Cresce la paura della nuova povertà
La disoccupazione resta la preoccupazione maggiore degli svizzeri, ma cresce la paura della povertà nella classifica delle ansie.
Dopo la disoccupazione, in vetta al sondaggio promosso dal Credit Suisse, troviamo sanità e previdenza per la vecchiaia. Al quarto posto i problemi legati all’immigrazione straniera.
La disoccupazione continua ad inquietare gli svizzeri e nonostante una situazione economica ritenuta generalmente buona, aumentano i timori legati alla povertà. Risultato abbastanza sorprendente, quanto meno in considerazione dell’attuale tasso di senza lavoro fermo al quattro per cento circa.
Il timore si spiega piuttosto con una serie di fattori interdipendenti. Prende piede ad esempio la paura che i costi legati alla disoccupazione smorzino la ripresa. Ulteriore olio sul fuoco viene gettato dalla delocalizzazione dei posti di lavoro, sottolineata a più riprese dai media, dal dibattito sull’attrattività della piazza economica e dalle previsioni congiunturali ritenute poco rosee.
Nuova povertà
Il nostro sistema sanitario è ancora intatto, per il momento il finanziamento dell’AVS e della previdenza per la vecchiaia è garantito e il numero dei richiedenti l’asilo è in calo, ma la paura dell’immigrazione è ancora al quarto posto nella psiche elvetica.
Tra i cinque problemi più assillanti ne emerge uno in particolare: la paura della nuova povertà. Nel 2004 la tematica occupava ancora l’ottavo posto, mentre quest’anno avanza in quinta posizione. Un’evoluzione che non stupisce affatto, se si considera che il cruccio di perdere il proprio lavoro è correlato al fantasma di un’indigenza incalzante. In altre parole, l’aumento del primo trascina verso l’alto il secondo.
L’influenza dei media
I guru dell’economia guardano al futuro con pacato ottimismo. E in barba a tutte le cassandre, gli ultimi quattro anni non sono affatto stati così nefasti. Ciononostante, da cinque anni il tarlo della disoccupazione rode pazientemente la fiducia degli intervistati.
Proprio al riguardo, l’istituto gfs.berna ha rilevato dei gruppi di tendenza relativamente ben definiti. I semplici impiegati e i quadri dell’economia privata, così come le classi di reddito da medie ad alte sono particolarmente sensibili alla problematica, mentre chi percepisce stipendi da favola – a prescindere dal settore – non sembra risentirne.
In quest’ultima categoria rientrano tra l’altro anche i liberi professionisti, i proprietari di abitazioni, i cittadini che partecipano regolarmente alla vita politica e le persone non attive professionalmente. I toni scelti dai media per delucidare le cifre influenzano pertanto direttamente la percezione generale del problema.
I più preoccupati sono gli svizzero-francesi
La situazione varia leggermente se si analizzano le tematiche al secondo e terzo posto: il settore sanitario, l’AVS e la previdenza per la vecchiaia.
Dai primi rilevamenti la tendenza generale è chiaramente al rialzo: gli anziani e le persone con reddito e formazione inferiori sono assai più intimiditi dall’evoluzione del settore sanitario e dell’AVS/previdenza per la vecchiaia. Spiccano inoltre anche le differenze tra le varie regioni linguistiche del paese: a livello nazionale i più preoccupati sono i romandi.
Economia e politica
Malgrado le ansie, gli svizzeri la prendono con filosofia e giudicano buona la loro situazione economica. Il nove per cento degli intervistati afferma di stare benissimo, mentre il 44 per cento ritiene, tutto sommato, di “passarsela bene”.
Le nubi che hanno offuscato gli ultimi anni e le modeste aspettative per il futuro non dipingono certo un quadro rallegrante del mondo politico ed economico. Un numero crescente di interrogati è deluso della politica, ma anziché voltarle le spalle vi si indirizza con maggior enfasi, sul fronte dell’opposizione.
swissinfo e agenzie
In ordine le prime 5 paure del 2005 (tra parentesi le percentuali del 2004)
Disoccupazione: 71% (69%).
Sanità: 51% (56 %)
Sistema pensionistico: 45% (49%).
Immigrazione straniera: 30% (24%).
Povertà: 29% (22%).
Dal 1976 il Credit Suisse promuove un sondaggio demoscopico, realizzato dall’istituto gfs.berna, presso la popolazione svizzera avente diritto di voto, noto con il nome di barometro delle apprensioni.
I dati vengono rilevati tramite interviste personali. Quest’anno l’inchiesta è stata realizzata tra il 15 agosto e il 2 settembre presso un campione rappresentativo di 1000 persone.
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