Il giro del mondo in un fazzoletto di terra
Le Isole di Brissago sono due piccole perle immerse nel Lago Maggiore. La più grande è anche il parco botanico del Canton Ticino.
Per la straordinaria varietà della sua vegetazione, è diverso da tutti gli altri parchi botanici svizzeri. E nella sua storia scorre persino… sangue blu.
Origini, dunque, nobili per le Isole di Brissago che furono proprietà della baronessa Antoinette de Saint Léger, di cui quest’anno ricorrono i 150 anni della nascita.
Assieme al marito Richard Fleming, di cui eredita il titolo nobiliare e la passione per la botanica, fa completamente rinascere le isole e trasforma la più grande in un parco botanico.
Oggi il parco botanico, nel cui centro troneggia il Palazzo costruito nel 1927 dal tedesco Max Emden, si distingue dagli altri parchi botanici svizzeri e dei paesi confinanti, per la presenza di un elevato numero di piante esotiche (e insolite) di provenienza subtropicale coltivate all’aperto. Complice di questo piccolo grande “miracolo” naturalistico, il clima particolarmente mite.
Quattro passi dal Giappone all’Africa
Dal profilo botanico l’Isola Grande permette di fare il giro del mondo in pochi minuti. Il parco è infatti suddiviso in diverse aere geobotaniche, secondo appunto le zone di provenienza. Profumi, colori, forme si susseguono in un viaggio ideale, attraverso la dimensione sensoriale.
In un pugno di terra fertile sono così rappresentati: il Mediterraneo, le regioni subtropicali dell’Asia (dalla Cina alla Corea, fino al Giappone), l’Africa australe, l’America settentrionale, centrale e meridionale, l’Australia e alcune isole della Oceania.
Esemplari di eucalipti australiani, il labirintico boschetto di bambù di un verde acceso, le affascinanti camelie e il nobile ginko che ricorda i paesaggi dell’Estremo Oriente, arricchiscono ogni angolo dell’Isola, abitate anche da piccole sculture di donne che si specchiano nell’acqua.
E ancora: ninfee, fiori di loto, agavi, yucca, piante grasse, magnolie, mirto, buganvillea, palme, agrumi, cedro gerbere, protee (la protea è il fiore nazionale del Sudafrica; una ricca collezione di piante medicamentose e da cucina (quasi 150), circondano il Bagno Romano.
Insomma un vero piccolo straordinario mondo in fiore creato dalla baronessa di Saint Léger, arricchito e custodito negli anni e ora affidato al direttore Guido Maspoli.
Dall’eredità del passato al futuro
“La baronessa – spiega a swissinfo il direttore delle Isole di Brissago – ci ha lasciato una grande eredità, sia dal punto di vista botanico – con le sue ricerche e le sue sperimentazioni – sia dal profilo ideale. In fondo la passione che spinge alla creazione di un progetto, come quello del Parco Botanico, resta sempre il punto di partenza”.
E la passione è anche l’ingrediente fondamentale per pensare al rilancio delle Isole. “Stiamo cercando di tessere una rete di contatti – aggiunge Guido Maspoli per creare le condizioni ideali da cui fare ripartire la ricerca scientifica, un aspetto a cui tengo moltissimo”.
“Noi viviamo di turismo e il turismo è soggetto ad alti e bassi. L’andamento turistico – precisa Maspoli – può avere delle conseguenze abbastanza pesanti, perché se ci manca la risorsa economica assicurata dal turismo, corriamo il rischio di sopportarne le conseguenze”.
“Una credibilità e un riconoscimento dal punto di vista scientifico – commenta il direttore – può attutire gli sbalzi della stagione turistica. Ricordo che il 75% delle spese è finanziato dagli introiti provenienti dalle visite. Il Cantone garantisce solo i salari dei nostri quattro giardinieri”.
Ricerca e iniziative scientifiche
Le Isole di Brissago hanno sostanzialmente tre funzioni: turistica, didattica e scientifica. “Occorre tuttavia essere molto chiari sul tipo di ricerca possibile alle Isole. Non è per esempio immaginabile – osserva Maspoli – un’attività di ingegneria genetica. Dobbiamo concentrarci sugli aspetti legati alle Scienze della terra, alla biologia di terreno”.
“In questo senso le Isole potrebbero diventare una base logistica da cui partire per studiare la flora ticinese e le potenzialità di acclimatazione di certe specie in territori estranei. Le piante neofite, per esempio, rappresentano un fenomeno abbastanza attuale”.
Le neofite sono piante che vengono da altri paesi che trovano una nuova patria in paesi nuovi. In Svizzera ci sono circa 350-400 specie che si sono acclimatate e vivono allo stato naturale dal 1500. “Una proporzione abbastanza importante rispetto alla quantità di specie che compongono la nostra flora”.
Recuperare il valore del giardino
Dalla baronessa, che tanto ha amato la natura, si potrebbe riprendere il gusto e la passione per i giardini. “Se osserviamo il giardino tipo delle nostre regioni – sottolinea il direttore delle Isole – ci rendiamo conto dell’attuale mancanza di sensibilità e di varietà. Spesso ci si limita a prendere le solite piante, che troviamo nei soliti grandi magazzini”.
“In base ai racconti delle persone che tra l’Ottocento e il Novecento crearono sfarzosi giardini, ma anche in base all’esperienza del popolo inglese, della gente comune, possiamo dire che in passato c’era una cultura decisamente maggiore. Oggi ci accontentiamo delle soluzioni che propone il mercato senza cercare di andare oltre”.
“Ma spetta anche a noi professionisti – conclude Maspoli – promuovere questa cultura, fare conoscere ed apprezzare le ricchezze botaniche”. E l’esempio delle Isole sono sicuramente l’argomento migliore.
swissinfo, Françoise Gehring, Isole di Brissago
L’anniversario dei 150 anni della nascita della baronessa Antoinette de Saint Léger, proprietaria illustre delle isole di San Pancrazio (o Isola Grande) e di Sant’Apollinare (Isolino) – conosciute come le Isole di Brissago – offre l’occasione per ricondurre la storia delle Isole alle origini.
Trasformata l’Isola Grande in un parco botanico, ai tempi della baronessa fu meta di scrittori illustri – come Joyce e Rilke – di personaggi di cultura, musicisti, pittori. Oggi vengono visitate da circa 100 mila persone all’anno. Vengono organizzati dei corsi di botanica e si possono anche acquistare delle semenze. Possibili anche pernottamenti.
Nel 1885 la baronessa Antoinette Saint Léger acqusita le Iisole di Brissago.
Nel 1927 vende le Isole ad un ricco commerciante di Amburgo, Max James Emden.
Nel 1949 vengono acquistate da una Fondazione pubblica e l’Isola Grande diventa “Parco Botanico del Canton Ticino”.
Da allora i visitatori sono stati circa 4 milioni.
L’intero parco copre una superficie di 25 mila metri quadri.
Ospita oltre 1600 specie vegetali, spesso uniche in Ticino e in Svizzera.
Il budget è di circa 1,2 milioni di franchi all’anno.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.