Con grinta alla guida del padronato svizzero
Gerold Bührer assume le redini di economiesuisse, l'organizzazione mantello della aziende svizzere. Il 20 novembre sarà eletto presidente, un compito per il quale è molto motivato.
Membro del Partito radicale democratico (centro destra) e consigliere nazionale, Bührer dichiara a swissinfo di voler continuare a costruire ponti tra l’economia e la politica.
Questo politico di 58 anni, originario del canton Sciaffusa, spiega come intende cambiare strategia nella conduzione di economiesuisse, dopo che alcuni membri hanno minacciato di lasciare la federazione come, per esempio, Swissmem, la potente associazione dell’industria metalmeccanica ed elettrica svizzera.
Bührer desidera inoltre portare delle schiarite all’interno del Partito radicale, affinché si presenti nella sua forma migliore alle prossime elezioni nazionali, nell’autunno del 2007.
swissinfo: Con quale sguardo immagina il suo imminente impegno alla guida di economiesuisse?
Gerold Bührer: Con una grande e positiva motivazione. Sono in politica da 25 anni, di cui 15 sotto la cupola di Palazzo federale. In tutto questo tempo ho maturato una grande esperienza nel costruire ponti tra l’economia e la politica. Guardo a questa mia nuova sfida con uno spirito di continuità rispetto a quanto svolto finora nell’arena politica.
swissinfo: Una delle sfide più grandi che dovrà affrontare come presidente sarà quella di riportare la calma nelle acque agitate dell’organizzazione mantello. Quali saranno le sue prime mosse?
G.B.: Abbiamo già raggiunto un primo significativo obiettivo reintegrando la Società svizzera degli impresari costruttori. Si tratta di un passo molto importante tanto dal punto di visto psicologico, quanto politico.
Una delle principali sfide sul tappeto è senza dubbio quella di convincere Swissmem della bontà della nostra nuova strategia, che illustrerò il 21 novembre. Previsto, inoltre, l’allestimento di misure di economie budgetarie utili agli interessi complessivi dell’economia.
Uno degli aspetti che più contano è quello di parlare il medesimo linguaggio sui dossier chiave, il che implica da parte di Swissmem la condivisione della natura e della portata del messaggio. Difficile dire quanto tempo ci vorrà per riportare serenità. E se entro la fine dell’anno riusciremo a trovare una soluzione, sarà un altro paio di maniche.
swissinfo: Lei ha parlato di una nuova strategia. In che cosa consiste?
G.B.: Dobbiamo lavorare su alcuni dossier prioritari della politica economica, che siano inoltre essenziali per tutti i settori dell’industria. Penso, in particolare, alla fiscalità, al commercio estero e alla concorrenza. In questi campi spetta a noi poter garantire ed offrire la migliore valutazione.
Ci sono naturalmente settori nei quali possiamo fornire una serie di consigli, ma anche nei quali le organizzazioni professionali dovrebbero assumere il proprio ruolo. Ciò significa lasciare a Swissmem, e agli altri, sufficienti spazi di manovra per formulare le loro richieste e tutelare i loro specifici bisogni.
Occorre inoltre tenere presente che lavorare insieme costa meno. Risparmiando del denaro potremo dunque disporre di maggiori risorse per le nostre campagne. Dovremo inoltre cercare di essere maggiormente attivi e propositivi nella formulazione di richieste e rivendicazioni, e non aspettare che siano altri a compiere il primo passo.
Altri sviluppi
economiesuisse
swissinfo: Al di là dei punti già citati, quale deve essere secondo lei il ruolo della vostra organizzazione mantello?
G.B.: Su tutti i fronti e in tutte le battaglie che riguardano la politica economica, economiesuisse deve posizionarsi come il principale ispiratore e difensore delle misure liberali. Se c’è un’organizzazione che deve essere solida come il granito del San Gottardo, questa è, secondo me, proprio economiesuisse.
Il nostro ruolo è importante, molto importante. Dobbiamo far capire ai politici e all’opinione pubblica che i valori del sistema economico e del libero mercato – sostenuti beninteso da una dimensione sociale – vanno difesi e promossi.
swissinfo: Come immagina, allora, il suo ruolo di presidente alla testa del padronato svizzero?
