Inondazioni urbane, un problema prioritario per la Svizzera
Il cambiamento climatico sta spingendo la Svizzera a cambiare il modo di gestire le inondazioni urbane. Con l'aumento del rischio di alluvioni, le città stanno implementando metodi innovativi per mitigare i rischi.
Molte persone anziane di Melchnau, un villaggio di 1’500 abitanti nel Canton Berna, non dimenticheranno mai quanto avvenuto nel 1986. Tutte hanno vissuto quello che si potrebbe definire “un trauma collettivo” per superare i danni dell’alluvione.
Christian Eicher, un ingegnere civile in pensione che ha trascorso gran parte della sua carriera lavorando nel controllo delle inondazioni e nel drenaggio urbano, racconta a SWI swissinfo.ch che il 20 giugno di quell’anno la zona fu colpita da un fortissimo temporale. “Le strade di Melchnau furono sommerse dall’acqua. Caddero più di 50 mm di pioggia all’ora. Case e prati si allagarono e degli squarci si aprirono nelle strade. La principale via del villaggio fu sommersa da un metro d’acqua”.
“Nel 1986, il Governo locale aveva poca esperienza nell’allestimento di un piano di gestione delle inondazioni urbane e non aveva idea di quanto sarebbe costata la sua attuazione. Nonostante ciò, fu commissionata una prima mappa del rischio che includeva anche stime dei flussi di ruscellamento estremi, ma non ci fu alcun seguito concreto per ridurre le alluvioni o per proteggersi”, spiega Eicher.
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Solo una ventina di anni dopo, nel 2007 e di nuovo nel 2010, forti temporali con quantitativi di pioggia straordinari provocarono ingenti danni e interruzioni del traffico. Christian Eicher ha monitorato le due alluvioni, le ha documentate con delle fotografie e le ha segnalate alle autorità comunali. Ha anche fornito loro alcuni suggerimenti preliminari per un possibile intervento, per dimostrare quanto siano state frequenti e devastanti le alluvioni degli ultimi tre decenni.
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Le inondazioni urbane sono un problema globale
Melchnau non è un caso isolato in Svizzera. Negli ultimi 40 anni, quattro Comuni svizzeri su cinque hanno subito inondazioni. Circa due terzi (62%) degli edifici sono esposti al ruscellamento superficiale e una persona su sette in Svizzera vive in uno di questi edifici, secondo il Laboratorio Mobiliare di ricerca sui rischi naturali dell’Università di BernaCollegamento esterno.
Le inondazioni sono considerate dalla Svizzera un “pericolo secondario”Collegamento esterno: si tratta di eventi indipendenti ad alta frequenza e di piccole e medie dimensioni, più difficili da monitorare rispetto agli uragani e ai terremoti. Ma questo non significa che non causino danni sostanziali.
L’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (WSL) registra e analizza sistematicamente i danni delle alluvioni dal 1972. Secondo un rapporto pubblicato nel 2021Collegamento esterno, “le alluvioni sono il pericolo naturale che provoca il maggior numero di danni in Svizzera”. L’alluvione dell’agosto 2005 ha causato le devastazioni più ingenti mai registrate nella banca dati del WSL, per un ammontare di circa 3 miliardi di franchi.
“Le alluvioni sono diventate uno dei rischi dominanti in Svizzera.”
Robin Poëll, Ufficio federale dell’ambiente
A causa del cambiamento climatico, le inondazioni urbane sono diventate una priorità per i Governi locali e hanno portato all’implementazione di soluzioni innovative in tutto il mondo. Secondo un articolo del 2022Collegamento esterno pubblicato sulla rivista scientifica Nature Communication, 1,8 miliardi di persone – ovvero il 23% della popolazione mondiale – vivono in aree direttamente esposte al rischio di grandi inondazioni che si verificano in media una volta ogni cento anni.
Le inondazioni hanno causato danni globaliCollegamento esterno per un ammontare stimato di 651 miliardi di dollari solo tra il 2000 e il 2019, stando ai rapporti dell’Ufficio delle Nazioni Unite per la riduzione del rischio di disastri. Il numero di gravi inondazioniCollegamento esterno è più che raddoppiato durante quel periodo, passando da 1’389 a 3’254. Si prevede che i danni causati da questi eventi aumenteranno di 20 volte entro la fine del secoloCollegamento esterno.
Le principali strategie per far fronte alle inondazioni urbane
L’Australia è da tempo nota per le sue misure di controllo delle inondazioni e per un approccio innovativo alla gestione delle acque, adottato a partire dagli anni Ottanta e noto come Water Sensitive Urban Design. Questa strategia riduce i flussi di acqua piovana e aumenta l’umidità del suolo attraverso infrastrutture decentrate quali tetti verdi, pavimentazioni permeabili, zone umide appositamente costruite e serbatoi per l’acqua piovana. Concetti simili sono presenti anche nel Regno Unito, negli Stati Uniti e a Singapore.
