, uno dei più innovativi in tutta Europa.
“Senza il contributo della Fondazione Centesimo per il clima, forse questo progetto non sarebbe mai stato realizzato”, dichiara Christoph Eggerschwiler, responsabile dell’azienda Swiss Farmer Power, presentando con una certa fierezza lo stabilimento di Inwil, nel canton Lucerna, destinato a diventare il più grande impianto di produzione di biogas in Svizzera.
Da metà novembre sarà in grado di fornire quasi 2 milioni di m3 di gas all’anno, ricavato dalla fermentazione di scarti vegetali, provenienti dall’agricoltura e dal giardinaggio, resti di cucina, letame e purino.
“In questa biomassa figura soltanto materiale organico residuo. Per tener conto delle problematiche legate alla crisi alimentare mondiale, non utilizziamo prodotti agricoli che potrebbero venir impiegati come derrate alimentari”, precisa Christoph Eggerschwiler. Dopo la fermentazione, che dura in media tre settimane, tutta la biomassa viene riciclata, e in parte rivenduta, sotto forma di concime, concentrato di azoto e acqua.
Energia concorrenziale
L’impianto di Swiss Farmer Power a Inwil, costato 18 milioni di franchi, è stato promosso e finanziato da 72 agricoltori della regione, che detengono il 36% del capitale azionario, dall’azienda Energia e acqua di Lucerna (EWL) e dal gruppo agricolo Fenaco.
Gli azionisti si dicono convinti di poter raccogliere nei prossimi anni i frutti questo investimento. Grazie a 60’000 tonnellate di biomassa lavorate ogni anno, lo stabilimento dovrebbe raggiungere un fatturato annuo di 4 milioni di franchi. Il biogas sarà rivenduto dall’EWL al prezzo di 1,50 franchi al chilo, il che corrisponde a 1 franco per litro di benzina.
“Si tratta attualmente della sola energia rinnovabile che può essere venduta ad un prezzo addirittura inferiore rispetto alle fonti energetiche tradizionali, comprese le energie fossili. L’energia solare, ad esempio, costa ancora oggi molto di più dell’elettricità che si trova normalmente sul mercato”, sottolinea Stephan Marty, membro della direzione dell’EWL.
Il biogas prodotto a Inwil servirà a far circolare circa 2’000 autovetture con un consumo medio di 12’000 chilometri all’anno. In altre parole permetterà di rinunciare a 2 milioni di litri all’anno di benzina o diesel e di ridurre fino al 90% le emissioni di CO2.
Oltre 3’000 progetti
Non a caso, l’impianto lucernese figura tra i numerosi progetti che beneficiano dei contributi della Fondazione Centesimo per il clima, creata nel 2005, in seguito ad un accordo tra il governo e 4 associazioni economiche, e incaricata di offrire un sostanziale contributo alla lotta contro i gas ad effetto serra.
Tramite un prelievo di 1,5 centesimi per ogni litro di benzina e di diesel importati sul territorio elvetico, la Fondazione dispone di un budget annuo di circa 100 milioni di franchi, impiegati sia in Svizzera che all’estero per ridurre le emissioni di CO2.
Con questi fondi, nei prossimi 4 anni saranno sostenuti finanziariamente almeno 3’000 progetti in Svizzera, tra cui programmi di risparmio energetico negli edifici, caldaie a legna, circuiti di recupero del calore industriale, pompe geotermiche, centrali di teleriscaldamento. A Schattdorf (canton Uri), ad esempio, un nuovo riscaldamento a legna consentirà da ottobre di risparmiare 1,2 milioni di litri di olio combustibile all’anno negli stabilimenti delle aziende Ruag e Dätwyler, dove lavorano oltre 1’000 persone.
Nuovi stimoli
Dopo un lungo periodo in cui le misure il risparmio energetico e lo sviluppo delle energie rinnovabili avevano segnato il passo in Svizzera, gli incentivi finanziari del Centesimo per il clima e l’aumento del prezzo del petrolio hanno stimolato negli ultimi tempi le iniziative da parte di aziende e privati.
Le attività della Fondazione vengono però seguite ancora oggi con un certo scetticismo sia destra che a sinistra. Mentre l’Unione democratica di centro considera il Centesimo per il clima inutile, gli ambientalisti lo considerano uno strumento insufficiente, un alibi impiegato dal governo e dall’economia per evitare l’introduzione di una tassa sul CO2 e l’avvio di una vera politica ambientale.
Respingendo queste critiche, i responsabili della Fondazione si dichiarano fiduciosi di poter dimostrare nei prossimi anni l’utilità del Centesimo per il clima, come spiega Hans-Luzius Schmid, membro del consiglio di fondazione: “Secondo il mandato del governo, il Centesimo per il clima dovrebbe ridurre di 1 milione di tonnellate le emissioni di CO2 tra il 2008 e i 2012 in Svizzera. In base ai progetti attuali dovremmo arrivare a 2,3 milioni e pensiamo di raggiungere perfino 3 milioni. Questo strumento svolgerà quindi un ruolo fondamentale per permettere alla Confederazione di rispettare gli impegni del trattato di Kyoto”.
swissinfo, Armando Mombelli
Con la firma del Protocollo di Kyoto, la Svizzera si è impegnata a ridurre dell’8% le emissioni di gas ad effetto serra nel periodo 2008-2012, rispetto ai valori registrati nel 1990.
Le autorità elvetiche intendono raggiungere questo obbiettivo con una serie di misure, tra cui:
– prelievo dal 2005 di 1,5 centesimi per ogni litro di benzina o diesel importato,
– introduzione dal 2008 di una tassa sul CO2 sui combustibili fossili,
– acquisto di certificati di emissione all’estero,
– agevolazioni fiscali per i carburanti bio,
– programmi di risparmio energetico e di sviluppo di energie rinnovabili.
Se questi provvedimenti non dovessero bastare, come previsto attualmente, una tassa sul CO2 potrebbe venir introdotta anche sui carburanti di origine fossile.
La Fondazione Centesimo per il clima è stata creata nel 2005, in seguito ad un accordo tra il governo e 4 associazioni economiche (Economiesuisse, Unione svizzera delle arti e mestieri, Federazione svizzera del traffico stradale, Unione petrolifera).
Sulla base della Convenzione conclusa con le autorità, la Fondazione si è impegnata a ridurre di 9 milioni di tonnellate le emissioni di CO2 nel periodo 2008-2012. Di queste, almeno 1 milione in Svizzera e 8 milioni all’estero.
Per raggiungere questo scopo, la Fondazione dispone annualmente di circa 100 milioni di franchi all’anno provenienti dalla riscossione di 1,5 centesimi per litro di benzina o carburante diesel importati.
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