Diritti umani, un progetto che langue
Sul piano internazionale la Svizzera ha sostenuto con successo la creazione di un Consiglio dei diritti umani in seno all'ONU. Ma in patria tutto, per ora, tace.
Le Organizzazioni non governative (ONG) temono infatti di dover aspettare altri tre anni prima di vedere nascere un’istituzione nazionale.
L’idea di creare un’istituzione ad hoc per i diritti della persona non è, infatti, nuova. Cinque anni fa era stata presentata in Parlamento un’iniziativa volta a chiedere la creazione di una commissione federale esclusivamente dedicata ai diritti dell’essere umano.
In seguito all’approvazione dell’iniziativa da parte della Camera del popolo nel novembre del 2003, il Dipartimento federale degli Affari esteri (DFAE) aveva annunciato di volere esaminare le diverse possibili opzioni.
Ma da allora è calato il silenzio. Anche se il DFAE ha più volte dichiarato, nel corso degli ultimi tempi, che il progetto si trova in uno stadio molto avanzato.
Un sentimento di diffusa delusione
“La preparazione di questo rapporto – commenta a swissinfo Daniel Bolomey, segretario generale della sezione svizzera di Amnesty International – sta richiedendo tempi straordinariamente lunghi e nella ricerca di una soluzione concreta non si sono compiuti passi significativi”.
Secondo Amnesty la Svizzera è uno dei rari paesi europei a non disporre di un’istituzione nazionale interamente consacrata ai diritti degli esseri umani.
“Siamo delusi per questi tempi biblici – aggiunge il segretario – ma siamo anche consapevoli delle difficoltà che la realizzazione di un simile progetto comporta. Occorre inoltre trovare un modello che possa soddisfare la maggioranza dei parlamentari”.
Secondo Daniel Bolomey, che ha avuto uno scambio di vedute con la consigliera federale Micheline Calmy Rey, potrebbero essere necessari ancora tre anni prima che una tale istituzione possa finalmente vedere la luce.
Diverse opzioni e proposte
Di fronte all’immobilismo, le ONG hanno dunque voluto passare all’attacco e, lo scorso mese di novembre, hanno formulato delle proposte concrete. Suggeriscono, in modo particolare, di creare un’istituzione nazionale indipendente dal Governo, come raccomandato da Alvaro Gil-Robles, commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa.
Attualmente sono all’esame diversi progetti: quello delle ONG e quello sottoposto al Parlamento; si sta inoltre facendo strada, come soluzione minima, l’idea di favorire le sinergie tra le commissioni federali attualmente esistenti (stranieri, uguaglianza e razzismo).
Quest’ultima variante è tuttavia controversa. In occasione della sua prima visita in Svizzera, all’inizio di quest’anno, il relatore speciale dell’Onu contro il razzismo Doudou Diène, aveva osservato che queste commissioni faticano ad adempiere al loro mandato di lotta contro il razzismo e la xenofobia.
L’importanza dell’indipendenza
La Commissione federale contro il razzismo (CFR) è, del resto, lei stessa favorevole alla creazione di una nuova commissione federale, collegata e finanziata dalla Confederazione, ma gestita in modo indipendente.
“Pensiamo che sia responsabilità dello Stato – precisa a swissinfo Boël Sambuc, vice presidente della CFR – promuovere la difesa dei diritti degli esseri umani. Si tratta di obblighi legali tanto sul piano nazionale quanto su quello internazionale”.
Come non deplorare, dunque, i tempi eccessivamente lunghi nella realizzazione di un progetto così importante. Boël Sambuc non nasconde neppure il suo disappunto: la Svizzera impiega energie e risorse per il progetto di Consiglio dei diritti umani su scala internazionale, mentre non si applica sul piano interno.
Presto un gruppo di lavoro
Carine Carey, portavoce del DFAE, getta acqua sul fuoco e assicura che in tempi brevi verrà proposto al dipartimento la creazione di un gruppo di lavoro a cui affidare il compito di definire le basi legali affinché un’istituzione per i diritti umani – come quella tanto attesa – possa concretizzarsi.
Si rifiuta, però, di fornire ulteriori spiegazioni sui tempi o sulle varianti del progetto prese in considerazione. E si limita a confermare che il DFAE ha preso atto delle proposte delle ONG che giudica “interessanti”.
“Questo progetto – precisa Carine Carey – sarà sicuramente preso in considerazione nel processo di valutazione verso la creazione di un’istituzione nazionale dei diritti umani”.
swissinfo, Adam Beaumont, Ginevra
(traduzione e adattamento dall’inglese Françoise Gehring)
1993: la Conferenza mondiale sui dritti degli esser umani di Vienna raccomanda agli Stati la creazione di istituzioni nazionali per promuovere i diritti delle persone
2000: le ONG svizzere hanno creato un gruppo di lavoro allo scopo di fare avanzare il progetto
2001: due parlamentari hanno proposto la creazione di una commissione dei diritti umani
A livello internazionale la Svizzera ha sotenuto attivamente la creazione di un Consiglio dei diritti umani in seno all’ONU, approvato nei giorni scorsi e che avrà sede a Ginevra.
Il nuovo organismo rimpiazzerà l’attuale Commissione dei diritti umani dell’ONU, al centro di numerose contestazioni.
La commissione aveva infatti perso credibilità per non aver sanzionato chi si macchia di violazioni dei diritti fondamentali.
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