I tagli ai fondi USA per la ricerca biomedica minacciano anche la Svizzera

L'amministrazione Trump ha sconvolto il sistema di finanziamenti del National Institutes of Health (NIH) per la ricerca biomedica, una mossa che avrà ripercussioni significative sui ricercatori e sulle aziende farmaceutiche in diverse parti del mondo, compresa la Svizzera.
Da quando è entrato in carica, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha emanato una serie di memorandum e ordini esecutivi volti a modificare il modo in cui il National Institutes of Health (NIH) – principale agenzia di ricerca del Dipartimento della Salute degli Stati Uniti – finanzia gli studi biomedici. Nell’ultimo mese l’amministrazione Trump ha sospeso tutte le comunicazioni esterne da parte delle agenzie sanitarie federali, ha imposto un tetto ai finanziamenti indiretti concessi dal NIH e ha sospeso l’erogazione delle sovvenzioni federali.
Il 28 febbraio inoltre il governo statunitense ha annunciato l’interruzioneCollegamento esterno dei finanziamenti del NIH agli scienziati che studiano la salute delle persone LGBTQ+, una mossa che rientra nella politica di Trump contro i programmi per la diversità, l’equità e l’inclusione.
Molte di queste misure sono bloccate nei tribunali, almeno per il momento, ma in Svizzera gli scienziati e le aziende farmaceutiche si preparano alle possibili ripercussioni sui finanziamenti che ricevono dal NIH e, più in generale, sulla ricerca scientifica.
“Questi cambiamenti hanno generato molta incertezza nella comunità scientifica globale”, ha affermato Adrian Wanner, neurobiologo presso il Paul Scherrer Institute in Svizzera, nonché uno dei circa 100 ricercatori parte di un progetto finanziato dal NIH per ricostruire la mappa dettagliata del cervello di un topo.
Il NIH ha assegnato a Wanner finanziamenti diretti per un totale di 2,6 milioni di dollari (2,3 milioni di franchi) per lo sviluppo di tecniche di microscopia in grado di visualizzare e analizzare le strutture cerebrali in alta risoluzione.

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Wanner ha già ricevuto 1,7 milioni di dollari e l’ultima tranche di finanziamenti dovrebbe arrivare a settembre, ma si chiede se verranno aperte le candidature per la seconda fase dello studio. “Nessuno, neanche al NIH, sa in che direzione andrà questo progetto”, ha dichiarato.
Altri ricercatori in Svizzera hanno espresso timori simili. Ma qual è davvero l’importanza del NIH per la ricerca biomedica globale? E per quella svizzera?
Quanta della ricerca biomedica globale è finanziata dal NIH?
Il NIH è il maggior finanziatore della ricerca biomedica a livello globale, con un budget annuale di 47 miliardi di dollari (oltre 41 miliardi di franchi). Di questi, l’80% è destinato a fondi per oltre 300’000 ricercatori in tutto il mondo, mentre il resto copre gli studi condotti direttamente dal NIH e i costi amministrativi negli Stati Uniti.
Si tratta di una cifra di gran lunga superiore ai finanziamenti per la ricerca medica stanziati da Regno Unito, Australia e Unione Europea messi insieme. Il più grande programma europeo per la ricerca e l’innovazione, Horizon EuropeCollegamento esterno, ha un budget di 95,5 miliardi di euro (90,5 miliardi di franchi svizzeri) per l’intero periodo 2021-2027, e si tratta di fondi destinati a un’ampia gamma di settori, non solo alla salute. La National Natural Science Foundation della Cina invece nel 2023 avrebbe investito, secondo alcuni media, circa cinque miliardi di yuan (610 milioni di franchi svizzeri) nella ricerca sanitaria.
Nel 2023 il Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica (FNS), principale ente di finanziamento per la ricerca del Paese, ha destinato 432 milioni di franchi alla biologia e alla medicina.
Le sovvenzioni del NIH superano non solo gli investimenti pubblici, ma anche quelli privati. La farmaceutica svizzera Roche, ad esempio, nel 2023 ha speso 14 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo, classificandosi come il terzo maggior investitore tra le grandi case farmaceuticheCollegamento esterno.
Quanti di questi fondi arrivano in Svizzera?
L’assegnazione di sovvenzioni da parte del NIH è già fortemente orientata verso gli Stati Uniti. Circa il 99% dei finanziamenti, infatti, è destinato a istituti statunitensi, mentre solo 250 milioni di dollari all’anno (219 milioni di franchi) vengono erogati direttamente a enti stranieri.
La Svizzera è tra i Paesi che ricevono più fondi dal NIH in valore assoluto, anche se il numero di sovvenzioni ottenute è inferiore rispetto a quello di molti altri Stati. Nel 2024 gli istituti di ricerca del Paese hanno ricevuto sette finanziamenti diretti da parte del NIH, per un totale di circa 9,1 milioni di dollari (8 milioni di franchi).
“È molto difficile ottenere una sovvenzione dal NIH se si è al di fuori degli Stati Uniti” spiega Wanner, uno dei destinatari dei sette fondi. “Le probabilità che il NIH assegni un finanziamento a un istituto straniero sono inferiori all’1%. Bisogna essere in grado di offrire qualcosa che non è disponibile o realizzabile negli Stati Uniti”.
Un’analisi più approfondita dei dati rivela che l’importanza del NIH per i ricercatori a livello globale va oltre i finanziamenti diretti. Migliaia di ricercatori in tutto il mondo, infatti, partecipano come collaboratori a progetti finanziati dal NIH e guidati da enti statunitensi.
