Accordi sull’elettricità «verde» e per evitare altri blackout
Il ministro dell'energia Moritz Leuenberger ha sottoscritto martedì a Roma un accordo con l'Italia sul riconoscimento reciproco dell'elettricità prodotta con fonti rinnovabili.
Rievocando il blackout che ha oscurato la vicina Penisola nel 2003, è pure stata sottoscritta un’intesa sul trasporto di elettricità tra i due paesi.
I poliziotti del servizio d’ordine guardano con una certa sorpresa: sanno che si tratta di un ministro svizzero e lo vedono piegarsi per ammirare un’aiuola colorata di fiori lungo la famosa Via Veneto in questa anticipata stagione primaverile. Simpatica immagine di un ministro…ecologista, Moritz Leuenberger.
E del resto il consigliere federale (capo del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni) è arrivato martedì nella capitale italiana per la firma di una serie di accordi che riguardano anche la cosiddetta «elettricità verde».
Presso il Ministero dello sviluppo economico ha sottoscritto insieme ai colleghi Pier Luigi Bersani, ministro dello sviluppo economico, e Alfonso Pecoraro Scanio, ministro dell’ambiente, tre protocolli che in sostanza riguardano la vendita e il trasporto di energia elettrica.
Accordo sull’«energia pulita»
Di particolare importanza, quello sul «reciproco riconoscimento dell’energia pulita». In buona sostanza l’Italia, forte acquirente in Svizzera, accetta per il futuro un prezzo leggermente maggiorato dell’energia elettrica elvetica che può vantare il «certificato verde»: quella parte cioè di energia elettrica rinnovabile e prodotta in modo ecologicamente compatibile che da tempo Berna incoraggia e parzialmente finanzia a livello nazionale.
Ma non si tratta dell’unico effetto dell’intesa raggiunta martedì. Le società svizzere del settore idroelettrico che producono «elettricità pulita» e in parte la vendono anche all’Italia, potranno subito incassare un bell’assegno retroattivo. Precisa Moritz Leuenberger: «Si tratta di cinquanta milioni di franchi che vengono cosi recuperati e che non necessariamente devono essere messi in cassa come profitti: possono essere infatti reinvestiti proprio in Italia, paese fortemente interessato a migliorare lo sfruttamento di energia elettrica rinnovabile».
«C’era dunque – sottolinea il consigliere federale – un forte interesse reciproco per il conseguimento di questo accordo».
La lezione del blackout
A Roma è stata firmata anche una nuova intesa sul trasporto di elettricità tra i due paesi. Un problema, quello del trasferimento di energia elettrica, sempre più impegnativo. Tutti ricorderanno quando l’Italia rimase al buio nel settembre 2003 per un albero caduto in Svizzera (vedi riquadro).
Dopo un rimpallo di reciproci rimproveri, l’incidente (assieme ad altri blackout avvenuti in seguito sulla rete europea) ha comunque prodotto un risultato concreto: una maggiore consapevolezza sulla necessità e sull’urgenza di rafforzare le condizioni di sicurezza su una rete continentale che, in seguito sia ai processi di liberalizzazione sia all’accresciuta domanda, trasporta un carico sempre maggiore di energia elettrica.
Situata nel cuore del continente, la Confederazione ha un ruolo strategico di grande rilievo sul mercato del trasporto di elettricità. Basta un solo esempio: ben il 45% dell’elettricità acquistata dall’Italia nei paesi del Nord Europa transita attraverso la Confederazione. Ne è ben consapevole anche l’Unione europea (Ue), che con la Svizzera ha aperto negoziati che stanno per concludersi con un accordo in questo vitale settore dell’economia continentale.
Nessun ostacolo con l’Europa
Qualche problema c’è stato prima di arrivare sul filo di lana. In particolare, nell’estate dello scorso anno si è venuti a conoscenza di un rapporto che doveva rimanere confidenziale e nel quale la Commissione di Bruxelles auspicava «una totale integrazione del mercato svizzero dell’elettricità in quello dell’Unione», e non una sua semplice associazione.
Problema: nello stesso documento la Commissione riteneva che l’operazione dovesse avvenire sulla base delle regole comunitarie in termini di concorrenza, con la conseguenza che la Svizzera avrebbe dovuto impedire sul suo territorio accordi di approvvigionamento a lungo termine tra produttori e fornitori di elettricità. Accordi che secondo Bruxelles riducono la concorrenza.
Il nodo sembra superato e presto si saprà esattamente in che termini. «Ormai – ci ha detto Leuenberger – non ci sono più ostacoli con l’Europa e l’accordo che stiamo per sottoscrivere con l’Ue si baserà su tre punti principali: la produzione di energia rinnovabile, la sicurezza del trasporto e l’apertura del mercato. Siamo praticamente pronti, le camere federali stanno per decidere in merito e con l’Europa le cose funzionano».
swissinfo, Aldo Sofia, Roma
Il 28 settembre del 2003, un incidente in Svizzera (un albero è caduto sulla linea ad alta tensione che attraversa il Lucomagno) è stato all’origine di un blackout che ha colpito l’Italia. 57 milioni di persone sono rimaste al buio.
Un mese più tardi, un rapporto dell’Unione per il coordinamento europeo del trasporto di energia elettrica ha giudicato la ditta Etrans (la società che coordina la rete elettrica elvetica) responsabile del blackout in quanto non ha reagito in modo adatto all’incidente. Il documento ha inoltre messo in evidenza le carenze del vetusto sistema europeo di scambi di elettricità.
In un secondo rapporto, voluto dal Ministero italiano delle Attività Produttive, si è pure puntato il dito contro i gestori di rete italiani, rei di alcuni errori e manchevolezze.
Per prevenire altri blackout, Svizzera e Italia hanno deciso di mettere in funzione (nel gennaio 2005) una nuova interconnessione elettrica tra la Val Poschiavo nei Grigioni e San Fiorano nel Bresciano. La Svizzera è da allora il maggior fornitore elettrico per la vicina Penisola.
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