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Allarme canicola

Più aree verdi nelle città aiuterebbero a ridurre i rischi sanitari legati all'afa Keystone

Caldo e afa crescono: Ticino e Ginevra hanno aperto hot-lines e invitano le persone a rischio a restare all'ombra, evitare sforzi fisici e bere molta acqua.

Anche se non sono state ancora raggiunte le temperature record dell’estate 2003, si vogliono evitare le migliaia di morti, soprattutto anziani, dovute alla canicola.

«Anche oggi il tempo sarà soleggiato e caldo». In primavera, una delle più fredde e piovose secondo gli annali meteorologici, non vedevamo l’ora di sentire previsioni del genere. Ed ecco che un’altra volta il caldo, che si è fatto tanto attendere, esplode fuori misura facendoci sperare in un provvidenziale temporale serale.

Italia: in testa alle classifiche dei morti per l’afa

In Italia le temperature torride e l’afa, che tengono sotto una cappa soffocante soprattutto il nord – fino a 40 gradi in Piemonte – fanno tornare alla memoria la micidiale canicola del 2003. Proprio lunedì l’Istat, l’istituto nazionale di statistiche, ha rivisto verso l’alto i decessi tra giugno e settembre di quell’anno: 20’000 persone.

Fino ad oggi si pensava fossero 8’000. Con questa cifra record l’Italia diventa così il paese europeo più colpito, superando la Francia, che aveva registrato 15’000 morti supplementari nell’estate 2003.

Non solo le persone, ma anche le colture e gli animali soffrono per l’afa: il livello d’acqua dei fiumi è talmente basso da minacciare le scorte idriche per l’agricoltura in Italia, le mucche degli allevamenti hanno perso l’appetito e producono il 10% di latte in meno.

Cuore e respirazione

Scenari simili anche in Francia, dove sono in allerta le cellule d’emergenza predisposte per prevenire la catastrofe di due anni fa. Ma per il momento, nonostante i buoni propositi, pare che i fondi messi a disposizione dal governo non siano sufficienti.

Manca il personale per dare da bere ai malati e agli anziani, un’operazione che per persone non autosufficienti può richiedere anche ore.

«A seconda della gravità dell’esposizione al calore, si possono provare vertigini, nausea, vomito. Al calore poi si possono sommare anche i disagi dovuti all’ozono, e le conseguenze diventano più gravi, perché più immediate», spiega a swissinfo Antoine Casabianca, capo dell’ufficio promozione sanitaria del Canton Ticino.

Casabianca è anche membro del gruppo operativo salute e ambiente che in questo periodo ha predisposto un picchetto per le chiamate specifiche sull’emergenza caldo, deviato da lunedì sul 144.

Anziani soli, ci vuole più solidarietà

L’allarme scatta quando l’indice di calore raggiunge il limite di 90, quello massimo è di circa 120. La popolazione viene informata tramite i media su come evitare inutili esposizioni al calore. A volte, specialmente per gli anziani, sono consigli che potrebbero sembrare addirittura banali, come bere a sufficienza, aerare l’appartamento di notte e chiudere le imposte di giorno.

Un preallarme è già stato dato venerdì e il materiale informativo è stato distribuito a tutti i comuni. «Alcuni sono più attivi di altri», sottolinea Casabianca, «quelli che ad esempio seguono già gli anziani che vivono da soli, che sono i più a rischio. Li chiamano al telefono personalmente ogni giorno, per sapere come stanno».

Certo il comune non può sostituirsi alla famiglia, ma il problema degli anziani che non hanno nessun contatto con i parenti diventa in questi casi drammaticamente evidente, e non solo nei grandi centri urbani.

Ozono e altri agenti nocivi nell’aria

Come spesso, la situazione peggiore riguardo all’ozono si è registrata proprio in Ticino. In particolare a Lugano, dove la concentrazione di questo gas e di altri agenti nocivi, prodotti soprattutto dal traffico, ha raggiunto quasi il doppio del limite di 120 µg/m3 nei giorni scorsi.

A rischio in questo caso sono specialmente le persone che hanno problemi di respirazione, come gli asmatici. Ma l’ozono può provocare anche irritazioni cutanee e agli occhi. I direttori cantonali del territorio e dell’ambiente hanno lanciato un appello alla popolazione perché dia un contributo alla riduzione degli agenti inquinanti dell’aria, utilizzando più spesso i mezzi pubblici invece dell’auto.

swissinfo, Raffaella Rossello

Nell’estate del 2003 i decessi causati dal troppo caldo in Svizzera furono un migliaio.

In Italia i morti furono 20’000.

In Francia 15’000.

A rischio soprattutto anziani, bambini e malati.

La canicola comincia a preoccupare, soprattutto a sud delle Alpi, ma anche a Ginevra e sull’altopiano.

Alcuni pazienti in stato di disidratazione sono arrivati all’ospedale di Basilea.

I rischi maggiori per la salute: disidratazione, scompensi cardiovascolari.

Segni di un malessere dovuto al caldo: nausea, vomito, vertigini, svenimenti.

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