Nel 2024 gli istituti di ricerca svizzeri hanno partecipato a 489 progetti del NIH. Uno di questi, ad esempio, è lo studio PASAGECollegamento esterno, che conduce un sondaggio sulle terapie di editing genetico prenatale per le malattie rare. Il beneficiario diretto del finanziamento è il gruppo ospedaliero statunitense Mayo Clinic, ma il progetto coinvolge diversi partner, tra cui esperti di bioetica del Politecnico federale di Zurigo.
Nel 2024 il Politecnico ha collaborato in tutto a nove progetti del NIH, ricevendo un totale di 285’000 dollari (250’000 franchi) in finanziamenti indiretti.
Cosa finanzia il NIH?
Il NIH è composto da 27 enti che finanziano una grande varietà di studi: da piccoli progetti sul fluoro e sull’invecchiamento fino a grandi ricerche su dipendenze, cancro e mortalità materna. L’agenzia offre anche borse di studio e programmi di formazione, che però sono raramente accessibili agli scienziati al di fuori degli Stati Uniti.
Gli istituti di ricerca svizzeri hanno ricevuto finanziamenti per diversi progetti. L’Università di Berna, ad esempio, a partire del 2006 ha ottenuto quasi 44 milioni di franchi in sovvenzioni dirette da parte del NIH per studiare le terapie antiretrovirali e contribuire all’International epidemiology Databases to Evaluate AIDSCollegamento esterno, una piattaforma di monitoraggio dell’AIDS nell’Africa meridionale.
Lo scorso settembre il NIH ha assegnato al Swiss Institute of Bioinformatics di Ginevra un finanziamento da 10 milioni di dollari – di cui 2,7 milioni sono già stati erogati – per sviluppare una piattaforma digitale globale (il Global Pathogen Data Network) con l’obiettivo di migliorare la risposta alle pandemie e la sorveglianza dei focolai di malattie infettive.
“Negli Stati Uniti l’ambizione e la propensione al rischio sono diverse che altrove: il NIH è disposto a finanziare progetti visionari”, ha commentato Wanner.
Il NIH investe inoltre circa 18 miliardi di dollari (quasi 16 miliardi di franchi) all’anno nella ricerca clinica. Al 3 marzo sono attivi più di 7’900 studi clinici sovvenzionati dall’agenzia, la maggior parte dei quali ancora nelle fasi iniziali. La farmaceutica svizzera Roche, ad esempio, ha recentemente annunciato i risultati di uno studio clinico finanziato dal NIH e volto a testare il farmaco Xolair come trattamento per le allergie alimentari.
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Tra il 2000 e il 2019, la ricerca sovvenzionata dal NIH ha contribuito allo sviluppo di 386 su 387 farmaciCollegamento esterno approvati dall’agenzia statunitense Food and Drug Administration (FDA). Molti dei farmaci più venduti della casa farmaceutica svizzera Novartis (come Gleevec, utilizzato nel trattamento di diversi tipi di cancro, e Zolgensma, una terapia genica per l’atrofia muscolare spinale), sono stati sviluppati grazie a finanziamenti del NIHCollegamento esterno risalenti a decenni fa.
Che conseguenze avrebbe un taglio ai finanziamenti del NIH?
Non è ancora chiaro di quanto saranno ridotte le sovvenzioni erogate dal NIH, né quali saranno le nuove priorità dell’ente.
La preoccupazione più immediata per i beneficiari dei fondi è trovare il modo di pagare gli stipendi del personale nel caso in cui i finanziamenti vengano interrotti. In Svizzera non è possibile assumere e licenziare i dipendenti con un breve preavviso. “Se perdiamo i finanziamenti dovremo trovare altre risorse per pagare il personale del progetto”, ha spiegato Adrian Wanner.
I ricercatori intervistati da SWI swissinfo.ch si sono detti preoccupati anche per l’eventualità che vengano introdotti nuovi criteri o requisiti per l’assegnazione dei finanziamenti. “Non sappiamo se in futuro verranno presi in considerazione fattori che vanno oltre gli effettivi meriti dello studio”, ha dichiarato Aitana Neves, responsabile del Pathogen Data Network presso lo Swiss Institute of Bioinformatics.
Le autorità statunitensi hanno già iniziato a segnalare i progetti che contengono parole chiave come genere, etica o persino Covid-19 che non sono conformi alle direttive dell’amministrazione Trump.
Se questi criteri venissero utilizzati per ridurre le sovvenzioni, si potrebbero venire a creare grandi lacune nella ricerca scientifica di base per farmaci futuri, nello sviluppo di vaccini e nello studio della salute delle donne. Le persone intervistate da SWI swissinfo.ch hanno inoltre espresso il timore che queste misure possano portare i ricercatori ad autocensurarsi, compromettendo la libertà accademica e scientifica.
L’influenza degli Stati Uniti sulla ricerca scientifica va oltre il semplice finanziamento. “Per noi è importante collaborare con le università americane, sono all’avanguardia in molti settori”, ha affermato Virginia Richter, rettrice dell’Università di Berna. I finanziamenti del NIH rappresentano solo una piccola parte del budget annualeCollegamento esterno di 942 milioni di franchi dell’ateneo svizzero, ma, sottolinea Richter, “non è una questione di quantità, ma di qualità della ricerca”, ed è quest’ultima che potrebbe risentire dei cambiamenti negli Stati Uniti.
Molte collaborazioni scientifiche comportano uno scambio reciproco di conoscenze e tecnologie: da un lato verso gli Stati Uniti, dall’altro verso i partner stranieri.
“Quello che sta succedendo potrebbe rivelarsi estremamente negativo per la scienza in generale, perché gli Stati Uniti sono una forza trainante in ogni ambito della ricerca”, ha affermato Wanner. “Sono un modello di riferimento”.
Articolo a cura di Virginie Mangin/ts
Traduzione di Vittoria Vardanega
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