L’IA per le assunzioni e i licenziamenti: uno strumento utile o un pericolo?

L'intelligenza artificiale (IA) non solo sta cambiando la natura del lavoro, ma anche il personale che lo svolge, con strumenti che influenzano assunzioni, licenziamenti e promozioni. Questo solleva il timore che siano le macchine di apprendimento automatico a dettare i percorsi professionali.
Le aziende, chi recluta personale e le persone in cerca di lavoro stanno già utilizzando la tecnologia per ottenere un vantaggio rispetto alla concorrenza. Gli algoritmi possono scrivere descrizioni di posti di lavoro e filtrare le candidature per trovare il profilo migliore. Possono anche elaborare dei programmi di formazione identificando le lacune di competenze tra il personale.
L’intelligenza artificiale (IA) può anche aiutare le persone in cerca di lavoro a scrivere un CV e lettere di presentazione. Alcune applicazioni suggeriscono ai candidati e alle candidate le risposte giuste da dare durante i colloqui e i test a distanza.
Tuttavia, è sempre più evidente che esiste un punto di svolta in cui l’uso dell’IA diventa più un ostacolo che un aiuto. Al centro di ogni rapporto di lavoro ci sono delle persone che hanno bisogno di contatti e di usare il proprio intuito quando prendono decisioni.
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Secondo il Financial Times, persino il gigante dell’IA della Silicon Valley, Anthropic, ha chiesto alle persone candidate di limitare l’uso della tecnologia quando si fanno avanti per un posto di lavoro. “Una battaglia di macchine contro macchine non aiuta a risolvere le sfide della carenza di manodopera e di competenze”, afferma a SWI swissinfo.ch Liana Melchenko, membro del consiglio di amministrazione della Fondazione ISACA, istituita nel 2020 per promuovere la diversità nella forza lavoro tecnologica.
“I datori di lavoro iniziano a riconoscerlo e prestano maggiore attenzione al pensiero creativo, alla risoluzione di problemi complessi, alla capacità di apprendimento e all’intelligenza emotiva. Le qualità più preziose di una persona che presenta la propria candidatura sono quelle che la rendono umana”, afferma.
Cambiamento fondamentale del lavoro
L’IA ha già sollevato scomodi interrogativi sulla riservatezza dei dati personali e sulla capacità delle macchine di trattare il personale con dignità ed empatia.
Ci sono stati esempi di sistemi di IA mal programmati che hanno discriminato determinate categorie della popolazione. Nel 2018, Amazon ha sospeso l’uso di uno strumento di reclutamento dopo che aveva mostrato di avere pregiudizi nei confronti delle donne.
Inoltre, l’uso dell’IA per giudicare le emozioni delle persone a partire da sequenze filmate ha suscitato dubbi sull’intrusione delle macchine in aree personali sensibili.
Anche i lavoratori e le lavoratrici delle industrie creative subiscono l’impatto dell’IA, come spiega questo articolo:

