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Anche le piante hanno una loro dignità

Secondo le osservazioni della biologia moderna, le piante sono dotate di capacità di percezione ultrasensibili Keystone

Le piante hanno una loro dignità ed un valore morale, alla stessa stregua degli animali. Questa posizione, sostenuta dalla Commissione federale di etica per la biotecnologia nel settore non umano (CENU), apre una nuova visione nel rapporto tra l'uomo e i vegetali.

“Le piante e gli animali hanno seguito due strade distinte nella loro evoluzione. Ma le differenze biologiche sono molto meno grandi di quanto lasci generalmente supporre l’occhio umano”, spiega Jürg Stöcklin, docente di botanica presso l’Università di Basilea, incaricato dalla CENU di illustrare da un profilo scientifico le peculiarità del mondo vegetale.

“Certo”, ricorda il ricercatore, “le piante sono sedentarie, hanno meccanismi di nutrizione e di crescita differenti dal nostro, si riproducono in modo diverso, spesso attraverso la clonazione. Ciononostante mantengono ancora oggi una grande parentela con gli animali, sia per quanto riguarda le strutture, che i processi e la complessità delle loro cellule”.

Le creature vegetali e quelle animali condividono infatti ben 3 miliardi di anni di storia comune, quali organismi unicellulari. Questi esseri viventi hanno cominciato a differenziarsi sul piano della loro organizzazione “solo” 700 milioni di anni fa, quando si sono trasformati in organismi pluricellulari.

Piante non inferiori agli animali

“Le piante non hanno un sistema nervoso simile al nostro. Finora venivano quindi considerate come automi passivi. In realtà dispongono di capacità di percezioni ultrasensibili e interagiscono in modo complesso con i segnali esterni. Sono in grado ad esempio di reagire alla luce, a stimolazioni meccaniche e perfino allo stress di altre piante”, sottolinea Jürg Stöcklin.

A suo avviso, da un profilo puramente biologico l’unicità degli animali non può essere considerata superiore a quella delle piante. Anche perché ancora oggi ignoriamo moltissime cose sul funzionamento del mondo vegetale.

Le argomentazioni del docente basilese e di altri specialisti hanno trovato orecchie sensibili presso la CENU, incaricata dalle autorità federali di riflettere sul concetto di “dignità della creatura”, che figura nella Costituzione federale dal 1992, ossia da quando è stato introdotto un nuovo articolo costituzionale sul patrimonio genetico.

Secondo l’articolo 120 sull’ingegneria genetica in ambito non umano, la Confederazione può emanare prescrizioni sull’impiego del patrimonio germinale e genetico di animali, piante e altri organismi. In tale ambito deve però tener conto, tra l’altro, della dignità della creatura – un concetto che richiede ora una chiara definizione in vista dell’adozione di nuove leggi e ordinanze.

Valore morale degli esseri viventi

Negli ultimi anni la CENU si era già espressa a più riprese sulla questione della dignità degli animali. Grazie anche alle sue riflessioni, nel 2003 la Confederazione aveva introdotto una delle legislazioni più moderne a livello mondiale per migliorare la posizione giuridica degli animali. Oggi in Svizzera gli animali non sono più considerati come delle cose, ma vengono riconosciuti come esseri viventi dotati di una loro sensibilità.

Ora i membri della commissione federale di etica si spingono ancora più lontano, riconoscendo un valore morale anche alle piante in un rapporto pubblicato lunedì e intitolato “La dignità della creatura nel regno vegetale”. Secondo la CENU, gli organismi vegetali non vanno protetti soltanto per il loro valore strumentale (utilità per l’uomo) o per il loro valore relazionale (rapporto tra l’uomo e la pianta): le piante devono essere oggetto di un rispetto morale in quanto “organismi individuali con propri interessi”.

Agli occhi degli esperti di etica, ogni uomo può possedere delle piante e può utilizzarle per soddisfare i propri bisogni, tra cui quelli alimentari. Per contro nessuno è moralmente autorizzato, senza una giustificazione valida, a danneggiare una pianta, ad ostacolare la sua crescita o a compromettere le sue possibilità di riproduzione.

Bisogno di regolamentazioni

Nel suo rapporto, la CENU si limita a definire il principio della dignità delle piante. Non si oppone invece alle sperimentazioni genetiche o ad altre manipolazioni degli organismi vegetali, nella misura in cui non compromettano le loro capacità di riprodursi e di adattarsi. La commissione non respinge neppure la brevettabilità delle piante, dal momento che non intacca il loro valore morale, ma si tratta piuttosto di una questione di etica sociale.

Il rapporto della CENU costituisce in ogni caso un importante strumento di riflessione per permettere ai politici di fondare le loro scelte legislative e valutare la legittimità di nuovi progetti di ricerca sulle piante, come spiega Markus Schefer, membro della commissione:

“Con la rapida diffusione di nuove tecnologie, come quelle genetiche, si diffonde sempre più la consapevolezza sulle opportunità e sui vantaggi economici di queste applicazioni, ma anche sui loro rischi e sulle perdite morali. Vi è quindi un crescente bisogno sociale e politico di regolamentazioni della libertà scientifica ed economica”.

swissinfo, Armando Mombelli

Governo e parlamento sono sempre più spesso chiamati a decidere e a regolamentare in materia di nuove applicazioni della scienza e della medicina, in particolare nell’ambito della genetica.

Per poter disporre di strumenti di riflessione e di valutazione di fronte a queste nuove tematiche, il Consiglio federale ha istituito due commissioni federali di etica, composte da specialisti scientifici e tecnici, filosofi, sociologi, psicologi e rappresentanti del mondo ecclesiale.

Nel 1998 è nata così la Commissione federale d’etica per l’ingegneria genetica nel settore non umano (CENU). Nel 2001 è stata creata invece la Commissione nazionale d’etica per la medicina umana (CNE).

La CENU si è già pronunciata sulla regolamentazione delle emissioni nell’ambiente di organismi geneticamente modificati, le disposizioni sulle derrate alimentari contenenti organismi geneticamente modificati, gli xenotrapianti o la brevettazione di animali e piante.

Secondo le conclusioni del rapporto “La dignità della creatura nel regno vegetale”, non è moralmente ammissibile danneggiare delle piante senza giustificazione valida. Tra queste giustificazioni vi è in primo luogo la conservazione della specie umana.

La CENU considera inoltre che nessuno può arrogarsi un diritto di proprietà assoluta sulle piante. La questione della brevettabilità delle piante non tocca tuttavia la loro integrità, ma rientrerebbe nel campo dell’etica sociale.

Sempre a detta della commissione, le modificazioni genetiche delle piante non contraddicono il principio della salvaguardia della loro dignità, nella misura in cui vengono garantire le capacità di adattamento e di riproduzione degli organismi vegetali.

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