Assicurazioni e farmacisti sul piede di guerra
Sullo sfondo del difficile controllo dei costi della salute, le casse malattia denunciano l’accordo con i farmacisti.
Tra le cause, la presunta reticenza dei farmacisti a prescrivere medicinali generici, meno cari degli originali. Senza accordo, disagi in vista per i pazienti.
La Società svizzera dei farmacisti (SSF) e santésuisse, l’associazione mantello degli assicuratori malattia, avevano introdotto il nuovo sistema di remunerazione basato sulle prestazioni il primo luglio 2001.
Lunedì la svolta: santésuisse non ci sta più, denuncia, per il 31 dicembre 2003, la convenzione ma si dice pronta a prolungarne la validità fino a fine giugno 2004 e a rinegoziare un nuovo accordo.
Pochi medicamenti generici
santésuisse cita tre motivi principali alla base della decisione.
In primo luogo, i farmacisti non avrebbero rispettato, o l’avrebbero fatto con insufficiente solerzia, l’obbligo di sostituire, quando possibile, medicamenti originali con farmaci generici, molto meno cari. La loro quota continua ad essere molto bassa: attorno al 3%.
santésuisse precisa che nel 2002 il costo dei medicinali a carico dell’assicurazione di base è aumentato di quasi 250 milioni di franchi (+11%). Per questo intende introdurre nuovi stimoli «per aumentare la percentuale di generici in maniera massiccia».
Gli assicuratori criticano poi le complicazioni amministrative del sistema attuale che prevede una tassa farmacista e una tassa cliente. santésuisse vorrebbe sostituirle con un’unica tassa consiglio.
Infine santésuisse ritiene insufficiente il contributo (ora del 2.7%, inizialmente del 3.2%) versato dai farmacisti sui prezzi dei medicinali nell’ambito del meccanismo per la stabilizzazione dei prezzi.
Una decisione irragionevole
La SSF non condivide e contrattacca. “Necessitiamo di un partner affidabile”. Secondo Dominique Jordan, presidente della SSF, la convenzione garantisce numerosi vantaggi ai pazienti e alla stessa santésuisse. “Vantaggi che ora santésuisse intende irragionevolmente rimettere in gioco”.
Jordan ricorda come la quota di mercato dei medicinali generici sia in costante crescita. La convenzione stava inoltre raggiungendo i suoi obiettivi principali: risparmi e trasparenza.
Il sistema d’indennizzo dei farmacisti, introdotto dalla convenzione e che rende il loro salario indipendente dal prezzo dei medicinali, avrebbe infatti già permesso risparmi per 51 milioni di franchi nel 2002.
Altri contenimenti dei costi (56 milioni) sarebbero stati ottenuti grazie a ribassi del 2.7% dei prezzi di medicinali figuranti in determinate liste. La fine della convenzione equivale infine pure a quella del budget globale, controllato dagli esperti di santésuisse, che limitava la massa salariale dei farmacisti.
Disagi per i pazienti
In caso di assenza di convenzione, stando alla SSF, pure i pazienti saranno chiamati a sopportarne le conseguenze.
In effetti tutti rischiano ora di dover pagare direttamente le fatture che non saranno più rimborsate dalle casse malati.
swissinfo e agenzie
santésuisse denuncia la convenzione con i farmacisti e ne chiede una nuova versione.
Gli assicuratori ritengono che i farmacisti non abbiamo sfruttato a sufficienza le possibilità per sostituire medicinali originali con farmaci generici e denunciano inutili complicazioni amministrative.
I farmacisti ribattono accusando santésuisse di voler rimettere in gioco tutti i benefici ottenuti con la convenzione. E di non considerare gli interessi dei pazienti.
Nel 2001 la Svizzera ha speso il 10.9% del suo PIL in costi della salute;
L’Austria il 7.7%;
L’Italia il 8.4%;
La Francia il 9.5%;
La Germania il 10.7%;
Gli USA il 13.9%.
Nel 1980 la quota in Svizzera era del 8.5%.
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