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I politici di tutto il mondo, anche in Svizzera, stanno discutendo su come controllare l’impatto dell’IA sul reclutamento e sul monitoraggio del personale.
“L’IA sta cambiando radicalmente il mondo del lavoro”, afferma Daniel Hügli, membro del consiglio direttivo e responsabile del settore TIC del sindacato svizzero Syndicom. “Una regolamentazione più rigorosa è essenziale per proteggere i diritti dei lavoratori e garantire loro il diritto alla consultazione quando vengono introdotti dei sistemi di IA”.
In febbraio, Syndicom ha chiesto che la Svizzera adotti le norme dell’Unione Europea sull’uso dell’IA sul posto di lavoro. Queste includono misure di protezione dei dati, la divulgazione completa di quando e come l’IA viene utilizzata e il divieto di sistemi che analizzano le emozioni delle persone.
L’IA si diffonde nelle aziende
La Svizzera segue la sua strada, lentamente e in modo misurato, verso una regolamentazione dell’IA. La Confederazione ha aderito alla Convenzione del Consiglio d’Europa sull’IA, che tutela i diritti umani. Ci vorranno però almeno due anni prima che la legislazione elvetica venga adattata di conseguenza.
Un rapporto dell’Ufficio federale della comunicazione pubblicato in febbraio sottolinea che qualsiasi azienda o agenzia svizzera che lavora nell’UE sarà automaticamente soggetta alle rigide norme della legge sull’IA, entrata in vigore nel 2024.
“L’IA sta cambiando radicalmente il mondo del lavoro”
Daniel Hügli, Syndicom
Gli strumenti di IA stanno appena iniziando a farsi sentire sul posto di lavoro in Svizzera. Un sondaggio condotto da SWI swissinfo.ch tra le aziende elvetiche, tra cui la catena di supermercati Migros, l’azienda farmaceutica Novartis, l’azienda pubblica di telecomunicazioni Swisscom e il gigante agroalimentare Nestlé, ha rilevato che le imprese adottano un approccio graduale e cauto alla tecnologia.
Ad esempio, Migros, il più grande dettagliante svizzero, ha sviluppato un chatbot su WhatsApp affinché la gioventù che sta terminando la scuola dell’obbligo possa chiedere informazioni sui posti di apprendistato. Questo strumento consente alle persone di informarsi sulle offerte di formazione, ma non ha alcun ruolo nella selezione di candidati e candidate, assicura Migros.
Leggi questo articolo per saperne di più su come il sistema di apprendistato duale della Svizzera si sta adattando alla diffusione dell’IA:

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Approfittare dei vantaggi dell’intelligenza artificiale
“La nostra filosofia di reclutamento rimane quella di privilegiare l’elemento umano del processo di assunzione”, dichiara un portavoce di Nestlé. “Laddove vengono individuate soluzioni di IA, seguiamo un processo rigoroso per garantire che siano adatte allo scopo prefissato”.
Tuttavia, se da un lato le aziende sono generalmente attente alla sicurezza, dall’altro sono consapevoli dei miglioramenti nell’efficienza che può offrire l’IA se utilizzata in modo responsabile.

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L’azienda svizzera di collocamento Adecco, ad esempio, ha recentemente intensificato l’uso del software di reclutamento basato sull’IA della società tecnologica statunitense Bullhorn.
Questi programmi informatici di selezione del personale sono in grado di individuare rapidamente, tra grandi volumi di dati, dei modelli che sfuggono all’occhio umano. I sistemi possono quindi unire i puntini per suggerire miglioramenti nel quadro di una “conversazione” bidirezionale con i loro gestori umani.
Anche Ghislaine Couvreur, che è stata amministratrice delegata dell’ormai defunta piattaforma svizzera di IA Vima Link fino al maggio 2022, sostiene che le aziende e le persone che lavorano dovrebbero sfruttare i vantaggi offerti da algoritmi ben addestrati.
Le macchine devono essere al servizio delle persone
Vima Link era specializzata nell’identificazione dei tratti della personalità e delle competenze non tecniche, soprattutto nell’ambito delle assunzioni. La società non è riuscita a decollare a causa di problemi di governance e ha fatto fallimento nel 2023.
Ghislaine Couvreur riconosce che il fatto di doversi conformare alle restrizioni dell’UE, compresa la nuova legge sull’IA, avrebbe potenzialmente rappresentato un’ulteriore sfida per la piattaforma.
Tuttavia, rimane convinta che la tecnologia potrebbe portare benefici se costruita con cura e se contiene sufficienti controlli e contrappesi, come il comitato etico istituito da Vima Link per mitigare i rischi e fornire indicazioni adeguate.
“Questo può aiutare definitivamente il personale e i manager a capire meglio come si stanno comportando e come vengono percepiti dagli altri, eliminando il più possibile i pregiudizi”, afferma.
I sistemi di intelligenza artificiale, prosegue Ghislaine Couvreur, “funzionano solo quando sono al servizio delle persone e migliorano le loro esperienze”.
Non rimane che convincere i lavoratori e le lavoratrici che questi sistemi possono essere oggettivi.
A cura di Gabe Bullard
Tradotto con l’aiuto di DeepL/lj

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