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Berna promette più soldi per l’influenza aviaria

I dipendenti di un ospedale in Turchia mentre aspettano l'arrivo du un paziente forse colpito dall'influenza aviaria Keystone

Prima dell'inizio della conferenza di Pechino dei paesi donatori, la Svizzera ha sbloccato ulteriori 1,1 milioni di franchi per lottare contro il virus in Asia.

Il contributo va ad aggiungersi ai 4,8 milioni di franchi già stanziati in settembre per aiutare i paesi colpiti dall’influenza aviaria e per evitare una possibile pandemia umana.

Durante la conferenza di due giorni che si apre martedì a Pechino e che riunisce i rappresentanti di 90 Stati e di 25 organizzazioni internazionali si spera di raccogliere almeno un miliardo di dollari (1,3 miliardi di franchi). La riunione, che fa seguito all’incontro svoltosi a Ginevra due mesi fa, è organizzata sotto l’egida della Cina, della Banca Mondiale e dell’Unione Europea.

Secondo la Banca mondaile, sono necessari almeno 1,5 miliardi di dollari per aiutare i paesi colpiti dal virus H5N1, che finora è costato la vita a 79 persone.

La somma è destinata a potenziare i servizi sanitari e veterinari in quelle regione dove sono scoppiati dei focolai della malattia e a prepararsi per una potenziale pandemia tra gli esseri umani.

«Per il momento questa malattia non è sotto controllo e siamo certi che in Asia orientale è già diventata endemica», ha dichiarato a swissinfo Thomas Jemmi, responsabile della sezione Affari internazionale dell’Ufficio federale di veterinaria e delegato della Svizzera a Pechino.

«Le probabilità che si propaghi a livello mondiale sono più elevate, con un rischio maggiore che il virus si modifichi. Ciò potrebbe causare una pandemia».

«Dobbiamo agire adesso e questa conferenza è un’opportunità per la comunità internazionale di venire in aiuto ai paesi affllitti dalla malattia».

Mutamenti genetici

Gli esami preliminari effettuati la scorsa settimana su dei campioni del virus prelevati in Turchia hanno mostrato un cambiamento genetico che già era stato rilevato su dei casi che avevano colpito degli esseri umani ad Hong Kong e in Vietnam.

Finora, la maggior parte delle persone infettate dal virus H5N1 vivevano a stretto contatto con dei volatili, ma il timore degli esperti è che il virus subisca una mutazione, rendendo più facile la trasmissione da uomo a uomo.

La Svizzera, che in settembre aveva stanziato 4,8 milioni di franchi all’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) per sostenere i progetti di lotta contro l’influenza aviaria in Asia, ha oggi annunciato di voler incrementare il suo aiuto.

«Circa 1,1 milioni di franchi saranno versati all’Organizzazione mondiale della sanità e a sostegno di programmi di sviluppo specifici in alcuni paesi», ha indicato Jemmi.

«In questo momento, il grosso problema concerne gli animali e la malattia deve essere colpita alla radice. Siamo convinti che se riusciremo a controllare la malattia tra gli animali, i rischi di una pandemia umana saranno minori».

Una pandemia che potrebbe costare centinaia di miliardi

La scorsa settimana, la Banca Mondiale ha approvato un credito di 500 milioni di dollari per i programmi di lotta contro il morbo. Secondo l’istituto dell’ONU, una pandemia di influenza aviaria della durata di un anno potrebbe costare all’economia mondiale più di 800 miliardi di dollari.

L’Unione Europea ha annunciato venerdì di voler sbloccare 100 milioni di dollari. «Il nostro obiettivo è di raccogliere 1,2 miliardi di dollari. Pensiamo sia un traguardo raggiungibile», ha affermato Jim Adams, vicepresidente della Banca Mondiale.

swissinfo, Adam Beaumont con le agenzie
(traduzione di Daniele Mariani)

La scorsa settimana, l’Ufficio federale di veterinaria ha esteso il divieto di importazione di volatili e derivati a sei paesi confinanti con la Turchia.
Dal mese di ottobre, i controlli agli aeroporti di Zurigo, Ginevra e Basilea sono stati potenziati, in particolare per quei voli provenienti dalla Turchia o da altri paesi colpiti dal virus.
Il Governo svizzero ha creato delle riserve di Tamiflu per essere in grado di curare un quarto della popolazione elvetica.

Il gigante farmaceutico svizzero Roche ha indicato venerdì di essere pronto a fornire più dosi del suo medicinale antivirale Tamiflu in Asia. Questo farmaco è per il momento considerato la miglior difesa contro il virus H5N1 dell’influenza aviaria.

La Roche ha pure comunicato di stare negoziando con l’Organizzazione mondiale della sanità sulla possibilità di creare una riserva più importante di Tamiflu per l’Asia. La multinazionale ha finora dato all’OMS tre milioni di dosi per costituire degli stock per una «risposta rapida».

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