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Calmy-Rey : “Lottiamo uniti contro fame e povertà”

Micheline Calmy-Rey e Ban Ki-moon invitano a lottare contro fame e povertà Keystone

La presidente della Confederazione ha lanciato un vibrante appello alla comunità internazionale affinché si raggiungano gli Obiettivi del Millennio.

Prendendo la parola lunedì all’ONU a Ginevra, Micheline Calmy-Rey ha spronato governi, società civile e economia privata ad assicurare mezzi e risorse contro la fame e la povertà.

“Abbiamo le conoscenze e l’esperienza necessaria – ha evidenziato Calmy-Rey – per debellare la fame e la povertà. E abbiamo anche le risorse necessarie per agire in tal senso. Dobbiamo mobilitarci”.

Partecipando ai lavori del Consiglio Economico e sociale delle Nazioni Unite (Ecosoc), riunito in sessione a Ginevra dal 2 al 27 luglio, la presidente della Confederazione Micheline Calmy-Rey ha dunque chiesto alla comunità internazionale “sforzi sostanziali e congiunti” per realizzare gli Obiettivi del Millennio.

Il segretario generale dell’ONU Ban Ki- moon ha poi rivolto un appello ai Paesi ricchi spronandoli a rispettare la promessa di devolvere lo 0,7% del prodotto interno lordo (PIL) agli aiuti allo sviluppo. Gli Obiettivi del Millennio per lo Sviluppo (OMS) impegnano tra l’altro le nazioni a dimezzare il numero di poveri e delle persone che soffrono la fame.

Progressi, ma lenti

Aprendo i lavori dell’Ecosoc, Ban Ki-moon ha affermato che il mondo “ha disperatamente bisogno” del successo del Doha Round, il ciclo dell’Oganizzazione mondiale del commercio (OMC) per la liberalizzazione degli scambi.

“Le attuali barriere commerciali, i sussidi all’agricoltura e le severe regole sulla proprietà intellettuale rafforzano le disuguaglianze globali e ridicolizzano le nostre belle dichiarazioni sull’eliminazione della povertà e della fame nel mondo”, ha esclamato Ban Ki-moon.

“Il pianeta – ha detto ancora il segretario generale dell’ONU – è a metà strada nella sfida per raggiungere entro il 2015 gli OMS lanciati dalle Nazioni Unite nel 2000”.

Illustrando il rapporto 2007 sulla situazione degli Obiettivi del Millennio, Ban ki-moon ha detto che i progressi sono stati lenti in alcuni dei paesi più poveri, ma essi possono ancora essere raggiunti nella maggior parte delle nazioni.

Il numero di persone in situazione di estrema povertà (meno di un dollaro al giorno) è passato da 1,25 miliardi del 1990 a 980 milioni nel 2004, benché la popolazione sia cresciuta. Nell’Africa sub-sahariana è diminuito di oltre 6 punti rispetto al 2000, passando dal 46,8% al 41,1%.

Secondo Ramesh Singh, direttore di ActionAid International, la fame del mondo non potrà essere ridotta della metà entro il 2015. Il numero di persone vittime di malnutrizione aumenta invece di diminuire: sono 850 milioni rispetto a 800 milioni di sette anni fa.

Mantenere le promesse

Il cammino, insomma, è ancora tutto in salita. Perciò sono senza dubbio necessari gli sforzi dei Paesi in via di sviluppo, mentre le nazioni industrializzate devono davvero mantenere la promessa di dedicare lo 0,7 % del PIL agli aiuti allo sviluppo. “Esorto i Paesi donatori – ha ribadito Ban Ki-moon – a stabilire calendari per l’aumento degli aiuti al fine di raggiungere gli impegni previsti entro il 2010 ed il 2015”.

“Gli Obiettivi del Millennio per lo sviluppo – gli ha fatto eco Calmy-Rey – sono la locomotiva dell’agenda globale dello sviluppo”. Ed ha aggiunto che è importante permettere ai paesi del Terzo mondo e ai paesi emergenti di lottare contro la povertà con le loro strategie.

La ministra degli esteri elvetica ha inoltre auspicato un miglior coordinamento delle politiche macroeconomiche e nuove forme di collaborazione con il settore privato.

Calmy-Rey si è fra l’altro rallegrata del lancio da parte dell’Ecosoc del Forum della cooperazione e dello sviluppo, che a suo avviso permetterà di approfondire il dibattito sull’aiuto allo sviluppo a livello multilaterale.

swissinfo e agenzie

Ecco gli obiettivi del Millennio:
1) Eliminare la povertà e la fame nel mondo
2) Assicurare l’istruzione elementare universale
3) Promuovere l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne
4) Diminuire la mortalità infantile
5) Migliorare la salute materna
6) Combattere l’HIV/AIDS, la tubercolosi, la malaria e le altre malattie
7) Assicurare la sostenibilità ambientale
8) Sviluppare una partnership globale per lo sviluppo

Un bambino con meno di cinque anni muore ogni tre secondi. Malgrado le aspettative di sopravvivenza siano aumentate globalmente, 10,5 milioni di bambini sono morti prima del loro quinto compleanno nel 2004. L’Africa Sub-Sahariana, con solo il 20% di bambini del mondo, rappresenta l’area in cui si verificano la metà di tutte le morti infantili.

In base al trend degli ultimi anni che registra l’iscrizione a scuola di circa 4,2 milioni di bambini in più ogni anno, il secondo obiettivo del Millennio non verrà raggiunto entro il 2015. Se la media annuale non subirà un forte incremento, per quell’anno saranno ancora 30 milioni i bambini che non avranno un’educazione di base.

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