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In aumento le sperimentazioni sugli animali

I topi sono tra le cavie più usate Keystone

Secondo la Fondazione Ricerche 3R, in Svizzera i test con cavie animali sono di nuovo in aumento.

3R, che lavora alla promozione di metodi alternativi alla sperimentazione sugli animali, fa questa constatazione proprio mentre festeggia i 20 anni di attività.

Anche se nel corso dei suoi primi 17 anni d’esistenza 3R ha visto scendere da due milioni a 450’000 il numero di animali usati in laboratorio, nel 2005 c’é stata un’inversione di tendenza: le cavie hanno di nuovo superato il mezzo milione.

3R – che il 3 e 4 settembre festeggia a Zurigo insieme alla Società svizzera per la scienza degli animali da laboratorio i 20 anni di attività – sottolinea che gli sforzi di questi anni sono stati paganti, ma che c’è ancora molto margine di miglioramento.

Hugo Wick, ex parlamentare e membro fondatore di 3R, ritiene che l’aumento sia da ricondurre all’impiego di animali geneticamente modificati.

«Per studiare difetti genetici», spiega Wick «si usano spesso dei cosiddetti “knockout mice”». Si tratta di topi da laboratorio nei quali i ricercatori hanno messo fuori gioco un gene esistente per sostituirlo o modificarlo con una sequenza artificiale di DNA.

Questo intervento spesso comporta dei cambiamenti nell’aspetto del topo, nel suo comportamento, delle sue caratteristiche fisiche e biochimiche. In genere, per ogni progetto di ricerca, sono necessarie diverse migliaia di topi.

Alternative alla sperimentazione animale? Bisogna cercarle ed è proprio per questo che nel 1987 è nata la Fondazione Ricerche 3R. La fondazione sostiene le ricerche che hanno come obiettivo la messa a punto di metodi alternativi alla sperimentazione animale.

Una prima europea

Christine Egerszegi, presidente della camera bassa del parlamento e vicepresidente della fondazione, ritiene che 3R abbia avuto un ruolo pionieristico in Europa.

«È stata la prima collaborazione tra settore pubblico e privato nell’ambito dei test sugli animali; ora ne esistono molte altre, ma nessuna di queste riesce a finanziare delle ricerche».

Comparando la situazione svizzera a quella britannica, Christine Egerszegi nota che «in Inghilterra chi fa ricerca usando delle cavie è confrontato quotidianamente con le minacce degli animalisti e lo stato ha inasprito la legislazione».

In Svizzera, i diversi attori – industria, organizzazioni di protezione degli animali, rappresentanti politici – «hanno dimostrato di essere pronti al dialogo». Per Christine Egerszegi questa disponibilità è «tipicamente svizzera».

La voce dell’industria

Thomas Cueni, che lavora per Interpharma, l’associazione dell’industria farmaceutica svizzera, è d’accordo con Christine Egerszegi per quanto riguarda la «svizzeritudine» dell’approccio scelto dalla Confederazione. La disponibilità al dialogo affonda le sue radici nella tradizione della democrazia diretta.

Le aziende che rappresenta – dice Cueni – lo hanno sempre impressionato per il grande rispetto che tributano agli animali durante gli esperimenti. Certo, si tratta di un settore sensibile, ma Interpharma – sottolinea Cueni – sostiene il lavoro della Fondazione Ricerche 3R.

«Si è sempre confrontati con un dilemma», conclude Cueni. «Come proteggere le persone ed evitare che gli animali soffrano inutilmente?»

swissinfo, Faryal Mirza
traduzione e adattamento, Doris Lucini

La Fondazione 3R ha a disposizione circa 700’000 franchi l’anno per sostenere progetti di ricerca.
La fondazione è finanziata per metà dalla Confederazione e per metà da Interpharma (l’associazione mantello dell’industria farmaceutica svizzera).
Il consiglio di fondazione è composto di nove membri: tre parlamentari, due animalisti, due rappresentanti di Interpharma e due dell’Ufficio federale di veterinaria.

La Legge federale sulla protezione degli animali definisce come «esperimento sugli animali» ogni procedimento in cui sono impiegati animali vivi con lo scopo di verificare un’ipotesi scientifica, ottenere informazioni, ricavare o controllare una sostanza oppure accertare gli effetti sull’animale di determinati provvedimenti, nonché qualsiasi utilizzazione di animali per la ricerca sperimentale sul comportamento.

Chi intende procedere ad esperimenti sugli animali deve ottenere l’autorizzazioni dalle autorità cantonali competenti.

Il concetto delle tre erre è stato sviluppato nel 1959 da ricercatori inglesi. Rappresenta una specie di guida all’uso di animali in laboratorio.

Le tre erre stanno per «Reduce, Refine, Replace» (riduci, perfeziona, sostituisci), ovvero: riduci al minimo possibile il numero di animali usati; perfeziona i metodi in modo da infliggere agli animali il minimo possibile di stress e dolore; chiediti sempre quale sia la rilevanza dell’esperimento e se è davvero necessario usare animali vivi o se è possibile sostituirli.

Il concetto delle tre erre non è ancora applicato in tutti i paesi industrializzati, ma il grado di accettazione è in aumento.

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