Cercasi consigliere/a federale
Un ministro svizzero dura in media dieci anni, regna su un impero di migliaia di dipendenti e deve rimanere a galla nel pentolone della politica...
Quali qualità fisiche e intellettuali deve portare con sé dunque la candidata o il candidato? La parola ad un “cacciatore di teste”.
“Cercare un consigliere federale non è facile”, afferma Pascal Forster “Headhunter” della Heidrick & Struggles. Nell’economia privata si possono definire le competenze di un incarico e poi cercare la persona che corrisponde ai criteri definiti.
Ma normalmente i sistemi di valutazione, sviluppati dalle ditte cacciatrici di dirigenti, non funzionano per la politica. E questo benché buona parte del lavoro in governo sia di carattere amministrativo.
“Il problema è che i sette consiglieri si distribuiscono i dipartimenti dopo la nomina. Dunque il criterio della competenza specifica cade”, spiega l’esperto. Un’eletta potrà uscire dalla prima seduta del collegio tanto a capo dell’esercito, come delle finanze o dell’economia.
Bisogna evidentemente cercare dei criteri più generali, ma non vuoti come i gettonatissimi ‘flessibilità’ e ‘dinamicità’. E poi bisogna tenere conto degli aspetti politici: c’è il partito di militanza, il fattore donna, la provenienza linguistica e regionale. Le cose si complicano.
Difficile ma possibile
Ma per l’head hunter Pascal Forster non c’è problema irrisolvibile. Gli si può dar ragione: dal 1848 sono già stati eletti ben 105 consiglieri federali. E in tutti questi anni la Svizzera non sembra essere decaduta a repubblica delle banane. Ma c’è chi attribuisce scarsa importanza strategica al governo, attribuendo un largo potere all’apparato burocratico.
Fra questi c’è l’ex presidente del Partito socialista svizzero, il vallesano Peter Bodenmann. Recentemente, in un’intervista ad un quotidiano zurighese, la vecchia volpe della politica federale ha affermato: “Abbiamo un’amministrazione che funziona bene. I consiglieri federali potrebbero firmare per un’ora al giorno i documenti presentati dai funzionari e passare il resto del giorno in un fitness club, lontano dagli sguardi indiscreti. Dubito che qualcuno se ne accorgerebbe”.
Le qualità auspicabili
Comunque sia, un membro del governo qualcosa deve saper fare. L’esperto Forster – uomo che di identikit e di caccia al top manager se ne intende – indica alcune qualità basilari: “La persona adatta al compito deve disporre di una solida esperienza con l’amministrazione pubblica. Non deve necessariamente aver lavorato nel settore pubblico, ma almeno a diretto contatto con gli organi amministrativi. Inoltre deve disporre di straordinarie capacità intellettuali e deve conoscere il funzionamento della politica”.
Dunque non un manager qualunque? “No, un manager abituato a comandare sarebbe ben presto fuori gioco. Anche un ego troppo pronunciato sarebbe fuori posto, nonostante un carattere solido sia una qualità fondamentale”: Il sistema collegiale esige collaborazione.
E Forster propone ancora di più: “Deve saper delegare per poter sviluppare le visioni e deve saper cristallizzare dai dibattiti una soluzione capace di una solida maggioranza”. Insomma una persona con sostanza intellettuale e chiarezza ideologica, oltre ad una salute di ferro che gli permetta di lavorare oltre 70 ore settimanali.
Al momento giusto
Inoltre ci sono fattori esterni: la notorietà a livello nazionale e la rappresentatività, per esempio. “Un consigliere federale in Svizzera deve difendere le posizioni di una parte consistente dell’elettorato”, dunque appartenere ad una corrente politica identificabile all’interno dei quattro partiti di governo.
Ma chiaramente la persona che unisce le qualità necessarie deve anche trovarsi al momento giusto sul fronte giusto. Così se si ritira un socialista, il successore deve essere socialista, ammesso che si voglia tener fede alla ‘formula magica’.
Se a ritirarsi è invece una donna, come nel caso attuale, allora probabilmente dovrà essere di nuovo una figura femminile ad ereditarne il posto. Il liberale Franz Steinegger, non vorrebbe più “veder rifiutata una donna per delle posizioni patriarcali come nel 1993”.
E malgrado la tensione sia meno forte rispetto a nove anni fa, l’opinione pubblica guarda con attenzione il voto dei 246 parlamentari, riuniti in assemblea plenaria il 4 dicembre.
Insomma trovare un membro per il governo svizzero è un lavoro complicato. Non è un caso che la rosa dei candidati alla fine si sia ristretta a poche persone.
Daniele Papacella, swissinfo
È difficile definire univocamente il profilo necessario per accedere al Consiglio federale.
Dei 105 membri dal 1848, pochissimi non erano parlamentari prima dell’elezione. Fra questi, le due donne in carica. Il consenso popolare è ritenuto quindi una qualità fondamentale.
La grande maggioranza ha avuto una formazione in legge.
La carriera militare è invece ormai caduta in oblio, mentre acquista statisticamente rilevanza la formazione economica e in scienze politiche.
Rari i casi di ministri senza formazione accademica: Willi Ritschard (in governo dal 1974 al 1983) era istallatore di impianti di riscaldamento; Adolf Ogi (1988-2000) disponeva di una formazione commerciale.
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