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Allergie: note eppure misteriose

Allergia ai pollini? Gli incontri ravvicinati con fiori e piante andrebbero evitati... Keystone Archive

Da cinquant'anni a questa parte, il numero degli allergici nel mondo occidentale è in continuo aumento. Troppo inquinamento? Troppa igiene? Troppo stress?

La medicina sa come funzionano le allergie, ma ha solo delle risposte incomplete sul perché si sviluppino. Un’allergia si può curare, ma difficilmente prevenire.

La primavera? Per molti è l’inizio di una stagione di sofferenze, fatta di starnuti, occhi arrossati, naso irritato. La diagnosi è presto fatta: raffreddore da fieno, o, meglio, rinite allergica stagionale. Ne soffre il 17% della popolazione svizzera e con il suo alto grado d’incidenza – un’allergia su due è causata dai pollini – ha il triste onore di essere la reazione allergica più conosciuta.

Ma ci sono anche le allergie ai peli degli animali, agli acari, agli alimenti, alle punture d’insetti e sono in aumento le reazioni allergiche provocate da allergeni non ancora individuati.

Non una ma tante cause

Le allergie non sono un fenomeno nuovo, ma negli ultimi cinquant’anni sono aumentate in modo considerevole. Ciò ha portato a cercarne le cause – oltre che in una predisposizione genetica – nello stile di vita della società occidentale: aumento dei ritmi e conseguente stress, nuove abitudini alimentari, eccesso d’igiene, inquinamento.

Gli studi sull’argomento mettono in luce l’interazione tra le varie cause. Se si focalizza su un solo fattore – ad esempio l’inquinamento – si giunge a risultati contradditori: a studi che dimostrano l’impatto negativo dell’inquinamento (ad esempio delle particelle rilasciate dai motori diesel) si contrappongono studi i cui dati rivelano che nelle città più inquinate ci sono meno allergici che in quelle dove l’aria è migliore

«A differenza di altre malattie, come ad esempio la polmonite per sconfiggere la quale basta individuare il batterio responsabile dell’infezione, le allergie sono malattie complesse che non hanno origine da un solo fattore», spiega il dottor Philippe Eigenmann, allergologo dell’Ospedale universitario di Ginevra.

La teoria dell’igiene

Non si sa perché ad un determinato momento un individuo sviluppi un’allergia. Il raffreddore da fieno, ad esempio, può manifestarsi in un bambino di cinque anni, ma anche in un adulto di sessanta. C’è tuttavia una teoria, in molti punti confermata dai fatti, che spiega le ragioni dell’aumento globale delle allergie: la teoria dell’igiene.

Oggi, afferma l’allergologo, «il sistema immunitario è confrontato con molti meno virus e batteri che in passato». «E siccome non ama restare disoccupato, va a cercare qualcos’altro da fare, reagendo a cose che in condizioni normali dovrebbe tollerare». Il contatto con diversi batteri spiegherebbe perché i bambini che vivono nelle fattorie sviluppano meno allergie dei loro coetanei e perché chi ha dei fratelli è meno soggetto a reazioni allergiche dei figli unici.

Per il dottor Eigenmann, i bambini «dovrebbero essere lasciati vivere in modo normale», dovrebbero poter giocare con la terra, sporcarsi, frequentarsi. In questo modo il sistema immunitario sarebbe troppo occupato a tenere a bada gli agenti patogeni con cui è confrontato per sviluppare delle allergie. Un discorso che però non vale se intervengono altri fattori, come ad esempio una predisposizione alle allergie. «Ci sono casi di bambini che pur vivendo in fattoria hanno sviluppato raffreddori da fieno estremamente violenti».

Prevenzione

Di fronte alle allergie, molto diagnosticate, ma per molti aspetti ancora misteriose, la prevenzione diventa un’impresa ardua. Il Centro svizzero per l’allergia, la pelle e l’asma (aha!) si occupa ormai da anni d’informare l’opinione pubblica e di fornire consigli utili agli allergici, un lavoro essenziale, anche se solo parzialmente efficace.

«È importante fare della prevenzione quando si è in presenza di una predisposizione», afferma il dottor Eigenmann, «anche se proprio per il carattere multifattoriale delle allergie, è difficile realizzare una prevenzione efficace. Ci sono genitori disperati che vengono da noi dicendo: “Abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare, il bambino è stato allattato per più di sei mesi, non abbiamo animali o tappeti in casa…” Eppure è allergico lo stesso».

Sbarazzarsi del «territorio allergico», vale a dire di tutti gli elementi che contribuiscono all’insorgere di un’allergia, è molto difficile. Agli allergici resta almeno la consolazione di sapere che i sintomi di molte allergie possono essere combattuti e che in certi casi il sistema immunitario può «imparare» a tollerare di nuovo quelli che a un certo punto ha cominciato a considerare degli allergeni.

swissinfo, Doris Lucini

In Svizzera una persona su cinque è colpita da allergie
Il 50% delle allergie è originato dai pollini
Il 17% circa degli svizzeri e il 10% degli abitanti dell’Europa centrale soffre di raffreddore da fieno

Si conoscono alcuni meccanismi del funzionamento delle allergie, ma s’ignora ancora cosa porta il sistema immunitario a reagire in modo atipico a sostanze che in condizioni normali dovrebbe tollerare.

Gli allergici hanno poche speranze di guarigione, ma possono migliorare di molto la loro qualità di vita. Una volta individuato l’allergene, è possibile ridurre le occasioni di contatto per prevenire crisi violente e stabilire quali medicamenti alleviano al meglio i sintomi.

Per le punture di vespe e di api, e in parte anche per i pollini, si è rivelata efficace l’immunoterapia. L’allergico viene confrontato con dosi crescenti di allergene. In questo modo il corpo impara a considerare la sua presenza come normale.

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