Gli svizzeri sprecano le risorse naturali
I consumi della popolazione elvetica sono circa tre volte superiori alle risorse naturali durevoli di cui dispone il Paese.
La causa principale è il consumo di energia, spiega un nuovo studio dell’Ufficio federale di statistica.
La Svizzera ha fatto dello sviluppo sostenibile un obiettivo statale. Ma come si può verificare se l’obiettivo, ancorato nella Costituzione federale, è in vista o no?
Come inquiniamo
Oltre agli indicatori dello sviluppo sostenibile, uno degli strumenti che permette di effettuare questo tipo di controllo è la cosiddetta «impronta ecologica», un metodo scientifico che mostra in che misura e in quali ambiti l’uomo inquina. L’impronta ecologica è una sorta di “contabilità delle risorse”.
Esprime la totalità dei consumi, di qualunque genere, in una superficie ipoteticamente richiesta, chiamata ettaro globale, e mostra in quale misura l’utilizzazione fatta della natura supera o no la sua capacità di rigenerazione della biosfera (biocapacità).
Il metodo converte l’intensità delle utilizzazioni e dei carichi esercitati sulla natura, quali la coltura dei campi o il consumo di energia e di legna, in equivalenti di superficie che sarebbero necessari per produrre queste risorse in modo rinnovabile.
L’impronta ecologica fornisce dunque informazioni preziose per descrivere il carattere durevole o no dell’utilizzazione delle risorse naturali.
Svizzeri consumatori d’energia e di terreno
Lo studio rivela che l’impronta della Svizzera è circa tre volte più grande della sua biocapacità. Essa misura attualmente 4,7 ettari globali per persona, mentre la biocapacità del nostro Paese ammonta solo a 1,6 ettari globali per persona.
Causa principale: il consumo di energia. Ne è infatti responsabile per due terzi e supera di gran lunga tutti gli altri fattori. Un altro elemento importante è costituito dal fabbisogno di terreno agricolo, foreste e superfici verdi, che rappresenta un quarto dell’impronta totale.
Lo squilibrio tra impronta ecologica e biocapacità esiste da diversi decenni e continua ad aumentare: noi viviamo a spese di altre regioni del mondo o delle generazioni future. Questo modo di vivere non sostenibile è possibile unicamente grazie all’importazione di risorse naturali, a meno di ricorrere a un sovrasfruttamento drammatico del nostro capitale naturale.
Un capitale che si esaurisce in fretta
L’essere umano consuma il capitale naturale della Terra più rapidamente della capacità della natura di rigenerarsi. L’impronta ecologica mondiale per persona supera di 0,4 ettari globali la biocapacità mondiale disponibile per persona.
L’impronta per persona della Svizzera si situa nella media dei Paesi dell’Unione Europea. I Paesi dell’America del Nord o dell’Europa occidentale consumano fino a 5 volte di più della biocapacità mondiale disponibile di 1,8 ettari globali, mentre i Paesi dell’Asia sud-orientale e dell’Africa si situano nettamente al di sotto della media mondiale.
swissinfo e agenzie
L’impronta ecologica è una sorta di “contabilità delle risorse”.
Essa rileva quale parte della capacità rigenerativa dell’ambiente è sollecitata dall’essere umano.
Secondo lo studio l’impronta ecologica della Svizzera nel 2002 era composta da: superfici arabili, pascoli, foreste, pesca, superfici d’insediamento, energia fossile, energia nucleare, energia grigia.
Mentre nel 1961 si consumava ancora poca energia, nel frattempo il consumo di energia costituisce più dei due terzi dell’impronta ecologica.
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