G.B.: Credo che tutti si aspettino da me l’attivazione della rete di contatti tessuta nel mondo politico. Tenuto conto della mia esperienza, è sicuramente uno dei compiti a cui dedicherò molte energie e tempo. Prenderò inoltre attivamente parte all’elaborazione di proposte di politica economica, uno dei settori che più mi affascina, da sempre.
Sarà pure mio compito assicurarmi che le riforme da noi proposte vengano realizzate in tempi sufficientemente rapidi per dimostrare che economiesuisse ha sempre voce in capitolo. E che conserva la medesima autorevolezza, anche con meno risorse finanziarie disponibili.
swissinfo: L’anno prossimo lascerà il Parlamento, qualche rimpianto?
G.B.: Fa parte delle cose della vita, bisogna adattarsi. Ma le sfide che mi attendono sono così grandi e motivanti, che il congedo non sarà difficile.
swissinfo: Con quali occhi guarda oggi il Partito radicale? Nel corso delle ultime elezioni federali, nel 2003, ha perso forza elettorale. E i primi sondaggi per il 2007 lo indicano ancora non solo tra i perdenti, ma anche in perdita di credibilità….
G.B.: Non posso non essere colpito da questi dati poiché ai tempi in cui ero presidente (2001-2002, ndr) il partito si attestava attorno al 20% delle preferenze. Alle ultime elezioni siamo scesi al 17%. Mi dispiace e spero che sul piano federale il partito possa migliorare certi aspetti, cominciando per esempio dal marketing politico.
Se consideriamo le ultime tre votazioni federali, abbiamo però avuto la meglio sulla sinistra. Alle prossime elezioni resta ancora un anno. E se lo sapremo usare bene nel vendere quanto facciamo, mostrando un profilo migliore, forse riusciremo a riconquistare un po’ del terreno perso. E’ quanto mi auguro.
Intervista swissinfo, Robert Brookes
(traduzione e adattamento dall’inglese Françoise Gehring)
Lo scorso mese di maggio economiesuisse ha occupato le prime pagine dei giornali. Dopo la partenza dell’Associazione svizzera dell’alluminio, Swissmem – organizzazione mantello dell’industria metalmeccanica ed elettrica – e la Società svizzera degli impresari costruttori, annunciano di voler fare altrettanto.
Le due organizzazioni sottolineano le divergenze di vedute fra i “piccoli” e i “grandi” di “economiesuisse”. E accusano i vertici di privilegiare la potente lobby dell’industria farmaceutica a scapito della manifattura. Il conflitto riguarda però anche le quote versate dai membri.
L’ultimo capitolo della crisi viene scritto in agosto, quando il presidente eletto Andreas Schmid rinuncia ad esercitare il suo mandato, dopo aver lasciato la presidenza di Kuoni in seguito a conflitti interni.
Gerold Bührer, che vive a Thayngen, nel canton Sciaffusa, ha esercitato diverse funzioni in seno all’Unione di banca svizzera tra il 1973 e il 1989.
Dal 1990 lavora per il gruppo industriale Georg Fischer (Sciaffusa), di cui assume la guida delle finanze a partire dal 1991.
Lo stesso anno viene eletto in Consiglio nazionale (Camera bassa del Parlamento federale). Dal 2001 al 2002 è presidente del Partito radicale.
L’elezione alla presidenza di “economiesuisse” viene annunciata il 25 settembre 2006, e sarà confermata il prossimo 20 novembre.
Manterrà le sue funzioni di vice-presidente del gruppo assicurativo Swiss-Life e nella direzione di Georg Fischer. Non si ripresenterà, al contrario, alle elezioni federali del 2007.
economiesuisse è la principale organizzazione mantello dell’economia svizzera. Quale “Federazione delle imprese svizzere” essa raggruppa più di 30 000 aziende di ogni dimensione, che occupano complessivamente 1,5 milioni di dipendenti.
economiesuisse è nata dalla fusione fra il Vorort (Unione svizzera di commercio e d’industria) e la proec (Società per il promovimento dell’economia svizzera) il 15 settembre 2000 a Losanna. I suoi membri sono 100 associazioni di categoria, 20 camere di commercio cantonali, nonché ditte individuali. Tra i suoi membri anche Microsoft, IBM e SWX, l’organismo che gestisce la Borsa svizzera.
Ha un budget annuale di 15 milioni di franchi, di cui quasi un terzo è fornito da Swissmem e dalla Società degli impresari costruttori.
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