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Da Winterthur alle foreste canadesi

Emily Schindler, esploratrice svizzera in Antartide swissinfo.ch

Emily Schindler, esploratrice originaria di Winthertur (canton Zurigo), racconta la sua vita alla scoperta di territori inesplorati, ghiacciai, e foreste senza confini nelle pianure del Nord America.

Da studentessa di ingegneria in Svizzera a organizzatrice di spedizioni su rompighiaccio nucleari russe, alla volta del Polo Nord.

“A casa nessuno mi chiamava Emma, per tutti sono sempre stata Emily- racconta a swissinfo l’esploratrice Emily Schindler – quindi quando ho lasciato Winthertur e ricevuto la cittadinanza canadese, il mio nome è definitivamente cambiato in Emily.”

Emily Schindler ha dedicato la sua vita all’esplorazione di luoghi remoti, ai grandi orizzonti, al movimento. Fin dalla più tenera età si è dedicata con passione allo sci e all’alpinismo. Tra le sue imprese figurano una spedizione con sci e slitte al Polo Sud, una al Polo Nord magnetico e diverse traversate dell’Isola di Baffin nell’artico canadese.

“Quando torno in Svizzera, saluto dapprima amici e parenti e poi vado in montagna, nelle Alpi”, dice, sorridendo. “Ho scalato molte cime alpine, le più recenti sono il Monte Bianco e il Cervino.”

Sempre in cammino

“Ho iniziato a sciare su una collina di fronte alla nostra casa di Winthertur”. Emily Schindler ricorda che fin da piccola suo padre la portava fino in cima alla collina, da dove sciava fino in fondo al pendio. Molti ricordi di gioventù riportano l’esploratrice nelle alpi urane e bernesi in compagnia del padre tra arrampicate ed escursioni. Ma c’ è anche tanto studio e fatica.

Attratta dalle materie tecniche Emily ha studiato ingegneria meccanica a Winthertur. Erano anni in cui una donna aveva tuttavia molte difficoltà ad accedere alle professioni tecniche. “Mio padre insistette direttamente con il direttore perché mi accettassero: sono stata la prima donna del corso”.

Già durante gli studi Emily Schindler coltivava il sogno di andare a esplorare il territorio sconfinato al Nord del Canada. “Se si osserva la cartina, si nota che tutte le città canadesi sono molto vicine al confine con gli Stati Uniti”, dice. “Sono sempre stata curiosa di esplorare l’enorme parte di continente quasi disabitato che si estende più a Nord”.

Una volta finiti gli studi Schindler è partita a Toronto. “Vedrai che tra due settimane ritorna”, disse la madre di Emily Schindler al padre. “No, non tornerà”, fu la risposta.

Una nuova vita

L’inizio della carriera come ingegnere in Canada non è stato facile, ricorda Emily Schindler. Anche oltre oceano questa carriera era tipicamente maschile. “Ho trovato molte porte chiuse sulla mia strada, ma alla fine sono riuscita a ottenere un posto di lavoro. Ero l’unica donna in un reparto di ingegneri”. Ha in seguito fondato una società di software.

Emily Schindler ha interessi a tutto campo. Con passione ha imparato a scolpire la pietra. Grazie al suo talento è stata ammessa nel 1996 nella prestigiosa Associazione degli Scultori Canadesi (Sculptors’ Society of Canada). Dopo pochi anni è stata eletta vice-presidente dell’associazione. “Ogni pietra che modello è per me una sfida mentale e naturale”.

Il richiamo della montagna

Che effetto fa ad Emily Schindler tornare in Svizzera? “Io ora sono canadese”, afferma senza alcun dubbio. “Quando torno sui luoghi in cui sono cresciuta, mi sento come una turista che visita luoghi molto familiari”. Emily Schindler sostiene di aver perso la propria lingua madre. Pur essendo sorpresa di questo insiste che è proprio cosi. Ammette però che dopo un paio di settimane di permanenza in Svizzera la lingua materna riaffiora.

L’anno scorso, di passaggio sul territorio elvetico, Emily Schindler ha voluto assolutamente andare sulla Jungfraujoch con il treno che attraversa l’Eiger. “Erano anni che lo volevo fare”.

Tutte e tre le figlie di Emily sono già state in Svizzera. Probabilmente ad attirarle è stata la curiosità di conoscere le radici della madre, spiega l’esploratrice. “Io purtroppo ho sempre meno tempo. In estate accompagno spedizioni nell’artico e nelle isole sub-artiche canadesi, mentre in inverno guido spedizioni turistiche con Quarkexpeditions in Antartide.”

Avventura sì, ma non a ogni prezzo

Emily Schindler ha dedicato ogni istante libero al movimento, dalla barca a vela alle maratone. Dall’alpinismo sulle montagne rocciose a settimane di escursioni nella tundra canadese. Ora è capo spedizione di viaggi avventurosi ai poli su potenti navi rompighiaccio.

Una vita avventurosa, quindi. “I momenti di gioia sono stati moltissimi,” dice l’esploratrice con entusiasmo. “Camminare un giorno intero sulla banchisa, preparare il campo sotto il sole polare, e ripartire il giorno seguente: sono questi momenti di grande felicita.”

E la paura? “La sento nella pancia”, dice Emily Schindler. “Quando qualcosa non va, avverto un segnale di avvertimento intenso. Preferisco tornare indietro. Lascio perdere. La montagna sarà sempre lì per essere arrampicata, potrò tornarci”. Per Emily Schindler la rinuncia a una cima pericolosa non è una sconfitta, anzi è una porta aperta sui molti altri progetti che l’esploratrice ha nel cassetto.

swissinfo, Jacopo Pasotti da Toronto

Emily è nata in Svizzera ed è emigrata in Canada da giovane. È un’imprenditrice dai molti interessi. Fin da giovane ha mostrato un insolito interesse nella scoperta della natura. In seguito è diventata un’appassionata alpinista e sciatrice.

Ha guidato una spedizione sugli sci al polo Nord magnetico, una spedizione nel polo Sud e accompagna regolarmente i clienti in spedizioni attraverso l’isola di Baffin, vicino alla Groenlandia.

Ha completato di recente un viaggio a cavallo in Mongolia, scalate in Africa, Europa, Antartide, Canada, Russia ed Argentina.

Scultrice, pittrice e fotografa: Emily Schindler è un’artista conosciuta in Canada.

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