Il governo in favore di una scuola più omogenea
I ministri dell'interno e dell'economia lanciano la campagna per le votazioni del 21 maggio, per creare in Svizzera più omogeneità scolastica tra i cantoni.
Agli occhi di Pascal Couchepin e di Joseph Deiss la formazione è essenziale per il benessere della nazione. Perciò invitano il popolo ad accettare la modifica costituzionale. In favore anche il mondo economico.
In un piccolo paese come la Svizzera esistono ancora, retaggio del passato, 26 sistemi scolastici diversi. Uno per cantone. L’istruzione pubblica è infatti rimasta di competenza dei cantoni fin dalla nascita della Confederazione nel 1848.
Le scuole erano oggetto di grandi contese tra conservatori e progressisti, cattolici e protestanti, laici e clericali: ogni cantone ha quindi scelto di regolare l’insegnamento a modo suo.
Oltretutto, in un paese di quattro lingue, come la Svizzera, la libertà di scelta del modello scolastico era considerata una prerogativa irrinunciabile per garantire la salvaguardia delle minoranze culturali.
Mobilità
Per ovviare alle difficoltà che questo sistema comporta, soprattutto per chi si trasferisce da un cantone all’altro, il governo vorrebbe una revisione della Costituzione federale, su cui gli svizzeri votano il 21 maggio.
Il nuovo articolo che intende armonizzare i sistemi educativi elvetici non prevede che i cantoni perdano la propria competenza nel campo dell’istruzione pubblica, ma istituisce per loro l’obbligo di armonizzare almeno i parametri essenziali.
Ad esempio l’età in cui i bambini cominciano la scuola, l’inizio e la durata del periodo scolastico e gli obiettivi d’apprendimento, tra cui anche lo spinoso tema di quale lingua straniera privilegiare: l’inglese, come sempre più spesso fanno i cantoni germanofoni a discapito del francese, o uno degli idiomi nazionali.
Se i cantoni non riusciranno a mettersi d’accordo su questi e altri punti, la Confederazione, grazie alla modifica costituzionale, potrà intervenire per dirimere le divergenze.
Integrazione delle scuole universitarie professionali
Altri elementi del progetto: l’integrazione delle Scuole universitarie professionali (SUP) nel campo delle alte scuole e il rafforzamento della posizione della formazione professionale.
Questa via – ha sottolineato il capo del Dipartimento federale dell’economia Joseph Deiss – non va trascurata, dal momento che è scelta dai due terzi dei giovani svizzeri. Deiss ha ricordato l’importanza dell’educazione per la crescita economica.
Si tratta di un punto di vista condiviso dal collega Pascal Couchepin. «Vi è almeno un punto – ha detto – su cui vi è consenso in Svizzera: l’educazione rappresenta uno dei pilastri della prosperità del Paese».
Anche l’associazione economiesuisse sostiene l’articolo costituzionale sulla formazione in votazione popolare il 21 maggio prossimo. Esso pone le basi per un sistema educativo più efficiente, in grado di imporsi a livello internazionale.
Oppositori?
Interpellato durante la conferenza stampa da swissinfo, anche Hans Ulrich Stöckling, responsabile della conferenza cantonale dei direttori dell’educazione pubblica, ribadisce che le riforme vanno fatte: “Per migliorare la competitività della Svizzera nel contesto internazionale.
Uno dei problemi è che tutti i cantoni vogliono maggiore armonizzazione, ma non vogliono rinunciare al proprio modello, e pensano che debbano essere gli altri cantoni a cambiarlo.
swissinfo e agenzie
In Svizzera il settore dell’istruzione pubblica rientra principalmente nelle prerogative dei cantoni.
I tentativi avviati negli ultimi decenni per armonizzare i 26 sistemi educativi si sono scontrati alle resistenze delle autorità cantonali.
Il prossimo 21 maggio, gli svizzeri sono chiamati ad esprimersi su di una modifica della Costituzione (per cui è obbligatorio l’avvallo del voto popolare) che dovrebbe dare più competenza al governo centrale in materia di armonizzazione dell’insegnamento scolastico.
La Confederazione avrebbe la possibilità di intervenire nel caso in cui i cantoni non riuscissero a trovare un accordo per la creazione di uno spazio educativo omogeneo, cosa che stanno cercando di fare all’interno del progretto intercantonale denominato “HarmoS”.
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