L’agricoltura di montagna ha bisogno di più ecologia
La politica agricola 2011 non impedirà la scomparsa delle specie indispensabili alla sopravvivenza di alcuni animali e piante delle Alpi. È quanto emerge da uno studio presentato martedì.
Gli autori della ricerca “Paesaggi e habitat nell’arco alpino” propongono di rivoluzionare il sistema dei pagamenti diretti, legandoli maggiormente alle prestazioni ecologiche.
La perdita di biodiversità nelle spazio alpino è dovuta all’intensificazione dello sfruttamento agricolo nelle zone più favorevoli, al progressivo abbandono delle aree a rendimento marginale e all’avanzamento del bosco.
È quanto scaturisce dal Programma nazionale di ricerca 48 (PNR 48) “Paesaggi e habitat nell’arco alpino” presentato martedì a Berna.
Per conservare la diversità floristica e faunistica del comprensorio alpino gli esperti propongono di trasformare l’attuale sistema di pagamenti diretti.
Politica agricola 2011
Neppure le misure previste nell’ambito del programma Politica agricola 2011 (PA 2011), attualmente in discussione in parlamento, permetteranno un cambiamento di direzione.
Invece di sovvenzionare con un sistema “ad annaffiatoio” prodotti agricoli e prestazioni ecologiche generali, i ricercatori del Fondo nazionale svizzero (FNS) propongono di vincolare gran parte dei pagamenti diretti a prestazioni ecologiche chiaramente definite.
Su questo punto, gli esperti del PNR 48 giungono dunque alla stessa conclusione delle organizzazioni ambientaliste.
I ricercatori chiedono in particolare che le attività non redditizie e non commerciabili, ma volute dalla società, siano indennizzate. Quale esempio il FNS cita la gestione di prati e pascoli secchi, particolarmente ricchi in biodiversità.
Non un museo
Riorganizzare il sistema di sovvenzioni non costerebbe un soldo in più alla Confederazione, afferma il professore Jürg Stöcklin, dell’Università di Basilea. Ad esempio, si potrebbero ridurre i contributi di superficie versati ad ogni contadino. I mezzi finanziari così liberati potrebbero essere destinati a nuove prestazioni volte a favorire la biodiversità.
Gli autori del PNR ricordano che l’obiettivo del mantenimento di un’elevata diversità biologica è sancito nella Costituzione, nelle leggi e in trattati internazionali.
“Non stiamo però parlando di trasformare le Alpi in un museo”, puntualizza Markus Fischer, botanico all’Università di Berna interpellato da swissinfo, “ma di un ecosistema dinamico dove l’evoluzione e le interazioni biologiche sono possibili”.
Altri sviluppi
Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica (FNS)
Biodiversità, un punto di forza
Le inchieste condotte nell’ambito del PNR mostrano inoltre che popolazione di montagna, turisti e abitanti dell’Altopiano sono d’accordo nel ritenere che un “paesaggio identitario diversificato, ricco in biodiversità, rappresenti un punto di forza”.
Secondo gli autori del PNR 48, vincoli più chiari per l’ottenimento dei pagamenti diretti (o più precisamente per gran parte di essi) favorirebbero anche l’autonomia imprenditoriale degli agricoltori.
“A seconda del settore da promuovere si potrebbero definire incentivi fissi oppure appaltare determinate prestazioni fornite alla collettività, ad esempio la cura di una data superficie di prati secchi”.
I ricercatori propongono inoltre di distribuire almeno un terzo dei pagamenti diretti attraverso programmi regionali. In tal modo, a loro avviso, si migliorerebbe l’efficienza e si darebbe maggior peso agli aspetti paesaggistici regionali.
In Europa, le Alpi sono un’importantissima riserva di biodiversità, intesa come diversità biologica, ma anche paesaggistica. Centinaia di specie vegetali e molte specie animali rare si incontrano esclusivamente nelle Alpi, ricorda il FNS.
I ricercatori, guidati dai botanici delle università di Basilea e Berna Jürg Söcklin e Markus Fischer, non hanno trovato alternative. Le tre analizzate – PA 2011, abbandono dello sfruttamento agricolo nelle regioni di montagna e la minimizzazione dei presupposti per l’ottenimento dei pagamenti diretti – avrebbero effetti negativi sulla biodiversità.
swissinfo e agenzie
I pagamenti diretti sono un importante elemento della politica agricola svizzera.
Grazie a queste sovvenzioni, la Confederazione indennizza le prestazioni dell’agricoltura a favore della collettività. Ad esempio, ogni agricoltore ha diritto ad oltre 1’000 franchi all’anno per ogni ettaro coltivato, quale contributo per la cura del territorio.
Inoltre, sono versati dei contributi ecologici. Questi incentivi remunerano quei contadini che usano tecniche di produzione meno dannose per il territorio o che prendono provvedimenti a sostegno della biodiversità.
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