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Alleanza pericolosa tra colesterolo e tbc

Il colesterolo è il miglior amico del batterio della tubercolosi: gli apre la via d'accesso per infettare le cellule umane. Lo hanno scoperto due ricercatori dell'Istituto di Immunologia di Basilea.

È noto che un eccesso di colesterolo nel sangue fa male alla salute. Si addensa sulle pareti interne delle arterie e forma delle placche che, alla lunga, ostruiscono la circolazione del sangue. I danni che provoca all’organismo, però, non si limitano a questo.

Due ricercatori svizzeri hanno scoperto che il colesterolo è un alleato prezioso per il micobatterio, il batterio responsabile della tubercolosi: gli consente di entrare nelle cellule e di infettarle. La notizia della scoperta è apparsa sull’ultimo numero della rivista Science.

Il micobatterio aggredisce l’organismo umano passando attraverso i macrofagi, cellule del sistema immunitario. Penetra nella membrana cellulare, si annida al loro interno, resiste agli attacchi delle proteine che tentano di distruggerlo e si riproduce.

John Gatfield e Jean Pieters, dell’Istituto di Immunologia di Basilea, hanno esposto dei macrofagi di topo all’azione dei micobatteri e hanno osservato al microscopio il loro comportamento. Hanno scoperto così che i microrganismi penetrano nella membrana cellulare solo se questa è ricca di colesterolo: si legano alle molecole del grasso e le usano come un canale d’accesso per entrare.
Se il colesterolo viene rimosso dalla membrana, il numero di cellule infettate si riduce del 90 percento.

Una volta penetrati all’interno dei macrofagi, i batteri rimangono avvolti in un guscio protettivo di grasso, che impedisce alle proteine della cellula di attaccarli e farli a pezzi. Ecco spiegata la grande resistenza del micobatterio alle difese immunitarie dell’organismo.

Il colesterolo presente sulla superficie delle cellule non si può eliminare, perché svolge un ruolo indispensabile: assicura il giusto grado di rigidità alla membrana. La scoperta di Gatfield e Pieters, però, sarà utile agli scienziati come punto di partenza per mettere a punto nuovi farmaci capaci di ostacolare l’infezione.

Maria Cristina Valsecchi

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