In Danimarca, Copenaghen sta adottando un approccio innovativo per prevenire il ripetersi delle inondazioni. Il piano attuale SkybrudsplanCollegamento esterno, del costo di 1,8 miliardi di euro, mira a trasformare la città in una “spugna”: l’idea è quella di riprogettare gli spazi pubblici e le infrastrutture in modo che possano assorbire e trattenere grandi quantità di acqua piovana, proprio come farebbe una spugna, durante i periodi di pioggia intensa, e rilasciarla nuovamente al termine delle precipitazioni.
Anche in Cina, 70 municipalità in rapida crescita hanno adottato il concetto di “città spugna” per gestire il flusso dell’acqua e ridurre il rischio di inondazioni.
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Privilegiare la pianificazione urbana
Rispetto a questi Paesi, la Svizzera è rimasta indietro nell’attuazione di strategie di gestione delle alluvioni. Solo nel 2018 l’Ufficio federale dell’ambiente (Ufam), in collaborazione con il settore assicurativo, ha iniziato a sviluppare e a pubblicare la prima carta dei pericoli di ruscellamento superficiale a livello nazionale.
Tra il 1970 e il 2008, la Svizzera ha investito tra i 50 e i 200 milioni di franchi all’anno in infrastrutture di protezione dalle alluvioni, secondo le autorità elvetiche. Dal 2008, i costi sono aumentati significativamente, oscillando tra i 250 e i 400 milioni di franchi all’anno. Tuttavia, questo non è sufficiente a compensare i danni causati da un’unica alluvione eccezionale. Una pubblicazione del 2020 dell’Ufficio federale della protezione della popolazione mostra che un’alluvione molto rara potrebbe causare danni per oltre 10 miliardi di franchi.
La Svizzera è in ritardo di qualche anno, ma i cambiamenti climatici stanno ponendo una serie di sfide agli urbanisti e ai gestori delle acque meteoriche. “In Svizzera solo negli ultimi anni ci si è resi conto dell’impatto significativo che le inondazioni pluviali possono avere sulle infrastrutture e sulle attività socio-economiche”, afferma João Leitão, professore aggiunto e responsabile del gruppo Urban Floods and Hydroinformatics presso l’Istituto federale di scienze e tecnologie acquatiche (Eawag). Sebbene in generale i danni causati da un evento di alluvione pluviale siano inferiori a quelli causati dalle alluvioni fluviali, a lungo termine gli impatti cumulativi delle alluvioni pluviali possono essere paragonabili a quelli delle alluvioni fluviali a causa della loro maggiore frequenza.
Anche la crescita delle città e degli insediamenti svizzeri aggravano il rischio di inondazioni urbane. L’edilizia deve tenere il passo con l’aumento demografico e l’urbanizzazione. Secondo la Banca MondialeCollegamento esterno, la popolazione urbana della Svizzera è quasi raddoppiata tra il 1960 e il 2022. Attualmente, circa i tre quarti della popolazioneCollegamento esterno vivono in aree urbane e quasi l’80% dell’attività economica del Paese è concentrata in tali zone.
“Siamo in ritardo di qualche anno, perché in Svizzera questo fenomeno non è così frequente e grave come in altri Paesi.”
João Leitão, Istituto federale di scienze e tecnologie acquatiche
Sulla base di quanto osservato a Melchnau, Christian Eicher sostiene che l’aumento delle superfici impermeabili riduce l’infiltrazione. “Il calcestruzzo e l’asfalto ricoprono aree un tempo occupate dall’erba e dal suolo. L’acqua delle piogge abbondanti non può infiltrarsi da nessuna parte, con conseguenti inondazioni”, afferma. “L’agricoltura intensiva, l’aumento della meccanizzazione e i macchinari più pesanti compattano il suolo e riducono l’importante effetto “spugna” delle cosiddette superfici permeabili. Il risultato è un deflusso maggiore, più precoce e più veloce dalle superfici che dovrebbero trattenere la maggior parte delle precipitazioni”.
La crescente concentrazione di popolazione e infrastrutture nelle aree urbane espone il Paese a danni economici ancora maggiori a causa delle inondazioni. Robin Poëll, portavoce dell’Ufam, afferma che circa il 20% della popolazione elvetica vive in aree a rischio di inondazioni a causa della sua vicinanza a fiumi e laghi. Circa il 30% dei posti di lavoro e un quarto dei beni materiali della Svizzera (per un valore di 840 miliardi di franchi) si trovano in queste aree.
