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I sindacati chiedono salari più alti per tutti

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Dopo i dirigenti aziendali e gli azionisti, anche operai e impiegati devono poter approfittare della ripresa economica. È quanto sostiene l'Unione sindacale svizzera, che rivendica un aumento generalizzato dei salari del 3–4% e un supplemento dell'1% per le donne.

La richiesta è respinta dai datori di lavoro, che non escludono però miglioramenti salariali nei rami economici più fiorenti.

Visto il buon andamento congiunturale l’Unione sindacale svizzera (USS) chiede per l’anno prossimo aumenti salariali compresi tra il 3 e il 4%. La richiesta,ritiene l’organizzazione mantello dei sindacati, è giustificata. Non da ultimo perché le prospettive economiche rimangono buone anche per il 2008.

Finora della crescita congiunturale, sostenuta sia dalle esportazioni che dal mercato interno, hanno tratto profitto soprattutto i top manager e gli azionisti. È ora il turno anche dei lavoratori, hanno dichiarato i rappresentanti dell’USS, nel corso di una conferenza stampa a Berna.

L’organizzazione sindacale vuole inoltre un incremento supplementare dell’1% per le donne, in modo da compensare le disuguaglianze con gli stipendi degli uomini.

Aumenti generalizzati

“Quando, se non ora, i salari della maggioranza dei piccoli e medi redditi aumenteranno nuovamente in modo sensibile?”, ha chiesto il presidente dell’USS Paul Rechsteiner, durante la conferenza stampa.

Secondo il sindacalista, gli incrementi devono essere generalizzati e non individuali. Negli ultimi anni, i datori di lavoro avrebbero approfittato delle trattative individuali per tenere bassi i salari.

Da qualche tempo i lavoratori sono sottoposti ad un carico di lavoro al limite del sopportabile, che ha permesso alle imprese di registrare un netto aumento della produttività. Meritano quindi di ricevere un aumento sostanziale della loro paga, ha affermato Renzo Ambrosetti, copresidente del sindacato Unia.

Dopo anni di debole crescita delle remunerazioni, si assiste già alla conclusione di accordi salariali sostanziosi nella zona euro, ad esempio in Germania, il più importante vicino della Svizzera, ha fatto notare Ambrosetti.

Donne ancora discriminate

Quanto agli stipendi delle donne, è vero che negli ultimi anni sono saliti in maniera più marcata di quelli degli uomini, ma sono ancora inferiori, hanno ricordato i rappresentanti dell’USS.

Per un lavoro equivalente, le donne continuano a guadagnare, a seconda del ramo, tra il 10 e il 15% in meno rispetto ai colleghi maschili. Sono quindi ancora necessari “veri progressi”.

L’USS ha inviato lettere con le sue richieste a imprese con oltre mille dipendenti, scelte simbolicamente, e all’Amministrazione federale, ha spiegato Natalie Imboden, responsabile per l’industria alimentare presso Unia. Nello scritto si chiede a McDonald’s, Manor, Swisscom e Amministrazione federale delle finanze di attivarsi contro le disparità salariali.

A detta dell’USS, molte società si rifiutano ancora oggi di analizzare gli stipendi delle donne per correggere eventuali disparità. Eppure la stessa Confederazione ha messo a disposizione delle imprese con almeno 50 dipendenti un mezzo semplice e preciso per valutare le remunerazioni.

Il Sindacato della comunicazione ha espresso in particolare dure critiche nei confronti di Swisscom. Secondo il suo presidente Christian Levrat, la direzione del gruppo di telecomunicazioni si è rifiutata l’anno scorso di condurre discussioni per abolire le discriminazioni di cui sono vittime le dipendenti che lavorano a tempo parziale.

Datori di lavoro contrari

Le rivendicazioni dei sindacati sono state nuovamente respinte dai datori di lavoro, che intendono mantenere la politica attuale dei ritocchi salariali individuali.

A detta di Hans Reis, membro della direzione dell’Unione padronale svizzera, miglioramenti salariali sono comunque prevedibili nei rami economici che approfittano maggiormente dell’attuale ripresa congiunturale. Tra questi, in particolare, le banche e le industrie chimiche e farmaceutiche.

swissinfo e agenzie

Gli stipendi delle donne, pur essendo aumentati negli ultimi anni in misura maggiore rispetto a quelli degli uomini, restano comunque inferiori.

Ancora oggi, le lavoratrici percepiscono in Svizzera salari in media di un quinto inferiori a quelli dei loro colleghi.

Stando alla rilevazione della struttura dei salari, tale differenza ammonta a 1’172 franchi mensili (salario medio maschile: fr. 5’953; salario femminile: fr. 4’781).

Anche prendendo in considerazione altri fattori, come il livello di formazione, l’esperienza, l’età e la posizione professionale, in tutti i settori si riscontrano importanti differenze spiegabili solo in termini di discriminazione delle lavoratrici.

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