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Gli umori della popolazione svizzera

Un sondaggio tocca il polso delle preoccupazioni: costi della sanità, disoccupazione e futuro della previdenza sociale sono le inquietudini più diffuse.

L’istituto GfS di Berna ha realizzato l’ottavo barometro delle apprensioni per conto del Credit Suisse.

Dal 1995 l’istituto bernese GfS svolge questo tipo di sondaggio. Con le interviste periodiche si intende verificare sul campo l’umore della signora e del signor svizzero. Non da ultimo, il gigante bancario si aspetta un complemento ai dati congiunturali.

Il risultato più evidente in questi primi mesi del 2003 è il ritorno ad una «normalità» delle preoccupazioni. «Nel 2002 – ricorda il responsabile dello studio, Claude Longchamp – è venuto meno il forte flusso che gli eventi dell’11 settembre avevano avuto sui risultati del barometro delle apprensioni del 2001. Sono piuttosto i problemi vertenti sull’andamento economico a essere passati in primo piano».

I temi che premono

I più numerosi (64 per cento) citano la sanità quale preoccupazione numero uno. A soffrire e a lamentarsi dei costi in crescita sono gli appartenenti alle classi medio-alte. Quelli che non beneficiano di sussidi per la cassa malattia, e i quadri superiori dell’economia privata (62 per cento).

Rispetto all’indagine del 2001, sono aumentati coloro che pronosticano un futuro sempre più incerto per l’Assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS): l’indice degli scettici è salito di 12 punti e per nessun altro tema si è registrato un incremento tanto forte. La «nuova» povertà si situa per la prima volta nelle prime cinque posizioni del «barometro delle apprensioni» del Credit Suisse.

La sfiducia nei confronti dell’economia ha raggiunto il punto più alto dal 1995, anno in cui è stato svolto per la prima volta il sondaggio. Gli scandali, il crollo della borsa e i super-salari dei manager hanno riempito le colonne dei giornali per tutto il 2002. La perdita di fiducia sembra seguire questo termine.

Situazione personale

Mentre la situazione finanziaria personale viene giudicata in modo neutrale, il 59 per cento degli interrogati prevede nei prossimi dodici mesi un peggioramento generale del quadro economico.

Il sondaggio, svolto su un campione rappresentativo di mille persone, indica che la disoccupazione preoccupa in misura superiore alla media le classi con reddito familiare superiore ai nove mila franchi (64 per cento).

Ma anche i giovani fino a 29 anni e gli impiegati dell’economia privata (entrambi con una proporzione del 58 per cento) temono la perdita del lavoro. Rispetto al 2001 gli intervistati che hanno citato la disoccupazione tra le maggiori preoccupazioni sono passati dal 45 per cento al 52 per cento.

Sfiducia anche nella politica

Si è inoltre rafforzata anche l’impressione che il mondo politico fallisca spesso su questioni di importanza fondamentale: è di questo parere il 49 per cento del campione, contro il 36 per cento dell’anno precedente.

Il terrorismo, che nel 2001 – dopo gli attentati dell’11 settembre – occupava ancora il sesto posto nel «barometro delle apprensioni», è invece precipitato al 19esimo posto. Al ventesimo e ultimo posto figura la questione del razzismo e della xenofobia.

swissinfo e agenzie

La sanità rimane, per il terzo anno consecutivo, il problema che maggiormente preoccupa gli svizzeri. Lo afferma un sondaggio condotto dall’istituto bernese GfS per conto di Credit Suisse. Il sistema sanitario si situa al primo posto delle preoccupazioni per il 56 per cento degli intervistati, davanti alla disoccupazione (52 per cento), alla previdenza vecchiaia (49 per cento), alla tematica dei richiedenti l’asilo (49 per cento) e alla povertà (22 per cento).

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