Continua la disputa sull’oro della banca nazionale
Il Consiglio nazionale, la camera bassa del parlamento, si occupa per ben due giorni dell’utilizzo delle riserve auree e degli utili della Banca nazionale.
Per una volta destra e sinistra si ritrovano a braccetto: a sostegno dell’AVS e contro il centro borghese.
Da martedì si ricomincia. Inizia l’ennesimo capitolo della battaglia sulla destinazione dei miliardi provenienti dalle riserve della Banca nazionale svizzera (BNS).
Come ripartire gli utili della BNS (circa 3 miliardi l’anno)? E, soprattutto, che fare del ricavato, stimato a 18-20 miliardi di franchi, della vendita delle 1300 tonnellate d’oro di cui l’istituto responsabile della politica monetaria nazionale non ha più bisogno per adempiere al proprio mandato?
Tre i beneficiari possibili: la Confederazione, i cantoni o l’Assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS).
Centro contro…ali
Per quanto riguarda i guadagni della vendita dell’oro, il Consiglio federale non vorrebbe definire alcun utilizzo specifico, preferendo mantenere la sostanza ed incassare così, annualmente, tra i 400 ed i 500 milioni d’interessi.
Introiti che secondo la chiave di ripartizione prevista dalla Costituzione sarebbero da distribuire per due terzi ai cantoni e per un terzo alla Confederazione.
Nei piani del governo, la gestione del capitale dovrà essere affidata ad un organo esterno alla BNS.
Questa proposta è avallata dai due partiti borghesi di centro, il partito liberale-radicale (PLR) ed il partito popolare democratico (PPD), oltre che da quattro cantoni: Berna, Soletta, Vaud e Obwaldo.
Tuttavia, con il sostegno dell’Unione democratica di centro (UDC) e del partito socialista (PS), la commissione dell’economia del Consiglio nazionale predilige un’altra soluzione.
Incentrata sull’AVS: il cosiddetto primo pilastro riceverebbe i due terzi degli utili; il resto andrebbe ai cantoni.
Altro punto di vista quello dei verdi. Gli ecologisti chiedono un “investimento sui giovani”, con il denaro indirizzato alle famiglie ed alla formazione.
Rifuto popolare
Nel 2002, in seguito al no popolare alla sua iniziativa “sull’oro”, l’UDC aveva già visto naufragare il progetto di destinare tutti i proventi della vendita delle riserve all’AVS.
In quell’occasione fu bocciato pure il controprogetto del governo, che prevedeva tre beneficiari: in ugual misura, AVS, cantoni e l’ormai morta e sepolta “fondazione di solidarietà”.
La fondazione, un’idea dell’ex consigliere federale Arnold Koller risalente al 1997, avrebbe dovuto sostenere i bisognosi in Svizzera e all’estero.
Il progetto era nato durante la tempesta sui fondi ebraici giacenti in Svizzera dai tempi della seconda guerra mondiale.
Gran parte dell’oro già venduto
La controversia attuale riguarda anche i 3 miliardi di utili che la BNS genera mediamente ogni anno.
Anche in questo caso, PS ed UDC intendono destinare gran parte degli utili all’AVS. La commissione dell’economia del Nazionale propone invece un 50:50 tra cantoni ed AVS.
Il Consiglio federale ribatte che in ogni caso questi soldi non garantiranno il risanamento a lungo termine delle casse dell’AVS. Secondo il governo, a partire dal 2013, gli utili della BNS saranno soltanto di un miliardo l’anno.
Come rileva Roland Baumann, portavoce della BNS, tra maggio 2000 e settembre 2003 sono già state vendute 886 tonnellate d’oro.
Entro la fine del 2004 saranno poste sul mercato altre 1170 tonnellate del prezioso metallo. Non è invece ancora chiaro quando saranno vendute le rimanenti 130 tonnellate.
swissinfo, Christian Raaflaub
(traduzione: swissinfo, Marzio Pescia)
1300 tonnellate d’oro da vendere;
Ricavi stimati: 20 miliardi di franchi;
Possibili beneficiari: Confederazione, cantoni, AVS.
Con la soppressione della parità aurea del franco, abrogata legalmente il primo maggio 2000, la BNS si è trovata con molte più riserve d’oro di quelle di cui necessita per adempiere al suo mandato di politica monetaria.
Queste 1300 tonnellate eccedentarie dovranno ora essere utilizzate per finanziare dei progetti a beneficio della popolazione.
Il dibattito in parlamento riguarda la ripartizione degli utili della BNS e la destinazione dei presumibili 20-30 miliardi di franchi generati dall’immissione sul mercato del prezioso metallo.
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