Il Nobel per la pace ad Al Gore
Il Nobel per la pace 2007 è stato assegnato all'ex vice presidente statunitense Al Gore e al gruppo di esperti climatici dell'ONU per il loro impegno contro il riscaldamento del globo.
Dopo la politica, Gore si è concentrato vieppiù alle tematiche ambientali. Nel 2006, con il film “Una scomoda verità”, ha voluto sensibilizzare l’opinione pubblica sull’eventualità di una catastrofe climatica.
Il comitato Nobel ha attribuito venerdì il prestigioso premio all’ex vicepresidente statunitense Albert Arnold (Al) Gore e al Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (IPCC) dell’ONU per «i loro sforzi nel rafforzare e diffondere una maggiore conoscenza sui cambiamenti climatici provocati dall’uomo» e per «aver posto le basi delle misure che sono necessarie per contrastare tale cambiamento».
«Il cambiamento climatico non porta soltanto allo scioglimento dei ghiacciai e alla sparizione di qualche pianta – osserva Martin Grosjean, direttore dell’Istituto Oeschger per la ricerca climatica all’Università di Berna – ma si ripercuote pure sul bilancio idrico, sulla produzione energetica e alimentare e quindi sulle migrazioni e i conflitti».
Tra gli altri candidati in lizza per il Nobel per la pace figuravano Sheila Watt-Cloutier, leader degli Inuit canadesi e impegnata nella denuncia dei danni provocati dai cambiamenti climatici nell’Artico, Mahathir Mohamad, ex premier della Malaysia, e il presidente boliviano Evo Morales.
Dalla politica all’ambiente
Al Gore, 59 anni, è stato quindi premiato per il suo impegno ambientale dopo una lunga carriera politica e le delusioni della sconfitta alle presidenziali del 2001 (vedi a fianco).
Spesso descritto come un lavoratore accanito dall’incontestata moralità, ma inflessibile e poco carismatico, Gore si è “ripresentato” con una passione quasi sconosciuta.
Con conferenze e dibattiti in tutto il mondo si è impegnato a fondo nella lotta al riscaldamento climatico, divulgandone la minaccia con il suo documentario “Una scomoda verità” (vincitore di due Oscar).
«È l’esempio del ruolo cruciale che le persone e la società civile possono svolgere per incoraggiare risposte multilaterali sui problemi planetari», ha commentato il segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon.
Un premio ecologico
Per gli esperti dell’IPCC, basato a Ginevra nella sede dell’Organizzazione mondiale della meteorologia, il Nobel per la Pace rappresenta invece la consacrazione di lunghe ricerche sull’evoluzione del clima.
Il gruppo, formato da centinaia di ricercatori tra cui alcuni svizzeri, ha dimostrato l’influenza delle attività umane sul riscaldamento del globo dopo aver valutato e sintetizzato i lavori di ricerca di laboratori in tutto il mondo.
«È molto lusinghiero per tutta la comunità di climatologi che operano da 15 anni», ha reagito Marc Beniston, climatologo all’Università di Ginevra e membro dell’IPCC.
«Questo conferisce una legittimazione supplementare all’IPCC, soprattutto nei confronti dei detrattori. Servirà a chiudere il becco a coloro che oggi continuano a negare la realtà del riscaldamento climatico», dice a swissinfo.
Quello di quest’anno è il secondo Nobel per la pace assegnato a chi si è occupato di tematiche ambientaliste. Nel 2004, il premio è stato conferito all’ambientalista e pacifista keniana Wangari Maathai.
Nobel per la pace
Il Premio Nobel per il mantenimento della pace, così come gli altri riconoscimenti, è stato istituito dall’inventore e imprenditore svedese Alfred Nobel. Dal 1901 è assegnato ogni anno a Oslo nel giorno della sua morte, il 10 ottobre.
Responsabile della scelta dei vincitori è un comitato di cinque persone. I membri del comitato sono eletti dal Parlamento norvegese e rimangono in carica per sei anni.
A proporre i nomi dei candidati sono i membri del comitato e dell’Istituto, i deputati di governi e parlamenti nazionali, i membri del Tribunale Internazionale dell’Aia, dell’Istituto di Diritto Internazionale, dell’Ufficio Internazionale per la Pace, professori universitari di legge, scienze politiche, storia e filosofia. Anche i vincitori delle precedenti edizioni hanno diritto di esprimere le loro preferenze.
Il vincitore riceve una medaglia d’oro, un diploma e una consistente somma di denaro, che ammonta a 10 milioni di corone svedesi (circa 1,8 milioni di franchi).
L’anno scorso, il Nobel per la pace era stato attribuito all’economista Muhammad Yunus, soprannominato il «banchiere dei poveri» del Bangladesh per aver fondato la prima banca mondiale (Grameen Bank) che pratica il microcredito in favore di persone totalmente insolvibili.
swissinfo e agenzie
Albert Arnold Gore è nato il 31 marzo del 1948 a Washington D.C.
Dal 1977 al 1985 è stato deputato nel Congresso degli Stati Uniti ed in seguito senatore dello Stato del Tennessee.
Durante l’amministrazione Clinton, dal 1993 al 2001, ha assunto la carica di vicepresidente degli Stati Uniti d’America.
Al Gore si è presentato alle presidenziali per succedere a Bill Clinton, ma a causa del sistema elettorale ha perso la sfida contro George W. Bush nonostante avesse ottenuto un numero di voti maggiore.
Dopo essersi allontanato dalla politica si è occupato di industria informatica e di lotta al cambiamento climatico. Celebre il suo film documentario del 2006 (“Una scomoda verità”), nel quale mette in guardia dagli impatti del riscaldamento.
Il premio Nobel per la medicina è stato assegnato allo scienziato italo-americano Mario Capecchi e ai due ricercatori britannici Oliver Smithies e Martin Evans per le loro scoperte innovative nel campo dell’ingegneria genetica (tumori e malattie cardiovascolari).
Il francese Albert Fert e il tedesco Peter Grünberg hanno ricevuto il Nobel per la fisica per la scoperta della magnetoresistenza gigante, un fenomeno che ha reso possibile lo sviluppo di strumenti di lettura in grado di acquisire dati su vari dispositivi digitali (hard disk, iPod,…).
Il Nobel della chimica è stato attribuito al tedesco Gerhard Ertl e ai suoi studi sui processi chimici delle superfici solide.
Per la letteratura è stata premiata la scrittrice britannica Doris Lessing, una «cantrice dell’esperienza femminile che ha messo sotto esame una civiltà divisa», ha osservato il comitato Nobel.
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