Battaglia per liberalizzare il mercato dell’elettricità
Il governo spera di vincere la battaglia sulla liberalizzazione del mercato dell'elettricità, in votazione il 22 settembre.
A tal proposito il governo ha presentato l’ordinanza d’applicazione alla legge sul mercato dell’elettricità nel corso della sua settimanale seduta del mercoledì. Il testo garantirebbe una liberalizzazione ordinata del settore e la sicurezza dell’approvvigionamento.
Dopo lunghe ed intense discussioni la controversa ordinanza è stata dunque partorita e le carte del governo sono state finalmente scoperte. Definendo esplicitamente le modalità con cui il governo intende applicare la nuova legge sull’apertura del mercato dell’elettricità, l’ordinanza dovrebbe assicurarle una maggioranza di consensi della popolazione in vista del referendum.
Soluzione “consensuale”
Il Consiglio federale è riuscito a trovare una soluzione alla quale hanno dato il loro appoggio i cantoni, gli ambienti economici, le imprese del settore elettrico e le organizzazioni ecologiste e dei consumatori. “Un consenso in questo ambito è necessario perché la liberalizzazione del settore avverrà comunque in un modo o in un altro”, ha spiegato il ministro dell’energia Moritz Leuenberger.
In una prima versione l’ordinanza aveva suscitato reazioni negative sia da parte dei fautori della liberalizzazione, che ne avevano criticato il carattere troppo burocratico e restrittivo, sia da quella degli oppositori per la mancanza di garanzie riguardo alla sicurezza dell’approvvigionamento ed alla tutela dei consumatori.
Maggior equità ed ordine
L’ordinanza assicurerebbe ora un’apertura del mercato in maniera equa e ordinata. La garanzia dell’approvvigionamento è stata iscritta nero su bianco nella normativa. Per un periodo transitorio di sei anni le retribuzioni per il trasporto dell’energia non potranno essere aumentate, se non in casi eccezionali. A più lungo termine questi costi, che rappresentano una voce determinante per il prezzo della corrente elettrica, dovrebbero essere ridotti. Una commissione arbitrale veglierà inoltre sul mercato per combattere eventuali abusi.
Nell’interesse dei consumatori è stata inoltre rafforzata la trasparenza. La bolletta dovrà essere chiara ed indicare la provenienza ed il tipo di produzione di elettricità. Una mano è stata tesa anche in favore delle energie alternative: per un periodo di dieci anni le fonti energetiche rinnovabili saranno esentate, entro determinati limiti, dal pagamento dei costi di trasporto. Le centrali idroelettriche, che in Svizzera forniscono il 60 per cento della corrente ma in serie difficoltà finanziarie a causa di investimenti che saranno difficilmente ammortizzabili in un mercato che spingerà le tariffe al ribasso, potranno beneficiare di prestiti da parte della Confederazione.
Contrari alla liberalizzazione
Nonostante le modifiche introdotte nell’ordinanza rispetto alla prima versione, l’Unione sindacale svizzera resta fondamentalmente contrario alla nuova legge. La nuova ordinanza rappresenta soltanto “propaganda per il consenso”, mentre il consumatore resterebbe senza difese di fronte ai giganti dell’elettricità.
Fin dall’inizio una forte resistenza si era manifestata nella Svizzera romanda, sia dai partiti di sinistra sia da diverse organizzazioni ambientaliste e di consumatori. Una regione generalmente poco scettica verso privatizzazioni e liberalizzazioni nel settore pubblico.
Luca Hoderas
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