Il treno del futuro è già in partenza
Oltre 200 esperti internazionali hanno partecipato al Congresso Maglev 2002 a Losanna sui treni elettro-magnetici ad alta velocità.
Mentre in Svizzera il progetto Swissmetro attende su un binario quasi morto, diversi paesi puntano sulla ferrovia del futuro.
“Più rapidi, sicuri ed efficienti, meno inquinanti, rumorosi e costosi”. Per gli specialisti riuniti a Losanna non vi è ombra di dubbio: i treni a lievitazione magnetica (maglev) – che raggiungono velocità superiori ai 500 chilometri orari – offrono indiscutibili vantaggi rispetto ai treni tradizionali su rotaia, alle automobili e agli aeroplani.
Sperimentata dal 1960, questa tecnologia ferroviaria potrebbe rivoluzionare il settore dei trasporti nei prossimi 20 – 30 anni. Ma già oggi è quasi una realtà: entro pochi mesi la Cina dovrebbe inaugurare la prima linea commerciale maglev che collegherà il centro di Shangai al suo aeroporto internazionale.
Dal 3 al 6 settembre, le prospettive di sviluppo dei treni a lievitazione magnetica sono state presentate al Politecnico federale di Losanna. La culla del progetto Swissmetro ha ospitato infatti la 17esima edizione del Congresso mondiale Maglev, che ha riunito oltre 200 esperti internazionali.
Sfida all’aviazione civile
Sognato già nel 1920 dal tedesco Hermann Kemper, il sistema di lievitazione elettromagnetica permette ai treni di muoversi rimanendo praticamente sospesi in aria. I vantaggi rispetto ai treni tradizionali sono evidenti: nessun attrito sulle rotaie, maggiore velocità, minor rumore, minor usura e minor dispendio energetico.
Vantaggi che si evidenziano soprattutto a partire da velocità superiori ai 300 chilometri orari, quando anche i più rapidi prototipi della nuova generazione di treni su rotaia – come TGV, ICE e Shinkansen – manifestano i loro limiti tecnici. È il caso, ad esempio, negli incroci, nelle curve e nelle gallerie.
Ma più ancora che alla ferrovia, i progetti maglev vogliono gettare un guanto di sfida all’aviazione civile: sfruttando velocità medie tra i 300 e i 500 chilometri orari, i treni a lievitazione magnetica sono infatti estremamente concorrenziali rispetto agli aeroplani, soprattutto su distanze che vanno fino a 800 chilometri.
Strade sature, linee ferroviarie non efficienti, aeroporti intasati, aumento della mobilità in generale e problemi ambientali: tutta una serie di fattori che sembrano dare ragione ai visionari del maglev.
Giapponesi e tedeschi all’avanguardia
Già grande innovatore della ferrovia tradizionale, con la realizzazione delle prime linee ad alta velocità negli anni ’60 (Shinkansen), il Giappone figura anche tra i precursori del sistema a lievitazione magnetica. Con una punta di 552 chilometri orari, i giapponesi hanno stabilito nel 1999 il primato della velocità ferroviaria su un tracciato sperimentale.
Come annunciato a Losanna da Akio Seki, direttore della compagnia ferroviaria nipponica, una prima breve linea maglev verrà aperta 2005, per il trasporto di passeggeri all’esposizione mondiale di Aichi. Un grande progetto prevede, diversi anni dopo, di collegare Tokio a Osaka.
Questa volta, i giapponesi verranno comunque superati dai cinesi: secondo il rappresentante di Pechino Yan Luguang, ha la prima linea commerciale del mondo a lievitazione magnetica verrà inaugurata probabilmente già nel 2003 a Shangai. Quest’opera – che rappresenterà forse il primo passo verso una nuova era dei trasporti ferroviari – è in realtà il frutto della tecnologia tedesca.
La Germania può essere infatti considerata il paese più all’avanguardia nei sistemi di lievitazione magnetica. Il Transrapid tedesco ha già trasportato oltre 200’000 turisti sul tracciato sperimentale di Emsland. Le autorità tedesche hanno previsto di stanziare 2,3 miliardi di euro all’anno per la costruzione di due linee maglev (Düsseldorf-Dortmund e Monaco centro-aeroporto) .
Swissmetro?
Mentre anche altri paesi, come l’Olanda e gli Stati uniti, investono in questa nuova tecnologia, la Svizzera si muove con i piedi di piombo. Eppure, il progetto Swissmetro, illustrato nuovamente al Congresso di Losanna, offre apparentemente diversi vantaggi anche rispetto alle altre tecnologie maglev.
“Nonostante la loro innovazione tecnologica, il maglev tedesco e quello giapponese incontrano per finire gli stessi problemi del traffico ferroviario tradizionale” sostiene Michele Mossi, direttore operativo di Swissmetro. “Pensiamo soltanto all’impatto ambientale, al rumore, all’attraversamento di centri abitati, ai ricorsi contro i tracciati”.
Con il suo tracciato esclusivamente sotterraneo, il progetto elvetico permette di evitare tutti questi ostacoli. Circolando a 500 km/h in gallerie sotterranee a vuoto d’aria, i treni Swissmetro dovrebbero beneficiare anche di un miglior bilancio energetico.
Secondo i suoi promotori, il costo di un chilometro di tunnel risulterebbe addirittura leggermente inferiore a quello delle linee tradizionali attuali e nettamente inferiore a quello richiesto ad esempio dalla Nuova trasversale ferroviaria alpina. Ciò nonostante, dopo i risultati positivi raccolti dai due progetti di fattibilità, Swissmetro ha ottenuto dalla Confederazione un contributo di soli 2 milioni di franchi, invece dei 100 necessari per proseguire le ricerche.
Come gli altri progetti maglev – tra cui anche quello giapponese e tedesco – Swissmetro richiederà 20 o 30 anni per risolvere i numerosi interrogativi che rimangono in campo tecnico e finanziario. Ma per risolverli occorrono rapidamente dei fondi, poiché la ferroviaria del futuro si trova già sul binario di partenza.
swissinfo/Armando Mombelli
1934: primo brevetto di treno a lievitazione magnetica di Hermann Kemper
1970: inizio delle sperimentazioni maglev in Germania e Giappone
1988: il Transrapid 06 raggiunge 412 km/h
1999: il JR Maglev tocca 552 km/h
I principali progetti maglev.
Cina: Shangai centro-aeroporto, 30 km in 8 minuti
Germania: Düsseldorf-Dortmund, 78 km in 34 minuti, e Monaco centro-aeroporto, 37 km in 10 minuti
Olanda: Amsterdam Schiphol-Gröningen, 186 km in 58 minuti
USA: Washington-Baltimora, 60 km in 20 minuti
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