Care medicine, i prezzi vanno ridotti
Uno studio pubblicato da santésuisse rivela che in Svizzera i medicinali costano fino al 38% in più che nei paesi vicini.
L’associazione degli assicuratori malattia chiede alla Confederazione e all’industria farmaceutica di ridurre i prezzi. I costi della salute potrebbero così scendere di 600 milioni di franchi l’anno.
Si moltiplicano le richieste di abbassamento dei prezzi dei medicinali in Svizzera. Dopo il sorvegliante dei prezzi, anche santésuisse – l’associazione degli assicuratori malattia – ha evidenziato come i prezzi dei medicamenti siano più elevati in Svizzera che in altri Paesi europei.
Santésuisse ha presentato mercoledì un raffronto internazionale sui cento medicamenti con il più grosso fatturato da cui emerge che i prezzi elvetici sono chiaramente i più cari. L’associazione esige perciò che la Confederazione faccia pressione sui prezzi, riducendoli fino al 25%.
In questo modo si potrebbe contribuire alla riduzione dei costi della salute e risparmiare fino a 600 milioni l’anno. Ciò equivarrebbe ad un calo medio dei premi dell’assicurazione malattia del 3%, ha affermato il direttore di santésuisse Marc-André Giger.
I salari elevati sono un falso argomento
Lo studio compara i prezzi dei 100 medicamenti più venduti in Svizzera nel 2003, con quelli degli stessi prodotti in cinque paesi vicini. Dai costi è stata dedotta l’imposta sul valore aggiunto (Iva), che varia molto nei singoli Paesi.
Dal confronto risulta che i prezzi di fabbrica dei medicamenti sono inferiori del 34% in Austria, del 30% in Italia, del 27% in Francia, del 26% in Belgio e del 15% in Germania. Per i prezzi di vendita al consumatore, gli scarti si situano tra il 18% e il 38%.
Secondo Fridolin Marty, autore dello studio e membro della Commissione federale dei medicamenti, «le differenze di prezzo non possono essere giustificate con il più alto livello dei salari in Svizzera. L’84% dei farmaci messi a confronto sono infatti di produzione estera».
La Confederazione è invitata a reagire
I prezzi dei medicinali sono «prezzi amministrati dalla Confederazione», che è chiamata ad approvarli su richiesta delle industrie farmaceutiche. L’organizzazione mantello delle casse malattia lancia perciò un appello all’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) affinché i prezzi dei medicamenti il cui brevetto è scaduto siano ridotti almeno del 25%. Per i farmaci ancora protetti da brevetto il taglio dovrebbe essere del 15%.
Santésuisse chiede inoltre un riesame periodico del prezzo e dell’efficacia di tutti i medicamenti rimborsati dagli assicuratori malattia. Simili controlli vengono attualmente effettuati soltanto dopo la scadenza di un brevetto, ossia dopo 15 anni, ha ricordato Giger. Inoltre, le «false innovazioni» dovrebbero essere ammesse solo a prezzi ridotti sulla lista dei medicinali rimborsati dall’assicurazione.
Le «false innovazioni» sono modifiche minime di un medicamento, apportate per ottenere un nuovo brevetto. Di una pastiglia, ad esempio, non si modifica il principio attivo, ma solo lo strato esterno influendo in questo modo sul tempo e il luogo dell’assorbimento del principio attivo da parte del corpo.
Misure sopportabili
Altre rivendicazioni riguardano la promozione attiva della produzione e della distribuzione di medicamenti generici a basso costo. Tutte misure che secondo Giger sarebbero «sopportabili per l’industria farmaceutica».
«Non siamo contrari ad una politica di sostegno all’industria farmaceutica», ha proseguito Giger. «Ma non siamo nemmeno convinti che ciò debba essere fatto attraverso una politica dei prezzi così elevati. Ciò corrisponde a sovvenzionare anche un buon numero di produttori stranieri».
swissinfo e agenzie
Le casse malattia spendono 4 miliardi di franchi l’anno per i medicinali contemplati dall’assicurazione di base.
Il 25% dei premi pagati da un assicurato è assorbito dai costi dei medicinali.
Il costo dei medicinali supera quello dei trattamenti medici ambulatoriali.
I prezzi di fabbrica dei 100 medicinali più venduti in Svizzera è superiore del 15-35% rispetto ai paesi vicini. I prezzi al consumatore sono più cari del 18-38%.
Santésuisse chiede di ridurre i prezzi fino al 25%. In questo modo si potrebbero risparmiare fino a 600 milioni di franchi l’anno.
Per le aziende farmaceutiche, i prezzi attuali sono giustificati. Sono le stesse aziende a proporre un prezzo all’Ufficio federale della sanità, ma è quest’ultimo ad avere l’ultima parola.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.