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Civilista per principio

Via le mani dal fucile! E quello che si sono detti i 1'700 giovani che nel 2006 hanno optato per il servizio civile Keystone

Ogni anno oltre un migliaio di giovani rifiuta di imbracciare il fucile e di vestire l'uniforme grigioverde per invece svolgere l'obbligo al servizio in ambito civile.

Tra le alternative proposte agli obiettori di coscienza vi è la possibilità di trascorrere un periodo a contatto con persone in difficoltà. Reportage di swissinfo in un foyer giovanile del Canton Ticino.

Paula*, 17 anni, ha il viso imbronciato. Oggi non ha voglia di parlare, non saluta nessuno. Il suo animo sudamericano – solitamente estroverso e vivace – è spento da un velo di tristezza.

La sua vicina di stanza, che con lei sta seguendo un programma speciale del Cantone per la formazione professionale e sociale, non ha fatto ritorno al foyer di Bellinzona. Durante il rientro al domicilio nel fine settimana ha ingurgitato alcune pillole – forse per farla finita, forse per lanciare un grido d’allarme – ed è poi stata ricoverata in un istituto specializzato.

No al fucile per principio

Anche gli operatori sociali del programma «La Scala», che accompagnano questi giovani nel percorso verso l’inserimento professionale e la gestione autonoma della propria esistenza, sono scossi. Nonostante tutto l’impegno che ci mettono (che spesso sconfina in ore di lavoro supplementare), non possono trasformarsi in psicologi o psichiatri e risolvere tutti i problemi di questi adolescenti «difficili».

«Abbiamo ricevuto un incarico dall’Assicurazione invalidità di fornire un sostegno al loro percorso professionale. Non possiamo fare tutto, anche perché sennò scoppiamo», dice uno di loro.

In questa realtà fatta di stress, tensioni, imprevisti – ma anche di tante soddisfazioni e contatti umani – si è immerso per cinque mesi anche Giona. Al momento del reclutamento ha respinto il fucile per il servizio civile. «Il militare era contro le mie ideologie e principi – racconta – Oltre a rappresentare un’esperienza di vita, il servizio civile mi ha dato la possibilità di perfezionare a livello pratico la mia formazione».

15’000 soldati senza uniforme

Come tutti coloro che hanno intrapreso la medesima strada – sono stati 1’752 nel 2006, +5,5% rispetto all’anno precedente – anche Giona ha dovuto rivolgersi ad uno dei centri regionali del servizio civile.

«I civilisti condividono una certa visione filosofica, a volte anche religiosa, su come affrontare i conflitti – rileva Fabrizio Lanzi, responsabile del centro ticinese di Rivera – Rifiutano ad esempio il porto dell’arma e coltivano un’ideologia pacifista».

«I settori più gettonati dagli obiettori riguardano l’ambito sociale e l’assistenza a persone ammalate o portatrici di handicap, così come la salvaguardia dell’ambiente».

Dall’introduzione della Legge federale sul servizio civile nel 1996, oltre 15’000 persone hanno prestato complessivamente 2,25 milioni di giorni di servizio civile.

«A livello nazionale dal 1996 al 2002 c’è stato un continuo aumento. Poi – aggiunge – si è assistito ad una flessione, dovuta in parte alla cura dimagrante degli effettivi militari prevista dalla riforma Esercito XXI». In Svizzera, chi non è abile al servizio militare non può infatti essere ammesso al servizio civile [vedi a fianco].

Il segreto del guacamole

Nella cucina della «Scala» c’è grande trambusto. Il giorno dell’inaugurazione del foyer – che ad inizio gennaio ha traslocato in un nuovo stabile – si avvicina e ancora si devono preparare pizzette, snack, torte e bibite per gli invitati.

Passata la tristezza, Paula ha ritrovato il suo prorompente spirito latino. Con voce stridula ed un avocado tra le mani mi spiega il segreto del guacamole: aceto al posto del succo di limone. Da sotto al suo irrinunciabile bandana, Fabienne* è invece indaffarata a sbucciare patate e carote. A Marco* tocca lavare i pomodori. Ma sono più quelli che finiscono in bocca che quelli nel piatto.

Per un momento, le insofferenze personali, le incomprensioni con la famiglia e le difficoltà relazionali sono messe da parte. Dimenticate. Approfitto della distensione generale per ripensare a quanto confidatomi da Giona: «Il servizio civile mi ha confrontato a realtà drammatiche che non conoscevo. Eppure esistono a due passi da casa mia».

Le storie di abusi e violenze non sono una rarità qui alla Scala. Il rancore, la rabbia o le paure che si portano dentro ogni tanto vengono fuori. Scoppiano. E allora il già fragile autocontrollo salta: volano parolacce, le porte sbattono.

Dare e ricevere

Un bel carico per il civilista, sostanzialmente un non addetto ai lavori. «All’inizio non è stato semplice inserirmi – ricorda Giona – anche perché la differenza di età con i giovani era minima. Ma poi mi hanno accettato ed ho trascorso momenti intensi, imparando molto».

Dare e ricevere. Il tempo del civilista, il quale si mette a disposizione per un impiego di utilità pubblica e per alleviare l’onere di certi istituti carenti in personale, in cambio di un’esperienza diversa. Un’esperienza che lascia il segno, un arricchimento personale.

*nomi fittizi

swissinfo, Luigi Jorio, Bellinzona

Dal 1996 al 2006 hanno prestato servizio civile oltre 15’000 persone.
Nel 2006 sono state presentate 1’752 richieste (+5,5% rispetto al 2005).

Chi è stato incorporato nell’esercito, ma non può prestare servizio militare per motivi di coscienza, può presentare una domanda di servizio civile (SC). La Costituzione federale prevede questa possibilità dal 1992 e nel 1996 è entrata in vigore la relativa legge.

Per essere ammesso, l’aspirante civilista deve esporre le proprie ragioni di fronte ad una commissione.

La durata del SC corrisponde ad una volta e mezza quella del servizio militare (massimo 390 giorni). L’obiettore lavora in istituzioni o organizzazioni di pubblica utilità che operano in campo sanitario e sociale, nella protezione dell’ambiente oppure nel settore dell’aiuto umanitario e allo sviluppo.

Durante il SC è prevista un’indennità per perdita di guadagno (80% del salario) e un soldo di 5 franchi al giorno.

In molti paesi europei (Francia, Italia, Spagna..), dove non vige un obbligo generalizzato al servizio militare, sussiste invece la possibilità di svolgere un SC su base volontaria.

La procedura di ammissione al servizio civile è da tempo soggetta a numerose critiche.

Sulla base di una mozione parlamentare, che chiede tra l’altro la presa in conto della prova dell’atto, il governo elvetico ha messo in consultazione a fine giugno tre possibili varianti di revisione della Legge sul servizio civile.

Nella variante «prova dell’atto», quale dimostrazione di credibilità dei motivi che spingono il richiedente a rifiutare il militare è sufficiente la disponibilità a prestare un servizio civile sensibilmente più lungo di quello militare. Le due sottovarianti prevedono rispettivamente una durata di 1,5 e 1,8 volte più lunga.

Nella variante «semplificazione della procedura» è invece prevista un’ulteriore motivazione scritta, mentre l’audizione personale verrebbe richiesta solo in via eccezionale.

La revisione comporterebbe risparmi annui attorno ai 4 milioni.

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