Bilancio in chiaroscuro per la biodiversità
La diminuzione della diversità biologica in Svizzera si è stabilizzata. Ma l'equilibrio rimane fragile. Alcuni animali e vegetali permangono in pericolo.
Lunedì, in occasione della giornata mondiale dell’ambiente, l’Ufficio federale dell’ambiente presenta un bilancio della situazione in Svizzera.
La diversità biologica rimane “sorprendentemente elevata” in Svizzera, tanto a nord quanto a sud delle Alpi, con circa 50’000 specie stimate di piante e animali.
È quanto rileva l’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) nel suo primo bilancio dopo cinque anni di rilevamenti.
“Si tratta di una ricchezza naturale che dobbiamo gestire e sviluppare”, dichiara Bruno Oberle, direttore dell’UFAM.
Alcuni grandi ritorni
Il numero delle specie animali è rimasto globalmente stabile nel paese tra il 1997 e il 2005.
Cinque specie di uccelli, tra cui il beccaccino e il chiurlo maggiore, sono scomparsi dal territorio elvetico ma altre, come il gruccione, vi hanno fatto ritorno, per non parlare del lupo fra i mammiferi.
Circa 80 specie diverse di farfalle diurne sono state censite nella valle di Zermatt, nell’Alto Vallese, nel 2004.
E a sorpresa, la maggiore diversità di specie vegetali non è stata riscontrata a sud delle alpi come ipotizzato ma sul versante settentrionale: nella regione di Grindelwald, nell’Oberland bernese, sono state registrate non meno di 372 specie di piante.
Permane la preoccupazione
La biodiversità è invece “esigua” sull’Altipiano, innanzitutto a causa dell’agricoltura intensiva.
Ma laddove i prati non sono coltivati in modo intensivo la biodiversità si mantiene considerevole, con in media 49 specie censite contro le 27 registrate altrove.
I biologi dell’UFAM rimangono tuttavia preoccupati. Numerose specie minacciate sono ormai presenti soltanto con una popolazione molto ridotta in poche zone, che si è cominciato a tutelare in modo adeguato soltanto negli ultimi 15 anni.
Questi biotopi protetti sono tuttavia spesso troppo piccoli per salvare dall’estinzione le specie minacciate, rileva l’Ufficio federale.
Ampia strategia
Nel tentativo di difendere la sua ricchezza biologica, la Svizzera ha attuato un’ampia strategia che include degli inventari per osservare la qualità dei biotopi, delle “liste rosse” delle specie minacciate, delle zone protette, una rete ecologica nazionale e dei piani d’azione concreti.
Secondo Oberle, sviluppando queste misure, la Svizzera è sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi fissati dal Vertice della terra di Rio ed invertire la tendenza al declino della biodiversità entro il 2010. “Temo tuttavia che saremo uno dei pochi paesi a farcela”, aggiunge il direttore dell’UFAM.
Lanciato cinque anni fa dall’UFAM, il Monitoraggio della biodiversità (MBD) in Svizzera mira a valutare la situazione a lungo termine.
swissinfo e agenzie
Il pianeta conta tra 10 e 100 milioni di specie animali e vegetali.
Secondo l’Unione mondiale per la natura, ogni anno spariscono 27’000 specie.
Il 24% delle specie di mammiferi e il 12% di quelle di uccelli sono minacciate.
La Svizzera, che conta più di 50’000 specie, ha firmato la Convenzione dell’ONU sulla biodiversità nel 1994.
La diversità biologica o biodiversità si misura con il numero di specie (animali, vegetali o micro-organismi) che vivono in una determinata zona.
Il declino della biodiversità planetaria è dovuto principalmente alle attività umane: urbanizzazione e agricoltura.
Al Vertice della terra di Rio del 1992, gli Stati hanno cercato d’invertire la tendenza adottando una Convenzione sulla diversità biologica. Nel 2002 a Johannesburg, è stato fissato un termine definitivo per il 2010.
A partire dal 2001, il sistema di monitoraggio sulla biodiversità permette alla Svizzera di verificare l’efficacia delle misure seguendo l’evoluzione in più di 2000 zone sparse in tutto il paese.
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