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Dalla Svezia un modello per aiutare i neonazisti pentiti

Neonazisti sul Ruetli lo scorso primo d'agosto Keystone Archive

In Svezia, i neonazisti che vogliono abbandonare gli ambienti di estrema destra ricevono un aiuto da parte dello stato. Il progetto svedese potrebbe essere una soluzione anche per la Svizzera. È quanto suggerisce l'Archiv Schnüffelstaat Schweiz (ASS).

L’Archiv Schnüffelstaat (Archivio Stato ficcanaso), fondazione nata dopo il cosiddetto “scandalo delle schedature” del 1989, ha organizzato una serie di conferenze sul tema in varie città svizzere.

La prima serata, diretta dalla consigliera nazionale ecologista e vice-presidente della Commissione federale contro il razzismo Cöcile Bühlmann, si tiene lunedì a Berna.

Il modello svedese è presentato dal capo del progetto Exit, Kent Lindahl. Egli stesso ha fatto parte per anni di organizzazioni di estrema destra.

Exit funziona con regole simili a quelle degli alcolisti anonimi. Prima di tutto, gli estremisti di destra in cerca di aiuto si incontrano con un membro dell’associazione, reduce anch’egli di un processo di distacco dal movimento neonazista In seguito, Exit aiuta i “pentiti” a seguire una formazione o a trovare lavoro.

All’inizio le discussioni ideologiche sono evitate, perché, come afferma Lindahl, non portano a nulla. Exit si concentra sugli aspetti negativi dell’appartenenza a movimenti di estrema destra: problemi con la polizia, difficoltà a trovare un alloggio. I problemi di fondo sono affrontati solo in un secondo tempo.

Dalla sua fondazione nel 1998, dice Lindahl, Exit ha permesso ad un’ottantina di giovani tra i 15 e i 26 anni a lasciare il movimento neo-nazista. Il risultato è un successo, se si considera che è opera di sole tre persone, incaricate di percorrere tutto il Paese allo scopo di aiutare i giovani decisi a cambiar vita.

swissinfo e agenzie

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