Data la probabilità che si verifichi un evento di grandi dimensioni e i danni potenziali, “le alluvioni sono diventate uno dei rischi dominanti in Svizzera e la protezione dalle inondazioni è una priorità assoluta nell’agenda elvetica”, afferma Poëll.
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Chi è responsabile della gestione del rischio di alluvioni?
Mentre il Governo svizzero sta incrementando gli investimenti nelle infrastrutture di protezione dalle inondazioni, ricercatori e ricercatrici nella Confederazione si sono resi conto che, da soli, gli approcci tradizionali alla gestione delle inondazioni urbane potrebbero essere insufficienti a garantire la resilienza alle inondazioni. Ora stanno esplorando nuove strategie per far fronte alle inondazioni urbane.
Nel 2018, il Laboratorio Mobiliare di ricerca sui rischi naturali ha lanciato un’iniziativa che mira a sviluppare degli strumenti per misurare la dinamica e il potenziale di danno di un’inondazione. Tali dispositivi sarebbero in grado di allertare non solo sulle alluvioni imminenti, ma anche sui loro effetti. Questi includono l’impatto dell’innalzamento e del ritiro delle acque di piena sulla popolazione, sui posti di lavoro, sugli edifici e sulle strade.
“Per la prima volta è possibile identificare visivamente i danni potenziali delle inondazioni in tutta la Svizzera, persino al livello di un quartiere”, spiega Andreas Zischg, professore dell’Università di Berna che ha partecipato al progetto. “Possiamo vedere quando, dove e quante persone potrebbero aver bisogno di un’evacuazione e quando e dove le strade potrebbero diventare impraticabili”, spiega. “Queste informazioni possono essere utilizzate dalle squadre di intervento locali, dalle compagnie assicurative, dalle società di logistica e da altri soggetti al fine di contribuire alla comunicazione del rischio, alla formazione e alla pianificazione a livello operativo”.
Nel 2019, João Leitão e il suo gruppo di ricerca hanno sviluppato un dispositivo pronto per il mercato, chiamato CENTAUR (Cost-Effective Neural Technique to Alleviate Urban Flood Risk), che può essere facilmente installato nei sistemi di drenaggio esistenti per ridurre i rischi di inondazioni locali nelle aree urbane.
CENTAUR è stato progettato per ottimizzare l’uso della capacità disponibile all’interno delle tubature, combinando sofisticate tecniche di calcolo con dispositivi di controllo del flusso per ridurre e immagazzinare l’acqua durante i periodi di alto rischio di alluvione.
Finora nessuna città svizzera lo ha adottato, anche se è stato installato a Coimbra, la quarta città più grande del Portogallo, e in alcuni Comuni del Regno Unito. Secondo Leitão, la complessa distribuzione delle responsabilità per la gestione del rischio di alluvioni urbane in Svizzera e la coesistenza di diversi tipi di sistemi di drenaggio nelle zone più nuove e in quelle più vecchie delle città, possono spiegare la difficoltà di esplorare nuove soluzioni per la gestione delle alluvioni pluviali.
Come in altri Paesi con sistemi federalisti, tra cui la Germania o l’Austria, la gestione del rischio di alluvioni in Svizzera è caratterizzata da una complessa distribuzione delle responsabilità tra i diversi livelli e settori di Governo. Inoltre, l’introduzione di un approccio innovativo alla gestione delle acque e all’ingegneria idraulica concerne numerosi settori come l’urbanistica, l’energia e la conservazione della natura. A rendere difficile l’installazione di apparecchi innovativi è anche la coesistenza di zone nuove e vecchie in una città.
Ma le cose stanno cambiando, anche se lentamente. Alcune città in Svizzera hanno già iniziato a introdurre i concetti di città spugna in nuovi progetti per mitigare le inondazioni. Leitão cita il progetto di città spugna della VSA (Associazione svizzera dei professionisti della protezione delle acque), che promuove l’uso di infrastrutture blu e verdi in Svizzera per ridurre le inondazioni e gli scarichi di acqua piovana e migliorare i servizi ecosistemici.
Quando si ferma vicino al fiume a Melchnau, Christian Eicher può ora vedere i miglioramenti. Nel 2021, il Comune ha deciso di investire più di 4 milioni di franchi in un vasto progetto di protezione dalle inondazioni, che comprende la costruzione di quattro strutture di ritenzione dell’acqua e l’allargamento del canale del torrente per ridurre il rischio di straripamento degli argini. “Meglio tardi che mai”, dice.
A cura di Virginie Mangin/gw
Tradotto con l’aiuto di Deepl/lj. Revisione si
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