Dalla Novartis un nuovo farmaco anti-infiammatorio

Ricercatori di Basilea hanno messo a punto una molecola che blocca le reazioni infiammatorie del sistema immunitario. La sostanza, messa a punto a partire dal gruppo di farmaci delle statine, potrebbe essere utile nel trattamento dell'artrite reumatoide e della psoriasi.
Le malattie autoimmuni, come la psoriasi e l’artrite reumatoide, sono dovute ad una reazione anomala del sistema immunitario, che “impazzisce” e attacca i tessuti dell’organismo stesso, attivando un processo infiammatorio distruttivo. Da tempo i biologi hanno osservato che le statine, una famiglia di farmaci usati normalmente per ridurre il livello di colesterolo nel sangue, hanno la capacità di attenuare le reazioni infiammatorie e sono utili nel trattamento di queste gravi patologie.
Ora un gruppo di ricercatori della Novartis Pharma di Basilea ha analizzato il meccanismo molecolare responsabile dell’effetto anti-infiammatorio delle statine e ha messo a punto un nuovo composto, più efficace di quelli disponibili finora.
Sperimentata in laboratorio su un topo a cui era stata provocata la peritonite, la nuova sostanza ha arrestato quasi completamente il processo infiammatorio. Il lavoro degli scienziati svizzeri è descritto sul numero di giugno della rivista Nature Medicine.
Le statine agiscono bloccando alcuni recettori distribuiti sulla membrana dei leucociti, le cellule-soldato del sistema immunitario. Normalmente, quei recettori sono il canale utilizzato da altre componenti del sistema immunitario per comunicare con i leucociti,chiamarli a raccolta in presenza di un’infezione, e dare il via ad una reazione infiammatoria difensiva.
Nell’organismo dei pazienti che soffrono di malattie autoimmuni, i leucociti vengono mobilitati senza una reale necessità e attaccano la pelle o i tessuti connettivi. Se le molecole delle statine occupano i recettori, i leucociti non ricevono il messaggio, rimangono inattivi e non si verifica alcuna reazione infiammatoria.
Gabriele Weitz-Schmidt e i suoi colleghi di Basilea hanno messo alla prova diverse statine, osservando il loro comportamento a livello molecolare a contatto con la membrana dei leucociti. Sulla base delle informazioni raccolte,hanno sintetizzato un nuovo composto, chiamatoLFA703, che ottimizza la capacità di bloccare i recettori e l’effetto anti-infiammatorio. Per il momento, il farmaco è stato sperimentato solo su cavie animali. In futuro, la molecola LFA703 o una sostanza simile potrebbe risultare utile nel trattamento delle malattie autoimmuni.
Maria Cristina Valsecchi

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